Home Territorio Caiazzo ed Ochtendung: un progetto di pace che dura da ventisei anni

Caiazzo ed Ochtendung: un progetto di pace che dura da ventisei anni

Nel 1995 Caiazzo si gemellò con Ochtendung: nulla in comune tra i due centri se non la presenza, nella città tedesca, di uno dei boia protagonisti della strage nazista di Monte Carmignano in cui morirono numerosi civili. Nei giorni scorsi una delegazione di Ochtendung è tornata a Caiazzo; a fare gli onori di casa il vicesindaco Ida Sorbo

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L’ultima volta che i cittadini di Caiazzo e quelli di Ochtendung si sono incontrati è stato tre anni fa, in Germania. A Caiazzo, l’ultimo incontro era avvenuto nel 2018. Poi ci si è messa di traverso la pandemia che ha impedito lo scambio annuale di visite e ha fatto slittare anche la celebrazione, prevista per il 2021, dei venticinque anni di gemellaggio. Un’esperienza difficile, il Covid, che ha fatto temere il peggio, ma che ha reso questo nuovo appuntamento, più volte rimandato, celebrato il 18 agosto a Palazzo Mazziotti, particolarmente atteso e gioioso, a conferma del legame ormai profondo e consolidato che in questi anni si è andato costruendo tra le due comunità.
Un legame che affonda le sue radici su un progetto di pace, costruito sul ricordo sempre vivo dei fatti drammatici del ’43, e che oggi più che mai, con in corso una guerra fratricida nel cuore dell’Europa, assume un valore ancora più “dirompente” di quanto non lo avesse già nel 1995, quando iniziò a prendere forma l’idea del gemellaggio con la città dove viveva l’autore della strage di Monte Carmignano.

Nel 1995 nel cuore dell’Europa imperversava altra guerra, quella nell’ex Jugoslavia, anche questa fratricida, come lo è ogni guerra del resto, e un gesto di distensione da parte di Caiazzo, comunità ferita, verso Ochtendung, la comunità che, suo malgrado, aveva tra i suoi cittadini un criminale nazista, benché difficile da far comprendere, era un gesto da sostenere e portare avanti! “Essere tra le vittime è difficile” aveva scritto Wiesenthal nel suo “Giustizia, non vendetta”, “ma ancora più difficile è far parte dei boia” e non riuscire a far comprendere il dolore che si prova di fronte ad una strage così efferata commessa da un proprio concittadino. Questa frase fu inserita in una lettera scritta dall’allora Comitato per il gemellaggio che fu consegnata alla prima delegazione di cittadini di Ochtendung, in vista a Caiazzo nell’ottobre del 1995. E con questi presupposti di desiderio di giustizia si diede inizio ad un’esperienza atipica e pioneristica, prima, in quegli anni, in tutta Italia, di “memoria condivisa” tra due comunità che, a differenza di un qualsiasi altro gemellaggio, nulla avevano in comune, se non, ed è il tutto, la necessità di non dimenticare, per motivi diversi, l’orrore prodotto dalla Seconda Guerra Mondiale e su questa memoria costruire un “grande futuro”.

Il manifesto celebrativo del primo gemellaggio tra Caiazzo ed Ochtendung

Esser qui, dopo 27 anni da quei primi passi, a gioire insieme e a riabbracciarsi, non può che essere il segno che quella che sembrava un’utopia è diventata una realtà, da custodire e di cui andare orgogliosi.
Una realtà che chiede a ciascuno di noi di fare sempre la propria parte affinché non si smetta mai di ricordare il male che provocano le guerre e non si perdano di vista le ragioni profonde che hanno dato vita al gemellaggio tra la città di Caiazzo e la città di Ochtendung.

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