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Italia e Politica. Serve un colpo d’ala

La società civile, o società reale, sceglie di scendere in campo, di reagire alle crisi e alle delusioni con scelte, metodi e linguaggi diversi da quelli che stanno caratterizzando il confronto in campagna elettorale

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Paolo Buastaffa – “Serve un colpo d’ala, un risveglio collettivo di quelle forze sane del Paese che in questi anni, alla politica hanno preferito l’impegno civile e sociale ma che rischiano di rimanere soffocate o abbandonate da una politica che non le riconosce e che spesso le strumentalizzano. Ci sono tante persone (soprattutto giovani) che pure nella fatica cercano di agire di pensare bene, trovare soluzioni adatte al nostro tempo, immaginare il mondo che non c’è”. Così nell’appello del Comitato delle Settimane sociali (www.settimanesociali.it) pubblicato da Avvenire il 29 luglio u.s. Non a caso vi sono ripresi i richiami del card. Matteo Zuppi e di Sergio Mattarella alla responsabilità in un momento difficile per il nostro Paese.

Pochi giorni dopo, il 2 agosto, sullo stesso giornale (www.avvenire.it) appare l’appello della società civile dal titolo “Ecco l’alleanza che serve al Paese”. “Siamo consapevoli – si legge – sia della rilevanza e dell’eccezionalità di questa fase storica che dei rischi connessi a questo delicato passaggio verso le prossime elezioni, per questo vogliamo a nostro modo scendere in campo ed essere protagonisti di questa stagione rendendo chiare e manifeste le nostra proposte, invitando così le forze politiche a una competizione virtuosa”.
Sembrano parole e prospettive lontane dalla realtà, soprattutto da una realtà politica che incoraggia più l’astensionismo che la partecipazione. Parole che invece indicano un percorso di rinascita: le proposte non vengono dalla teoria ma dall’esperienza viva sul territorio a contatto con persone, famiglie, comunità, imprese, istituzioni, volontariato. Ai primi posti la cura della persona, la sussidiarietà, il consumo e il risparmio responsabili, la sfida climatica ed ecologica, il welfare e la sanità, la politica europea.

La società civile, o società reale, sceglie di scendere in campo, di reagire alle crisi e alle delusioni con scelte, metodi e linguaggi diversi da quelli che stanno caratterizzando il confronto in campagna elettorale. È un passo impegnativo ma è un passo possibile perché nella sua storia di bene e di verità la società civile trova motivazioni e competenze per rianimare la politica e la democrazia. Viene quindi proposto un percorso di relazioni e connessioni per ricostruire il pensare e l’agire per il bene comune, senza la presunzione di essere superiori o capaci di sostituire la classe politica ma con la volontà di intessere un dialogo critico e nel contempo propositivo. Si presenta come strada maestra da percorrere con i giovani e come laboratorio di futuro con uno sguardo che, evidenziato l’appuntamento, va oltre il 25 settembre.

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