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Neve sul Matese, ancora troppo poca per il bene dell’ecosistema. A dicembre +2,65 gradi rispetto alla media in tutto il Mezzogiorno

Si attendeva la neve ed è arrivata. Forte la suggestione ma resta la consapevolezza di un drastico cambio climatico in atto; temperature sono destinate nuovamente a risalire nei prossimi giorni

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Il Lago Matese questa mattina visibile dalla webcam aggiornata in tempo reale di turismometeo.it

Solo poche ore di neve per il Matese; annunciato un nuovo aumento della temperatura e fatta eccezione delle deboli piogge previste per domani giovedì 12 gennaio, nei prossimi giorni il sole sarà nuovamente protagonista.
Nella giornata di ieri l’appennino centro-meridionale di Abbruzzo, Molise, Lazio e Campania si è ricoperto di pochi centimetri di bianco, quel poco per entusiasmare ma non per soddisfare completamente le attese di operatori turistici e soprattutto del mondo agricolo. Lo dimostrano le immagini delle webcam in tempo reale posizionate per il rilevamento meteorologico in alcuni punti strategici di passaggio (utile servizio per gli automobilisti, promosso da turismometeo.it).

Località Miralago il 10 gennaio
(foto “La baita del ciliegio” – Facebook)

Vale il detto “Sotto la pioggia fame; sotto la neve pane” ad indicare i benefici che il freddo secco dei mesi invernali genera ai terreni e quindi alle coltivazioni successive, dunque all’intero ecosistema in cui si integrano e si supportano specie vegetali ed animali e in cui si inserisce la vita dell’uomo. Riflessione simile per le falde acquifere del nostro Matese alimentate in superficie da numerose sorgenti e piccoli nevai in scioglimento che talora si riempiono per le piogge abbondanti ma sporadiche e sempre meno per il deposito stabile di neve; diverso il discorso per le acque che scorrono nel sottosuolo: vene d’acqua sotteranee e grotte, canali e sorgenti nascoste restano la ricchezza del nostro appennino e che anche la scorsa estate, quando il caldo e la siccità hanno preoccupato l’intera Italia, riversavano nelle principali sorgenti d’acqua quali il Torano e il Maretto che distribuiscono acqua all’intera Campania per uso domestico, la consueta abbondanza ed energia.
Ma quando e in che termini pagheremo il perdurare del cambio delle stagioni?
L’aumento della temperatura, la variazione delle medie stagionali in visibile aumento (il Sud Italia che a dicembre ha una temperatura pari a +2,65 gradi sopra la media, ormai consolida la produzione di frutta tropicale mentre quella di olive si sposta al Nord, secondo i dati di Coldiretti), resta tema dibattuto in ambito politico, sociale ed economico a livello locale e internazionale; la Chiesa Cattolica in questo tempo, più che in altre epoche, interviene sul necessario rispetto per la Casa comune e invita all’ascolto del grido di dolore della Terra. Quel grido sordo che si leva da ogni angolo di verde, dal giardino di casa ai boschi del Matese, dal suggestivo Lago carsico (il più alto d’Italia appena sopra i 1000 metri) ai pianori di erba tenera per le greggi.

Non serve più uno o pochi impegni per rimediare e tornare indietro con il beneficio che un decisivo cambio di rotta in termini di tutela ambientale ci restituirebbe buoni risultati fra trent’anni così come confermano gli studi; ma serve farlo, serve restituire alla Natura ciò che le è stato tolto in termini di ritmi, cicli vitali, risorse naturali che la rigenerano. Nelle abitudini l’appello è ad un utilizzo moderato ed oculato di ogni bene di consumo che vanno dai cibi ai saponi, dai tessuti ai motori, dalle plastiche ai concimi…
Una lunga lista a cui ognuno sa di poter aggiungere un piccolo “peccato”.

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Campitello Matese da una foto di questa mattina tramite la webcam di turismometeo.it

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