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C’è un po’ di Matese al Phest internazionale di Monopoli: Piera Riccio e Gabriele Biasi, tecnologia ed arte per la dignità dell’uomo

Sono in totale trentadue le mostre installate nel centro storico della città pugliese; Palazzo Palmieri, noto set cinematografico accoglie "Ai Oracle: Lithium" uno scanner interattivo dove tecnologia e cinema mostrano al visitatore i limiti imposti dagli algoritmi alla vita umana

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Piera Riccio e Gabriele Biasi, la tecnologia e il cinema contro il potere dell’algoritmo divenuto ormai assegnatario del destino dell’uomo. Entrambi di terra matesina; entrambi legati al sociale e alla cultura nei luoghi di nascita.

Lei di San Potito Sannitico, lui di Alvignano, hanno messo insieme studi, professionalità, competenze e dato vita ad AI Oracle: Lithium in mostra al Phest, rassegna internazionale di fotografia, cinema, musica, arte in programma a Monopoli (BA) dal 10 settembre al 1 novembre in diverse location del centro storico; evento organizzato e diretto dal fotografo internazionale Giovanni Troilo.

 L’installazione e la mission  AI Oracle è una installazione interattiva che coniuga gli studi nel campo dell’intelligenza artificiale condotti da Piera Riccio e quelli nel cinema sperimentati da Gabriele Biasi. un cubo futuristico passa allo scanner il visitatore ed è in grado di simulare un destino futuro a chi si presta al gioco (ognuno sarà assegnatario di un lavoro futuro); in questo si inserisce l’esperienza cinematografica performativa che vede nel cubo anche la narrazione di persone che hanno già messo allo scanner parti del proprio corpo o oggetti simbolo che ne accompagnano la vita. “Si tratta di un’opera – non nuova, ma per la prima volta in Italia – che si presta alla domanda: è possibile superare il pregiudizio che i sistemi artificiali assegnano oggi alla vita delle persone? È giusto che di pari passo ai vantaggi offerti dalle intelligenze artificiali nel campo medico-scientifico e tecnologico emergano da questi sistemi anche pesanti condizionamenti di vita? spiega Piera Riccio, ideatrice del progetto con la collega di ricerca Shirley Ogolla.

AI Oracle, in mostra nella cornice di Palazzo Palmieri (noto set cinematografico per film e serie tv) crea questa esperienza immersiva confermando la strada che tecnologia ed arte, insieme possono anche essere al servizio di un nuovo umanesimo.

 All’origine dell’esperienza 
Piera Riccio si diploma al Liceo Statale Galilei di Piedimonte Matese; consegue la Laurea Triennale al Politecnico di Torino in Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione, Laurea Magistrale al Politecnico di Torino in Ingegneria delle Telecomunicazioni; a seguire in Francia una seconda Laurea Magistrale in Data Science and Engineering. Attualmente è dottoranda di ricerca tra la Spagna (ELLIS Alicante) e la Svizzera (ETH Zurich), ma sono i mesi trascorsi ad Harvard nel 2017 che la immettono direttamente nel campo delle intelligenze artificiali; da lì la nascita del collettivo no:topia in cui si inseriscono ricercatori, ingegneri di machine learning e artisti con lo scopo di aumentare la consapevolezza delle possibilità e dei problemi che possono nascere dall’uso delle Intelligenze Artificiali. Al Phest infatti è no:topia, il collettivo internazionale a presentare il lavoro. “AI Oracle è stato presentato in Germania, Israele, Stati Uniti, Belgio e in Austria, ma questa del Phest a Monopoli è la prima in Italia, consapevoli che siamo di fronte ad un pubblico neofita nel vasto mondo delle intelligenze artificiali” continua Piera Riccio. “Questa volta volevamo che al nostro scanner di vite umane si aggiungesse una ulteriore riflessione sul rispetto della libertà dell’uomo e di un futuro costruito da sé e senza condizionamenti artificiali, i cosiddetti ‘Algorithmic Bias’: abbiamo aperto il progetto ai suggerimenti che ci potessero venire dal mondo artistico e abbiamo colto in Threeab, società di cineasti con sede a Roma che ha Gabriele Biasi tra i fondatori, il miglior partner”.

