In che direzione va la catechesi proposta dalla Diocesi di Alife-Caiazzo? Se l’è chiesto l’equipe dell’Ufficio catechistico diocesano, guidato da maggio scorso da don David Ortega, lavorando per alcuni mesi ad una proposta che ora è affidata a parrocchie e unità pastorali che lentamente prendono confidenza con quanto suggerito.
Al centro della riflessione diocesana, la provocazione di Papa Francesco che lentamente si sta innestando nel linguaggio della Chiesa cattolica e di conseguenza nelle proposte pastorali che giungono alle periferie, cioè nelle Chiese locali: il tempo che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca.
L’Ufficio Catechistico diocesano, in questa visione globale da cui non è esclusa la piccola Chiesa di Alife-Caiazzo, ci mette il proprio lavoro, ma prima ancora l’ascolto e la lettura della realtà, delle piccole comunità a cui è indirizzata la proposta formativa, soprattutto dei bambini e dei ragazzi.
Non aspettiamoci tabelle di marcia o consigli per l’uso; non aspettiamoci in Parrocchia l’arrivo di un vademecum, o una griglia che calendarizzi “I tappa, I incontro” e la sequenza di attività da svolgere, perché il suggerimento di fondo dell’Ufficio diocesano è soprattutto uno: si educa quando si conosce, quando si cammina insieme, quando si accoglie ogni singola storia e Storia di comunità, quando ci si riconosce come comunità-famiglia. Quindi all’attenzione di parroci e catechisti, prima di tutto, l’accoglienza e la cura dell’unicità di ogni singola comunità.
Far maturare nella gente (genitori in primis) l’educazione ai valori umani e cristiani; favorire la scoperta o la riscoperta della comunità di appartenenza quale luogo privilegiato delle relazioni dove si sperimenta la fratellanza; promuovere l’incontro con Dio attraverso la figura di Gesù che di lui ne fa esperienza diretta (la sua stessa fede di Figlio); sperimentare e far sperimentare che un vero cammino di fede coinvolge tutto l’uomo, la sua dimensione affettiva, relazionale, sociale, spirituale: sono le tappe dell’esperienza catechistica suggerita.
Da un Vangelo ascoltato ad un vangelo vissuto: questa è la strada da percorrere a piccoli passi attraverso processi suscettibili di cambiamenti e adattamenti, come già sottolineava Papa Francesco nel 2019 alla Curia romana in una logica di apertura e accoglienza dei cambiamenti in atto in cui scorgere i segni di Dio che si rivela (“Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia”); rendersi creativi di linguaggi e ritmi che regolino i processi formativi, avendo ben chiara la storia e i volti di ogni singola comunità parrocchiale. L’impegno richiesto ai catechisti è quello di essere dunque attenti conoscitori della propria realtà. Il passo successivo è quello di essere catechisti di dialogo, pazienza, accoglienza cordiale; disponibili a camminare accanto, a camminare con suscitando il desiderio di conoscere Gesù e di lasciarsi ascoltare nel raccontarlo.
In un video prodotto dall’Equipe diocesana, è proposta la sintesi del progetto educativo: linguaggio veloce ed immediato, comodo strumento da condividere in famiglia e nei gruppi parrocchiali.