Giovanna Corsale – Può una città scomparire per errore? Impossibile, eppure è successo il 13 ottobre del 1943: alle 12.05 Alife fu rasa al suolo da un bombardamento avvenuto per mano degli Americani, ma a seguito di un maledetto errore. “Nell’estate del 1944, poco dopo la liberazione di Roma da parte delle truppe anglo-americane, Pat N. Walker, sergente capo (M/Sgt.) dell’aviazione americana (USAAF), si recò ad Alife alla ricerca di un non meglio precisato ‘cimitero tedesco’. Dopo che numerosi abitanti, alla sua bizzarra richiesta, gli avevano risposto che in città non vi era mai stato un luogo di sepoltura di soldati germanici, improvvisamente capì: il bombardamento di Alife del 13 ottobre 1943 era stato «a dreadful mistake», un terribile errore!” (Giuseppe Angelone. H-2703. Alife, una città dimezzata, Edizioni ASMV 2010). L’azione aerea militare era stata anticipata dal lancio di poche bombe già il 9 ottobre in cui persero la vita i primi alifani. Il 13 ottobre il disastro maggiore si concentrò nell’abitato tra Porta Napoli e Porta Piedimonte; tra le vittime anche il giovane parroco don Antonino Leggio.
La ricostruzione del disastro che colpì Alife, raccolta in un libro dal dott. Giuseppe Angelone, studioso di storia locale, resta l’unica aggiornata testimonianza di quella terribile giornata che ha segnato nel profondo l’anima della città e che l’affratella alla vicina Caiazzo, che nella sera di quello stesso terribile giorno soccombe all’azione distruttrice di un commando nazista (fu la strage di Monte Carmignano che vide l’esecuzione a morte di numerosi civili). Un interesse costante, quello dimostrato da Angelone, il quale, dopo la pubblicazione del libro succitato nel 2011, ne inviò una copia all’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con la richiesta di una Medaglia al Merito Civile da apporre sul gonfalone della città di Alife, “per le sofferenze patite dalla locale Comunità nel corso del secondo conflitto mondiale”. Al parere favorevole della Presidenza della Repubblica seguì una nota del Prefetto di Caserta in cui si indicava la disponibilità a procedere previo, da parte dell’Amministrazione comunale, del necessario materiale storico (leggi la Nota del Prefetto di Caserta). Un procedimento che in vista del prossimo anniversario (nel 2023 si celebreranno gli 80 anni del bombardamento) premierebbe ulteriormente il sacrificio di quegli alifani la cui memoria oggi più che mai, in un’Europa nuovamente bombardata e mortificata, va accompagnata alla riflessione sul valore della pace, non come alternativa ma come stile; non negli eventi celebrativi, ma nelle scelte che accompagnano la vita cittadina.
Ciò che ha ferito gli alifani oggi è ricchezza per tutti loro: è consapevolezza che ogni guerra porta errori e morte. Coltivare questa humanitas, farlo con occhi aperti sull’attualità è responsabilità primaria di chi guida la comunità sulle strade della politica, della cultura, della formazione in maniera duratura, ben oltre il tempo di vita di una corona d’alloro apposta ai monumenti.