Sono ben cinque i conventi francescani della Provincia religiosa napoletana destinati alla chiusura: notizie affidate mesi fa a discreti passaparola divenuti poi conferma attraverso le decisioni dei Superiori al termine del XXIV Capitolo provinciale della Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori non senza il disappunto e il dispiacere della gente in particolare di coloro che nei paesi e nelle città coinvolti sono storicamente legati alla vita dei conventi, alla spiritualità e alla formazione in essi ricevuti, alla dimensione caritatevole qui esercitata, al culto dei santi venerati…
Padre Gennaro Russo, guardiano a Santa Maria Occorrevole in Piedimonte Matese ci accompagna in una riflessione sulle scelte che la Provincia Napoletana ha fatto non senza sofferenza pensando appunto alla storidicità di quelle fraternità che hanno fermentato i contesti in cui oggi vengono meno.
Le sue parole vanno di pari passo con quelle di padre Massimo Tunno, fino ad oggi maestro dei Novizi a Santa Maria Occorrevole: il calo delle vocazioni non solo impone la sospensione del Noviziato nel convento del Matese (l’unico per tutto il Sud Italia), ma appunto la chiusura di alcuni conventi per la carenza di frati: “le nostre Regole – spiega padre Gennaro – impongono numeri minimi per la costituzione della fraternità; venendo meno questi dati viene a mancare il presupposto per la vita comunitaria e una serie di conseguenze legate alla cura dei luoghi e dei tanti fedeli che gravitano intorno ad essi”.
“Sta mutando profondamente, ma ne avevamo ormai chiaro sentore da tempo – continua – il modo dell’uomo di relazionarsi con Dio, cambia lo stile della ricerca, cambiano le domande ma soprattutto la capacità di ascolto della Parola…che si aggiunge alla fatica di mettersi alla sequela di chi oggi si fa testimone e annunciatore del Vangelo. Anche la nostra famiglia religiosa, come la Chiesa, vive una delicata fase di passaggio in cui non vengono meno la pazienza e la speranza, ma anche il lavoro di riconnessione tra uomo e Dio. La nostra testimonianza è nell’abito che indossiamo, nella scelta religiosa di ogni giorno lì dove il Signore ci chiede di stare, continuando ad annunciare in semplicità e povertà, indicando il modello che nel nostro Padre Francesco si è fatta concreta esperienza di dialogo, vicinanza agli ultimi, accoglienza…sperando così di suscitare nuovi giovani appassionati del Vangelo”.
Non cambia la storia per Piedimonte Matese: dopo la partenza di questi giorni di Padre Massimo e Padre Teofilo Iasenza, il primo destinato al Convento di Casacalenda (CB) e il secondo a quello di San Francesco da Paola a Monopoli (BA), padre Gennaro Russo resta alla guida della nuova fraternità che in questi giorni si va costituendo pur con un alito di vita e di entusiasmo mancante che il Noviziato fino ad ora ha conferito a questo luogo e donato alle persone legate al Convento; è forte la speranza che tra dodici mesi arrivi la bella notizia che Monte Muto tornerà a popolarsi di volti giovani pronti a seguire Cristo.
La storia della Chiesa è un cammino che non si interrompe: duemila anni di storia testimoniano che pur cambiando gli operai della vigna, pur recidendo rami infruttuosi e arando nuovi campi, il Vangelo prosegue la sua corsa. A Teano ad esempio, chiuso lo storico Convento di Sant’Antonio, il dialogo tra la Diocesi guidata dal Vescovo Mons. Giacomo Cirulli e la Provincia napoletana dei Frati minori ha fatto sì che il sacro luogo continui a vivere: le funzioni religiose saranno garantite dai frati che risiedono al Santuario di Maria Santissima dei Lattani a Roccamonfina; l’edificio rimarrà un luogo di preghiera e di formazione per l’Ordine Francescano Secolare e gli Scout, ma più di tutto conta il progetto secondo cui qui stabilirà una nuova sede la Fraternità Emmaus guidata da don Silvio Longobardi, sacerdote della Diocesi di Nocera Sarno, fondatore di un’opera al servizio della fraternità sacerdotale e di iniziative improntate alla pastorale familiare (link alla Fraternità).
Il Comunicato della Diocesi di Teano-Calvi.
“Non si va via senza prima aver affidato i nostri antichi luoghi di preghiera a nuovi missionari di Cristo”, conclude Padre Gennaro, aprendo alla speranza che lì dove si è seminato lungamente e forse da qualche secolo, spunteranno nuovi germogli di bene. Raccolti da altri?
Ma sempre in nome del Vangelo.
Vai all’intervista a Padre Massimo Tunno, per nove anni a Santa Maria Occorrevole, di cui sei trascorsi come Maestro dei Novizi. CLICCA QUI