Domenica 18 settembre ricorre Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti; le settimane successive saranno dedicate alla raccolta delle offerte tra i fedeli, detraibili in dichiarazione dei redditi. Partiamo dalla storia del giovane don Emanuele Gargiulo, romano, per entrare confidenzialmente nella vita di questi uomini che hanno risposto sì, non senza difficoltà, e lo fanno ogni giorno dedicando tempo, idee, risorse perché gli uomini e le donne del mondo conoscano lo gioia del Vangelo e in esso ritrovino lo sguardo misericordioso, accogliente di Cristo.
È in corso una campagna “Uniti nel dono” che sta raccontando i nostri preti. E Clarus è parte del progetto di promozione…
Giulia Rocchi – «L’accompagnamento spirituale, come ho capito nel corso del tempo, è veramente qualcosa di fondamentale. Significa confrontarsi per comprendere se quella che si ha come ispirazione interna viene da Dio o non viene da Dio. Il padre spirituale deve avere una grande capacità di discernimento». Ha le idee chiare don Emanuele Gargiulo, ordinato sacerdote lo scorso 8 maggio dal cardinale vicario Angelo De Donatis, nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Da poco è uscito dal Seminario Romano Maggiore, dove si è formato, ma sta continuando a studiare Spiritualità alla Pontificia Università Gregoriana.
Se non avesse avuto un adeguato accompagnamento spirituale oggi, probabilmente, non sarebbe viceparroco a Santa Maria delle Grazie a Casal Boccone, periferia di Roma. Per questo desidera donare quello che ha ricevuto da tanti sacerdoti. Racconta infatti di una vocazione tardiva, di una giovinezza durante la quale si sentiva irrequieto e insoddisfatto, senza riuscire a lungo a comprendere il perché. «Sono entrato in seminario all’età di 28 anni – ricorda don Gargiulo –. Prima lavoravo nei cantieri in giro per l’Italia, poiché sono perito industriale. Vivevo da solo, avevo anche una fidanzata. In realtà in qualche modo il Signore mi chiamava da sempre, ma io rispondevo di no. La sua chiamata mi faceva paura, i miei pensieri erano rivolti altrove. Avevo un lavoro che mi piaceva e mi soddisfaceva… eppure c’era una costante inquietudine dentro di me».
Lungo la strada del giovane Emanuele, il Signore mette alcuni sacerdoti, che saranno poi importanti per la sua formazione e per fare chiarezza nel suo cuore. Sono i parroci di Sant’Ippolito, nella zona di piazza Bologna, la parrocchia che ha sempre frequentato. Don Enrico Feroci – ora diventato cardinale – e don Mauro Cianci sono i due sacerdoti che lo accompagnano. «Sentivo, sentivo con forza che il Signore mi chiamava, ma non capivo a cosa mi stesse chiamando», ricorda ancora il neo sacerdote. Poi inizia un cammino di accompagnamento spirituale anche con il cardinale vicario Angelo De Donatis, all’epoca vescovo e incaricato della Formazione permanente del clero nella diocesi di Roma. «Grazie al suo aiuto sono entrato in seminario, per l’anno propedeutico, per vedere un po’ come andava – spiega –. E di nuovo, al Maggiore, mi hanno aiutato tantissimo sia il rettore, don Concetto Occhipinti, che don Daniele Salera, educatore. Ho fatto poi ancora un anno di propedeutico, durante il quale ho vissuto una prima esperienza in parrocchia e ho iniziato anche a sperimentarmi di nuovo nello studio, che è sempre stato molto difficile per me».
Finalmente Emanuele Gargiulo è pronto a rispondere di sì al Signore e diventare sacerdote. «Durante gli anni del seminario – spiega – ho avuto la grazia di prestare servizio in diverse realtà parrocchiali e in diversi quartieri. Sono stato anche per un certo periodo in un hospice, come accompagnamento al fine vita. E ora, da due anni, sono stato assegnato a Casal Boccone». Diciassettemila abitanti per un quartiere quasi diviso a metà, tra la vecchia borgata nata cinquant’anni fa e gli appartamenti di più recente costruzione. Una comunità prevalentemente anziana, dove mancano i luoghi di aggregazione e dove le famiglie più giovani tornano sostanzialmente solo per dormire. «I giovani non partecipano molto – racconta il sacerdote – ma stiamo cercando di riportarli in parrocchia grazie ad alcune novità. Ad esempio si è rivelata giusta l’intuizione di spostare il catechismo alla domenica, in modo che sia più facile da frequentare per le famiglie della zona, e infatti ci sono stati più iscritti».
Sta dando molto frutto anche la collaborazione con la vicina parrocchia di San Giovanni Crisostomo, in puro stile sinodale. «Abbiamo alcuni gruppi in comune, come gli scout e il Gam, la Gioventù ardente mariana – dice ancora don Gargiulo –. Ma a parte questo c’è un bel rapporto di amicizia, perché talvolta il parroco di lì viene a celebrare da noi e viceversa». Nel territorio parrocchiale sono presenti anche le Maestre Pie e pure con le suore «lavoriamo insieme», assicura don Emanuele. Un’attitudine acquisita in seminario: «Come detto ero già grande, abituato a vivere da solo, ad avere i miei spazi – ricorda –. Vivere con altre settanta o ottanta persone differenti da me, di età e culture diverse, all’inizio è stato davvero faticoso… ma anche bello. E mi è servito».
La testimonianza più bella però per la gente di Casal Boccone arriva dallo stile di vita sobrio e umile della piccola comunità presbiterale di Santa Maria delle Grazie. Il cibo per la tavola del parroco, don Demetrio Francesco Quattrone, e degli altri due sacerdoti, arriva dagli avanzi della mensa di una vicina scuola, oppure dalla generosità dei parrocchiani. Don Emanuele, appena può, si dedica anche a zappare un po’ di orto e trova sempre tempo per scambiare due parole con chi arriva in chiesa. Si sente – come ha raccontato a Cristian Gennari nel bel video che vi presentiamo – “un puntino nelle mani di Dio, al servizio di Dio per gli altri”. E chi lo incontra non può non accorgersene.
foto e video di Cristian Gennari
Fonte www.unitineldono.it