A Margine dell’evento che martedì 13 dicembre ha visto protagonisti i sindaci di Terra di Lavoro per la firma di un Patto per non dimenticare le stragi nazifasciste (vai all’articolo), promosso dall’Associazione Monte Carmignano per l’Europa di Caiazzo, pubblichiamo la storia di questo gruppo di cittadini che ormai da anni lavora per recuperare la memoria, per fare cultura, per spianare la strada della pace e del dialogo.
In foto il presidente Tommaso Sgueglia con la signora Rita Hirsche già borgomastro di Ochtendung, presidente onorario della stessa Associazione (Ochtendung è la città del boia nazista che perpetrò la strage di Caiazzo in cui persero la vita 22 civili il 13 ottobre 1943).
L’Associazione Monte Carmignano per l’Europa è parte di un grande movimento attivo in tutto il mondo come testimonianza quotidiana degli orrori provocati dalle guerre. Coltivare la memoria di violenze e stragi che, seppur lontane nel tempo, restano vive nel ricordo dei sopravvissuti e delle generazioni successive, costituisce un valore largamente condiviso per alimentare e dare senso alla vita democratica. Ai nostri occhi, le morti provocate dall’ultimo conflitto mondiale, i crimini contro le popolazioni civili, l’Olocausto degli ebrei, lo sterminio di oppositori e altre minoranze, appaiono come un’assurdità della storia da non dimenticare. Il loro ricordo deve, infatti, servire tuttora quale monito contro tutte le forme di discriminazione e di aggressione, anche quelle meno eclatanti, che, purtroppo, non mancano di essere presenti anche ai nostri giorni.
Ogni massacro accaduto nel contesto della Seconda Guerra Mondiale mostra una inclinazione spaventosa e aberrante di cui si è macchiata una parte significativa dell’umanità. Serbarne il ricordo e soprattutto studiarlo, raccontarlo, farne occasione di incontro ha, anche, un profondo significato educativo.
Ricostruire una per una le dinamiche che provocarono le stragi avvenute in quel periodo, vuol dire mettere al loro posto ogni tassello in quel mosaico di sofferenze provocate a milioni di vittime. Come le “pietre di inciampo” ricordano in tutte le città d’Europa i luoghi da cui furono deportati gli ebrei verso i luoghi dello sterminio, ogni gruppo, ogni associazione che tiene vivo il ricordo delle stragi nazi-fasciste, perpetrate in Italia o in Europa, ricostruisce la mappa degli orrori della guerra per ammonirci a non ricadere più nell’orrore. Fra questi sodalizi, l’Associazione Monte Carmignano per l’Europa presenta un carattere di straordinaria originalità, sotto il profilo storico, per le finalità che persegue e per i modi attraverso cui le mette in pratica. La particolarità storica attiene ai tempi in cui si è consumata la strage di Monte Carmignano, le modalità con cui è avvenuta e i soggetti che l’hanno provocata. Si tratta infatti del primo atto di violenza contro civili effettuata poco più di un mese dopo l’8 settembre 1943. Segna pertanto l’avvio delle azioni stragiste contro gli italiani messe in atto dai nazisti, in relazione all’armistizio e allo sbarco degli alleati in Italia. Lo spregio della vita umana e il disprezzo rabbioso contro gli italiani è l’unica motivazione che portò a trucidare, nel casale di Monte Carmignano, ventidue persone incolpevoli e inermi.
Inoltre, risulta di particolare rilievo il profilo degli autori di questa strage che non fu compiuta, a differenza di tutte le altre, dalle SS ma dall’esercito regolare tedesco la Wehrmacht, una macchia sui militari che avevano tenuto a distinguersi dagli aguzzini. Il secondo aspetto che caratterizza l’Associazione Monte Carmignano per l’Europa riguarda il profondo nesso fra memoria – riconciliazione – integrazione europea. Se nel coltivare la memoria degli orrori della guerra, delle leggi razziali, delle stragi vi è una generale convergenza, in pochi hanno praticato uno sforzo di riconciliazione per segnare la rottura con il passato provocato dalla realizzazione di un’Europa democratica e pacifica.
L’ amicizia costruita in una relazione sincera e profonda fra il Comune di Caiazzo e quello di Ochtendung, la città tedesca che era il luogo in cui dimorava il sottotenente della Whermacht autore della strage, riempie di significato l’avvenuta integrazione europea. E questo certo fa la differenza e arricchisce di un valore propositivo le azioni associative. “Memoria e Riconciliazione” sono le due parole d’ordine di Monte Carmignano per l’Europa, uno slogan di stringente attualità anche politica e di straordinaria preveggenza. Solo pochi anni fa l’Europa sembrava sotto accusa, in Italia e non solo.
La minaccia di una revanche sovranista ha fatto, a un certo punto, temere possibili incrinature nella stabilità delle istituzioni europee. Per fortuna il vento sovranista sembra meno pericoloso e la crisi pandemica ha fatto ritrovare lo spirito di solidarietà e reciproca comprensione fra le nazioni europee come nei tempi migliori. Due piccole città italiane e tedesche accomunate da un episodio buio della storia, da tempo ritrovano nella democrazia continentale il comune riferimento, esemplificando, alla scala locale, quella comunanza indispensabile a mantenere l’Unione Europea forte e unita appoggiando in pieno le istituzioni dell’Unione a partire dal Parlamento Europeo.
L’aver riconosciuto l’Europa come principale antidoto contro la violenza e strumento per mitigare l’orrore del passato, costituisce il carattere originale e distintivo dell’Associazione Monte Carmignano per l’Europa.
Infine, l’associazione negli anni ha sviluppato una mole di iniziative grazie all’infaticabile contributo dei tanti aderenti sotto la guida del suo fondatore e presidente Tommaso Sgueglia. Bisogna, a tal proposito, ricordare il calore, la partecipazione, l’impegno dei volontari dell’Associazione, dei famigliari delle vittime, dei cittadini, delle autorità nelle numerose attività svolte. Una partecipazione civica che merita il massimo sostegno, soprattutto delle istituzioni nazionali ed europee.
Giova a questo proposito ricordare anche il Premio Nazionale per saggi storici, narrativa e video “Insieme per il futuro – Miteinander Die Zukunft Gestalten” e il coinvolgimento degli studenti di Caiazzo con appositi lavori che danno conto della memoria dell’eccidio secondo avanzati canoni di comunicazione mediatica e fanno riappropriare le nuove generazioni del racconto di quel sanguinoso evento. I giovani sono protagonisti e non recettori passivi della narrazione degli adulti, essi stessi si fanno strumento per la propagazione della memoria. Valorizzare, far conoscere e diffondere questa straordinaria esperienza associativa su tematiche tanto attuali è auspicabile trovi adeguata accoglienza anche nelle massime istituzioni europee.