Ancora un appuntamento con la cultura all’Eremo di San Vitaliano, luogo di spiritualità e dialogo che con la sua maestosità domina Casolla, frazione di Caserta, e la cui guida pastorale è affidata a don Valentino Picazio. Stavolta a fare da protagonista saranno le atrocità vissute da quarantasei casertani vittime dei nazisti tra l’autunno del ’43 e quello del ’44, che abitano le pagine del libro scritto da Bartolomeo Corbo con la presentazione del giornalista Luigi Ferraiuolo. La presentazione del libro si terrà domenica 6 novembre alle 16.00, presso l’Eremo di San Vitaliano. Il libro è acquistabile solo su Amazon.
IL LIBRO
Il libro racconta, attraverso tredici racconti, le vicende di quarantasei persone vittime dei nazisti tra l’autunno del 1943 e quello del 1944. Quarantasei casertani che nella loro città, nel resto dell’Italia e nelle ex colonie, morirono per aver in qualche modo impedito i desideri di rivincita e vendetta dei tedeschi contro i loro ex alleati. A Caserta e nelle sue borgate, nei giorni tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, mentre si preparava e si combatteva la battaglia del Volturno, decine di civili furono coinvolti in una guerra senza quartiere, presi in ostaggio, torturati, fucilati. Molti di loro erano donne e bambini. Fuori regione altri casertani pagarono con la vita l’essersi schierati dalla parte sbagliata.
Si tratta di storie, alcune conosciute, altre assolutamente inedite, che con il passare del tempo stanno rischiando di essere perse. Il testo cerca di far rivivere (attraverso le parole stesse dei protagonisti di cui spesso è rimasto solo il nome su qualche lapide) le persone con la loro voglia di vivere, i loro sentimenti, la loro vita. I fatti raccontati sono realtà storica, ricostruita attraverso letture e ricerche. I pensieri ed alcune situazioni frutto di fantasia. Una sorta di omaggio a tante vittime, alcune consapevoli, altre no, che con il loro sangue hanno contribuito alla nostra libertà di oggi. Un racconto corale di quello che è successo ai casertani che mancava. Ad ottanta anni da quegli avvenimenti, ricordare è essenziale, soprattutto in tempi come questi segnati ancora dalla paura della guerra, perché non succeda mai più. Perché il loro sacrificio ci ricordi che la violenza cieca, l’odio non possono essere la soluzione, che la pace e la collaborazione tra i popoli sono le uniche vie per un’umanità migliore. Perché anche Caserta, come tante altre città di Italia, possa celebrare la memoria.