Sorpresa e poi disappunto, ma anche tanta perplessità: pagare oppure tentare di capirci meglio? Presso le abitazioni degli alifani stanno giungendo – insieme ai doni natalizi – anche bollette da pagare: si tratta del Canone acque reflue del 2017, ossia i tributi da pagare al Comune per fognatura e depurazione, servizi per i quali i cittadini sono tenuti a contribuire, fatto salvo l’effettivo funzionamento degli impianti e l’allaccio della rete fognaria su quella pubblica (diversamente per coloro che usufruiscono di pozzi neri).
L’anomalia segnalata da molti sta nella tempistica legata alla riscossione che fa l’Ente comunale, a quanto pare non più nei tempi previsti dalla Legge, perché in prescrizione.
Dalla parte dei Cittadini si schiera lo Stato assumendo la decisione già nel 2017 (e poi con successive modifiche di Legge e conferme) che le notifiche per tali pagamenti non hanno valore se trascorsi due anni dalla data che accompagna l’atto (va segnalato a tal proposito che la posta ordinaria non ha valore di notifica). Ed è questo il caso delle lettere recapitate ai cittadini di Alife.
Perché tanta attenzione al caso? Non è la polemica che edifica le comunità, bensì le strade spianate verso il bene comune, verso il benessere collettivo, verso l’efficienza di servizi e di conseguenza una sempre maggiore fiducia dei cittadini nei confronti della Politica seria e trasparente. Questo è l’augurio all’intera comunità alifana.
Un faro sulla questione alifana però lo pongono i gruppi di minoranza consiliare nelle persone dei loro rappresentanti Salvatore Cirioli (per il gruppi Uniti per Alife) e Vincenzo Guadagno (per il gruppo l’Elefante-C’è un’altra Alife): per quel che riguarda anche il ruolo di controllo all’andamento della macchina politico-amministrativa che naturalmente spetta alle opposizioni, entrambi promettono battaglia alla maggioranza guidata dal sindaco Maria Luisa Di Tommaso agendo per le vie consentite legalmente al fine di tutelare i cittadini di Alife e la comunità tutta: “ho provveduto ad inviare tutto alla Procura della Corte dei Conti – la dichiarazione di Cirioli – perché ci troviamo di fronte all’ennesimo danno erariale ed anche ad un falso in bilancio, perché questi soldi, che non entreranno mai nelle casse del comune, sono stati iscritti a Bilancio”.
In democrazia il gioco delle parti chiama in causa anche questa responsabilità, quella cioè di vigilare e segnalare allo Stato le condizioni di vita di un Ente.
Ma nel frattempo, cosa accade per i cittadini? Le bollette possono essere contestate tramite modulo apposito che lo stesso Ente deve mettere a disposizione degli utenti i quali – se interessati al caso – dovranno contestare l’addebito tramite raccomandata.
La Delibera 17 dicembre 2019 547/2019/R/idr dell’Arera (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambienti) e successive modifiche all’articolo 3 dell’Allegato B (versione del 2021), lì dove sono indicate le “Misure di tutela a vantaggio degli utenti finali” chiarisce nel modo seguente: Il gestore è tenuto ad integrare la fattura recante gli importi riferiti a consumi risalenti a più di due anni con una pagina iniziale aggiuntiva contenente: a) il seguente avviso testuale: “La presente fattura contiene importi per consumi risalenti a più di due anni, che possono non essere pagati, in applicazione della Legge di bilancio 2018 (Legge n. 205/17) come modificata dalla Legge di bilancio 2020 (Legge n. 160/19). La invitiamo a comunicare tempestivamente la Sua volontà di eccepire la prescrizione relativamente a tali importi, ad esempio inoltrando il modulo compilato presente in questa pagina ai recapiti di seguito riportati [indicare i recapiti].” A questo punto il gestore (nel caso specifico il Comune) è tenuto a fornire un modulo “precompilato” o quanto meno predisposto perché il cittadino sia facilitano nel difendere la propria posizione.