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Ad Alvignano i funerali del prof. Raffaele Romano. Se ne va l’uomo, “l’idea” resta e diventa un appello alle Istituzioni

Nelle piccole comunità la morte chiama a raccolta davvero tanti: ricordi, esperienze di condivisione, progetti in comune. La persona che se ne va quasi mai è "anonima" e l'accompagna sempre un affetto e un dolore profondi. E inoltre il desiderio che il suo volto e un particolare impegno profuso trovi continuità in chi resta

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Funerali commossi stamattina ad Alvignano nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano per l’ultimo saluto a Raffaele Romano, per decenni docente di Storia e Filosofia al Liceo “G. Galilei” di Piedimonte Matese da cui si era congedato per raggiunti limiti di età nel 2018; ma soprattutto protagonista nel suo paese natale di importanti iniziative culturali tese al recupero dell’identità storica e alla conservazione della memoria, che è radice di ogni futuro. Un metodo vincente il suo, quello di condividere appassionatamente il sapere e farne motivo di confronto, discussione tra generazioni diverse. Gli interessava il fare e ha fatto: la sua passione per l’archeologia e la storia medievale l’hanno reso protagonista della nascita ad Alvignano della locale sezione dell’Archeoclub d’Italia e numerose iniziative collaterali.
Tanta cosa per il paese, ma anche tanto esempio: in nome dell’impegno del prof. Romano, profuso con dedizione e senza alcun tornaconto personale, al termine del rito delle esequie, è stata letta la lettera che alleghiamo contenente un esplicito appello alle autorità politiche di Alvignano (presenti alla cerimonia funebre) e a quanti intendono operare sul piano della cultura e storia locali. La scrive Carmine Mastroianni, giornalista, autorevole archeologo e scrittore, docente con il prof. Romano, in un Liceo del Lazio. 

Caro Raffaele,
Quanto è difficile scrivere queste parole, prima di tutto perché dare l’addio ad un amico resta sempre la cosa più dolorosa che ci tocca in questa nostra misteriosa esistenza, e poi perché ti conosco bene e so che non ami parole di circostanza, anche se esse vengono dal cuore. Insomma, non sei il tipo da discorsi funebri, quindi eviterò elogi e lungaggini sennò saresti capace di venire a tirarmi le orecchie anche dall’Aldilà. Resta superfluo ricordare il tuo lungo impegno come docente di Storia e di Filosofia, materie che amavi e che pertanto eri capace di trasmettere al di là del loro semplice contenuto. Sarebbe inutile poi elencare i tuoi innumerevoli interessi che spaziavano dalla storia medioevale a quella della Chiesa, dall’archeologia alla botanica, dalla cucina alla cura per la tua amata campagna, fino ai viaggi che organizzavi sempre con meticolosa sollecitudine in giro per l’Europa.

Ma veniamo al punto, senza tema di smentita tu – come uomo di cultura – hai dato moltissimo ad Alvignano, forse più di tutti i pochissimi meritevoli di questa menzione: la tua perspicacia nel costituire una locale sede Archeoclub fu davvero un pungolo per far partire un gruppo di lavoro capace di dare vita a innumerevoli iniziative (dalle pubblicazioni di preziosi volumi, ai molti restauri di opere d’arte, alla valorizzazione del patrimonio archeologico e storico del nostro Comune), iniziative tangibili e i cui effetti perdurano tutt’ora. Soprattutto, però, a te va il merito indiscusso di aver formato le coscienze e le sensibilità di più generazioni di giovani alvignanesi, facendo rivivere in loro l’epopea storica dell’ancora inesplorata Cubulteria. Il tuo impegno, fuori da qualsiasi schieramento politico o ideologico, è stato unico ed esemplare e ha davvero prodotto frutti per la nostra comunità, dove non sempre il patrimonio storicoculturale è riconosciuto come un bene da salvaguardare, studiare e rendere fruibile. Per tutto questo ti dobbiamo un caloroso grazie, vero e sincero, al netto del tuo caratteraccio, severo, spigoloso, scontroso, intrattabile ma senza il quale – diciamolo – non saresti stato il professore Raffaele Romano. Oggi qui, davanti a te riuniti per l’ultima volta, vorrei strappare un impegno sia alle autorità politiche sia a tutti coloro che ti hanno apprezzato in vita, vale a dire la promessa di ritrovarci tra un anno in questa chiesa (al cui restauro tanto hai dato!) per ricordarti così come meriti, in una giornata di studio e di cultura a te dedicata. Credo che coltivare la tua memoria sia il ringraziamento più autentico che gli alvignanesi, e non solo, possano renderti; un modo per continuare ad averti tra noi e crescere come comunità attraverso le cose belle che ci hai lasciato in eredità.

Per parte mia, caro amico, che dirti? Mi hai maledettamente contagiato con il fuoco dell’archeologia quando venisti a parlare di Cubulteria alle scuole medie oltre trent’anni fa; quella fiamma non mi ha più abbandonato e ha segnato il destino di un ragazzo della campagna alvignanese che un po’ di strada nella vita l’ha fatta anche grazie te, e che oggi soffre terribilmente la tua mancanza. Conserverò, come molti qui oggi, il ricordo del tuo entusiasmo contagioso e il gusto di voler raccontare la Storia in modo semplice e ironico, con un occhio sempre rivolto ad Alvignano. Buon viaggio amico di un pezzo bello della mia vita; santi e sante, imperatori e imperatrici, re e regine, papi e cavalieri e con essi i pensatori di tutti i tempi possano farti eterna compagnia.

Carmine Mastroianni

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