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Blonde: Norma Jeane contro Marilyn nel nuovo film Netflix di Andrew Dominik

Il film presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia è disponibile dal 28 settembre

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Noemi Riccitelli – Presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, Blonde del regista australiano Andrew Dominik è tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates, pubblicato nel 1999: non una biografia, ma un libro in cui la scrittrice americana ha proposto una storia nuova, diversa, fondendo reale ed immaginario letterario, riuscendo però ad enfatizzare aspetti delicati della vita della famosa diva-simbolo.
Prodotto da Netflix e da Plan B, casa di produzione di Brad Pitt, Blonde è stato scritto dallo stesso regista, che ha impiegato ben 11 anni per adattare il romanzo di Oates, compresa l’importantissima scelta del cast; il film è disponibile dal 28 settembre su Netflix.
Vessata e tormentata sin da bambina a causa della malattia mentale della madre Gladys (Julianne Nicholson), Norma Jeane Baker (Ana de Armas) cresce con predominanti insicurezze e mancanze, in particolare quella del padre, mai conosciuto;
tuttavia, la sua bellezza le apre le porte del mondo dello spettacolo e del cinema, di cui desiderava ardentemente diventare protagonista, e per il quale diventa Marilyn Monroe, pseudonimo artistico.
Quel mondo da lei idealizzato, però, non è come lo aveva sempre immaginato.
Crudeltà e violenza la circondano, altri prendono il controllo della sua stessa vita, le relazioni sentimentali non le danno il supporto e l’attenzione di cui aveva davvero bisogno: Cass Chaplin (Xavier Samuel), Joe DiMaggio (Bobby Cannavale), Arthur Miller (Adrien Brody).
Così, alla fine, Norma Jeane finisce per odiare sé stessa, la sua carriera, ciò che era riuscita a creare: Norma contro Marilyn, un eterno conflitto dal quale esce sconfitta.

Blonde è una catabasi nell’animo di Marilyn, anzi, di Norma Jeane: proprio così, perché Marylin è sempre stata finzione, una sagoma pensata e modellata su un corpo femminile (“The Blonde Bombshell”), non sulla vera personalità e, soprattutto, volontà di Norma.
Dunque, una discesa vorticosa e buia, un’analisi struggente e impietosa di una personalità che tutti, nel tempo, hanno pensato di conoscere, idealizzandola e desiderandola, ma della quale a tutti importava davvero poco, minando la sua serenità e dignità.
Il regista Dominik realizza, così, un’aspra critica al divismo esasperato, ad uno star system abbietto e vile (di cui emerge in modo evidente il maschilismo più subdolo) che ha pensato unicamente al proprio status quo: un’invettiva che assume la forma di un caleidoscopio di inquadrature che alternano il bianco e nero ai colori, immagini reali ed oniriche, ricordi e desideri, tutti dal punto di vista di Norma-Marilyn.

Sì, infatti, la sola protagonista del film è proprio lei: Ana de Armas ha realizzato uno straordinario lavoro di interpretazione, arrivando a rassomigliare in modo inverosimile a Norma-Marilyn.
Al di là della verosimiglianza, l’attrice riesce a portare sullo schermo tutto il dolore, la fragilità, l’intimità lacerata di una donna sottovalutata e bistrattata, che desiderava soltanto sentirsi realizzata nella carriera e nella vita sentimentale.
Il suo sguardo cattura lo spettatore, mettendolo persino a disagio, gridando con gli occhi l’aiuto di cui Norma-Marilyn avrebbe avuto bisogno.
Un ruolo così intenso e complesso che, certamente, potrebbe valere ad Ana de Armas la candidatura all’Oscar.

Blonde ha ricevuto numerose critiche, anzi, forse solo critiche, ma esso in realtà contribuisce alla decostruzione di una narrazione “mitica” e brillante di una realtà e di personaggi da sempre esaltati; Marilyn è stata e sarà sempre un’icona, la rappresentante di un’epoca, di un’idea artistica, ma l’intento di questo film non è mostrare ciò che già si conosce e si è visto: il film intende provare a far considerare al pubblico proprio il non detto, l’aspetto tutto umano e sinceramente inquieto di una donna che, certamente talentuosa, ha dovuto rinunciare ad una parte di sé.
Andrew Dominik fa parlare Norma Jeane, ma tutti, ancora, cercano Marilyn.

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