Home Chiesa e Diocesi Ad Alife un’assemblea parrocchiale per “ricostruire” la Comunità

Ad Alife un’assemblea parrocchiale per “ricostruire” la Comunità

Da una prima lettura del territorio emerge il desiderio comune di occasioni di convivialità e di confronto più frequenti ma anche di momenti formativi in ambito sociale e spirituale

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Gianluca De Vizio – Un momento tanto atteso, preparato nei dettagli e con la volontà di chi davvero vuole cambiare, insieme, le sorti di una città come Alife, a difesa del bene comune. È stato questo lo spirito dell’assemblea parrocchiale voluta dal consiglio pastorale della parrocchia, svoltasi ieri nella Cattedrale di Alife dal titolo “Rialza le mura di Gerusalemme”, tratto dal Salmo 51.
L’assemblea è stata presieduta da Don Emilio Salvatore, da qualche mese collaboratore del parroco Don Pasquale Rubino. Ha partecipato all’assemblea anche il Vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli, che ha apprezzato il lavoro che la parrocchia sta facendo: dopo due difficili anni di pandemia e dopo una situazione internazionale che sembra, nuovamente, stravolgere le agende di tutti e destare le giuste preoccupazioni, questo è il tempo per ricominciare, per rialzare le mura della comunità sociale ed ecclesiale. Le mura sono simbolo della protezione divina, danno una sensazione di sicurezza e pace. Quelle di Alife sono state erette probabilmente dopo la conquista del Sannio operata da Silla nel secondo decennio del I sec. a. C., epoca alla quale risalgono le prime evidenze della colonia romana di Alife; nel corso dei secoli queste mura sono state distrutte a causa di eventi bellici o naturali, eppure sono state sempre ricostruite.
Riecheggiava, quindi, l’invito a rialzare nuovamente queste mura, lavorando insieme, perché da soli non si riesce a costruire niente: per questo motivo sono state invitate tutte le associazioni, i movimenti e i professionisti che operano sul territorio. Durante il dibattito sono emerse diverse riflessioni sulla realtà locale: il progressivo allontanamento persone (soprattutto giovani) che non trovano opportunità lavorative adeguate alla loro formazione: ciò comporta un continuo impoverimento in termini di risorse umane e di varietà nelle professionalità; svuotamento del centro storico e allentamento del tessuto relazionale sociale; mancanza di occasioni di confronto su temi che interessano la collettività; poca volontà anche di impegnarsi nella vita sociale e politica del paese; mancanza di spazi fisici che possano agevolare l’incontro e il confronto.
L’obiettivo da raggiungere è quello di creare una comunità credibile ed entusiasta, che possa riscoprire la spiritualità attraverso il ritrovarsi insieme, intorno alla Parola di Dio; sensibilizzare percorsi per e con le famiglie e creare occasioni di convivialità.

La Parrocchia tornerà a riunirsi e a riflettere insieme e a muovere nuovi passi con proposte formative a partire dalla letture dei bisogni collettivi.

Se, con la grazia del Signore, con gli occhi della fede, ci sforziamo di scoprire la pienezza in cui siamo, dobbiamo lasciarci trascinare da questa  dinamica storica.
Dinamica che ci indica dove la  storia va e ci aiuta a capire come anticiparla nella fraternità e nella giustizia (Carlo Maria Martini)

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