 “Threeab non è nuovo a sperimentazioni cinematografiche che coniugano avanzate tecnologie a tradizionali e collaudate formule cinematografiche”, spiega Biasi autore e regista del documentario (con il collega Francesco Giorgi) che si accompagna allo scanner speciale creato da Piera e Shirley; “per questo motivo siamo riusciti ad integrarci nel lavoro futuristico e avveniristico che rappresenta AI Oracle senza escludere valori di fondo come la narrazione biografica che in essa fanno i protagonisti nel ruolo di attori sociali: il personaggio si racconta per come è, senza copioni, mette a nudo se stesso, rompendo la soggezione che le intelligenze artificiali impongono all’uomo. Nel nostro caso la narrazione prende spunto da parti del corpo o oggetti personali ed importanti. Mentre il collettivo no:topia sperimenta la tecnologia, noi sperimentiamo il cinema. Insieme lo stiamo facendo a beneficio dell’uomo e della sua identità”.
Anche lui frequenta il Galilei a Piedimonte Matese; si laurea alla RUFA (Rome University of Fine Arts)  scegliendo come indirizzo di studio Cinema; perfeziona la formazione sulla realtà virtuale presso la casa di produzione Head-Trip di Colonia (Germania); il suo diploma di laurea, il cortometraggio “Le Crisalidi” oggi è in distribuzione con Gargantua Distribuition (società presente alla 78° Mostra del Cinema di Venezia) e che porta il documentario “Le Crisalidi” al 22esimo International Film School Festival di Montevideo e all’AricaDoc in Cile; l’attenzione per il racconto introspettivo e biografico sono alla base delle scelte professionali che lo vedono affiancare come aiuto regist Mino Capuano in Quanno chiove (premiato da Nanni Moretti per la rassegna Bimbi Belli 2022 che il regista italiano ha ideato) e Lorenzo Pallotta in Sacro Moderno (presente ad Alice nella Città 2021 e al Taipei International Film Festival): entrambi i lavori dedicati all’esistenza umana, ai legami generazionali, alle radici delle comunità sociali.

“La novità di Ai Oracle è aver portato in Italia, al Sud, un progetto che vede la compartecipazione di menti e di enti diversi per natura e finalità: un collettivo composto da ricercatori internazionali dediti alla tecnologia; la società Threeab; il Ministero di Scienze ed Educazione di Germania e il Goethe Institute australiano (questi ultimi due hanno sponsorizzato parte del progetto): è il segno che la cultura unisce e in nome della cultura in tutto il mondo prendono forma idee e progetti tesi al progresso sociale e umano”, prosegue Piera Riccio, forte dell’attuale esperienza che la vede ricercatrice sugli algoritmi dei moderni social; “la ricerca sta compiendo importanti passi avanti per cercare di liberare l’uomo dal pericolo di orientamenti di vita forzati di cui siamo quotidianamente vittime tutti; sono in molti, soprattutto tra i giovani, i ricercatori che hanno a cuore le sorti dell’umanità e il rispetto di ogni essere vivente”.

“AI Oracle – si aggiunge Gabriele Biasi – vuole dimostrare tutto questo e rendere omaggio, attraverso il linguaggio dell’arte, alla Scienza e alle Tecnologie sfruttate nel modo migliore e ridistribuire diritti di parola, di scelte…”.

Monopoli, ricercata meta turistica anche per questa estate 2022 è bella anche in autunno (e forse di più); AI Oracle è di facile accesso; il potente “giallo” dei pannelli pubblicitari vi guiderà nel posto che cercate.

1 COMMENTO

  1. Cara Piera ,
    svolgi una professione di notevole valore ,complimenti per i progetti che hai realizzato Ti auguro di proseguire sempre
    con eccellenza come ha fatto sempre .Sii orgogliosa di te e mi permetto di dire Orgoglio per i tuoi meravigliosi genitori e di tutti noi .

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