Home Territorio Maltempo nel Matese: anche qui il “grido amaro del Creato”

Maltempo nel Matese: anche qui il “grido amaro del Creato”

L'allerta meteo annunciata dalla Protezione Civile della Campania si è manifestata con le abbondanti piogge di questa notte. A Piedimonte Matese chiuso il plesso scolastico di Piazza Carmine; allagamenti un po' ovunque; difficoltà alla viabilità sulla SS158 in direzione Quattroventi

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Il maltempo annunciato è arrivato nella notte in tutto l’alto casertano. L’allerta arancione segnalata dalla Protezione Civile (rischio medio), resta valida fino alle 21.00 di questa sera (il bollettino). L’Italia inizia a fare i conti con nuove e più basse temperature e come accade ormai da tempo con i danni causati dalla violenza e dalla abbondanza delle piogge che i terreni non riescono a drenare e gli scoli (naturali e artificiali) non riescono a contenere. Occhi puntati su quanto accaduto ieri sera nelle Marche dove si contano morti e dispersi e ingenti danni.
Difficoltà segnalate anche alle falde del Matese questa mattina a causa del temporale che da stanotte si è abbattuto sul territorio: a Piedimonte Matese, il Comune ha disposto la chiusura del plesso scolastico di Piazza Carmine a causa della rottura di una gronda e di una pluviale con il conseguente allagamento di alcuni ambienti; mentre disagi alla viabilità si sono riscontrati lungo la Strada Statale 158 in direzione Quattroventi, nel territorio di Sant’Angelo d’Alife, dove automobili e autobus hanno percorso lentamente le carreggiate allagate da circa 30 centimetri di pioggia e similmente in molti comuni (tra Piedimonte ed Alife) lungo le arterie secondarie dove si sono accumulati fango e detriti, oltre l’innalzamento dell’acqua piovana.

Foto Facebook

Da giorni gli esperti avevano annunciato il cambio climatico di questi giorni, conseguenza del caldo eccessivo accumulato in questa estate (una tra le più calde di sempre) e le prime correnti fresche che si stanno fissando sull’Europa: il risultato sono i temporali di queste ore e l’atteso calo delle temperature anche per l’influsso di correnti artiche. È un saluto alla stagione estiva, ma anche l’ennesima presa di coscienza del cambiamento climatico in atto che vede protagonista di cause ed effetti sempre l’uomo; e lo ritrova protagonista dei rimedi e delle soluzioni sempre più urgenti: non solo si rende necessario un cambio di abitudini nei consumi energetici che provocano emissioni inquinanti e surriscaldamento del pianeta, ma soprattutto si palesa la necessità di contenere quel che accade. Manutenzioni pubbliche e private di edifici, strade, ponti, canali di scolo, fognature per limitare i danni, per garantire sicurezza e vivibilità alle popolazioni, per rendere efficienti i servizi: ci sono di mezzo importanti e gravi responsabilità di fronte ad ogni incidente (non sempre incidente ma prevedibile danno).

 L’urgente “conversione ecologica” 
Papa Francesco
non interrompe l’appello, e ancora di più in questo mese dedicato al Tempo del Creato, richiamando la sua Enciclica – manifesto religioso, ecologico e politico del 2015 – Laudato Si’. Di recente invece, nel messaggio consegnatoci per la Giornata mondiale del Creato (1 settembre 2022) dal titolo “Ascolta la voce del creato”, ai temi che richiamano tutela e rispetto dell’ambiente, si affianca la preoccupazione perché, scrive Francesco “Se impariamo ad ascoltarla, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani”.
Coltivare una vera e propria “conversione ecologica”: lo anticipava nel 1970 Paolo VI, lo chiedeva più di recente Giovanni Paolo II; l’attuale Pontefice fa appello ad una azione globale di cambio di rotta, una radicale inversione di tendenza non più soltanto nella riflessione e nella maturata sensibilità ma in scelte di campo che toccano tutti, ad ogni latitudine, in ogni manifestazione di responsabilità civica e privata. Il rischio potrebbe essere quello di tornare a parlare di cronaca “ad effetto” allorquando i locali torrenti allagheranno le case, i tombini intasati nei nostri paesi non reggeranno la portata d’acqua, il Volturno esonderà ripetutamente, la viabilità risulterà rallentata, il manto stradale si aprirà in voragini insanabili e sarà nuovamente scambio di accuse e polemiche che non edificano i rapporti e le comunità.

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