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A Piana di Monte Verna la festa di Santa Maria a Marciano, per la prima volta sulle note dell’antico Inno

Mercoledì 7 e giovedì 8 settembre la comunità pianese rinnova il culto in onore di Santa Maria a Marciano. Quest'anno, per la prima volta, l'Inno dedicato alla Vergine sarà intonato in versione bandistica

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Nunzia Cecere – Manca poco ai festeggiamenti in onore di Santa Maria a Marciano venerata dalla comunità di Piana di Monte Verna. L’icona di Santa Maria a Marciano ritornerà, dopo due anni di stop, a percorrere le strade del paese, giovedì 8 settembre, quando sono previste due Sante Messe al mattino, alle 8.00 e alle 11.00. Alle ore 18.00 la Messa Solenne celebrata dal parroco don Salvatore Di Chello, che sarà accompagnata dai cori parrocchiali riuniti.

Nel corso della celebrazione i bambini faranno dono di una “Luce per Maria“, mentre le intenzioni di preghiera saranno rivolte in particolar modo agli agricoltori, agli emigrati, alle forze armate e forze dell’ordine, alle madri ed ai figli, categorie particolarmente devote a Santa Maria a Marciano. Alle ore 19.00 avrà inizio la processione, con la recita del Santo Rosario intervallato da inni antichi e al temine del corteo i fedeli intoneranno il canto del Magnificat. Infine, per la prima volta in assoluto verrà eseguito, in versione bandistica, l’Inno alla Vergine.

 

 Cenni sull’Inno a Santa Maria a Marciano 
L’Inno è stato composto nel 1888 dal parroco don Raffaele De Vivo, poeta, musicista, un uomo molto colto, già parroco della Cattedrale di Caiazzo, autore anche dell’Inno a Santo Stefano. La melodia contemporanea risale agli anni ’50 e i versi che lo compongono ne fanno una vera poesia, che attinge dai passi del profeta Isaia che richiamano la nascita di Maria. L’antica melodia, la versione originale dell’Inno, è nota ai fedeli, tanto quanto quella contemporanea, e ciò solo grazie alla cura con la quale le persone più anziane hanno saputo custodire questa importante “traccia” della cultura e della tradizione locali, così come accade anche in altre comunità.

 Qualche curiosità… 

“Chi dic’ nu Rusario a Chesta Bella Regina , nu’ putarra’ murì si Essa non c’è sta, Santa Maria a Marciano vuje c’avit aiuta’”

Questa è l’antica giaculatoria che si accompagna alla recita del Rosario durante il Novenario in onore di Santa Maria a Marciano. Non sappiamo quando la venerazione di Santa Maria a Marciano sia stata fatta coincidere con la Natività della Vergine (8 settembre), ma la devozione verso la Vergine, che accosta nel suo titolo, il nome di Maria ad uno pagano “Marciano”, è millenaria, come testimonia l’antica chiesa e i preziosi affreschi. Appena dopo la realizzazione del simulacro, esso veniva esposto per scongiurare eccessiva siccità o per poter placare la pioggia, così come riportano, in modo preciso, le cronache dei parroci annotate nei manoscritti dei battezzati.
La statua che raffigura Santa Maria a Marciano fu commissionata, per grazia ricevuta, nel 1813 allo scultore Giuseppe Picano, allievo del Sanmartino e giunta da Napoli a Piana su di un carrettino trainato da un asino. Il simulacro ha subito, a seguito di un restauro nel 1953, un sostanziale cambiamento, obbedendo a canoni stilistici tipici dell’epoca. La statua in legno di ulivo pieno e gesso policromo, pesa ben 132 kg ed è portata a “spalla” dai membri dell’Associazione Accollatori di Piana di Monte Verna. La Vergine è nota anche come la “Massaia”, per la sua mole imponente; è la regina dei campi e delle messi, dunque molto venerata dagli agricoltori. È considerata anche la protettrice di coloro che appartengono alle forze armate e forze dell’ordine, richiamando quell’antico legame con il cavaliere francese che nel 1.300 ricostruì il Tempio a Lei dedicato, legame rimarcato successivamente dai soldati della Prima e Seconda Guerra Mondiale (sono conservati anche alcuni ex voto al riguardo).

 Da ricordare 
A breve si renderà nota la data del rientro della statua nella sua dimora storica e la riapertura alle funzioni liturgiche del monumento storico artistico, la chiesa dedicata a Maria, scrigno di arte e fede dell’Alto Casertano in stile tardogotico.

 

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