Paolo Bustaffa – Secondo una ricerca apparsa di recente sulla rivista Science l’impossibilità di vedere le stelle sta accelerando in tutto il mondo più di quanto prevedessero i satelliti (+ 7% in Europa e +10% nel Norda America). A rilevarlo sono 51.351 astronomi dilettanti distribuiti in 19 mila luoghi diversi del nostro pianeta.
L’effetto conseguente di questo inquinamento luminoso – si legge nel commento alla ricerca – è che un bambino che nasce oggi con la possibilità di vedere 250 stelle quando sarà giovane ne vedrà 100 e quando sarà adulto forse nessuna.
Ma perché pensare alle stelle in un tempo in cui domina il buio della guerra, della pandemia, della ingiustizia, della morte innocente?
Non certo per sfuggire alla realtà. Ma perché c’è una domanda a cui rispondere: la luce artificiale che impedisce o riduce la possibilità di vedere le stelle non è forse anche dentro l’uomo? Scrive il giornalista e scrittore Gabriele Romagnoli a proposito della ricerca ripresa da Science. “Non sarà che quel velo opaco è dentro e non sopra di noi?”
Il cielo stellato che faceva spalancare gli occhi, che lasciava presagire con gioia l’arrivo di un nuovo giorno è diventato un cielo scuro che fa chiudere gli occhi per paura del giorno che verrà?
Alle città che cercano di ridurre le luci artificiali per consentire di ammirare un cielo stellato si affiancano quelle dove si spengono le luci delle strade e dei palazzi per evitare di essere colpite da bombe e missili.
I cieli sopra l’Ucraina, l’Iran dove i Pasdaran sparano agli occhi delle donne, il Perù e altri Paesi feriti si allargano ai cieli di altre città dove le stelle sembrano perdere d’intensità per un inquinamento luminoso che è dentro l’uomo.
Nel cielo a brandelli si specchia il mondo.
Eppure, ci sono stelle che continuano a brillare e con il linguaggio del silenzio annunciano una speranza non per sopravvivere ma per vivere.
Lo ricorda papa Benedetto XVI nell’enciclica Spes salvi con questa immagine “La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata”.
Le stelle brillano ancora, si possono vedere con gli occhi della ragione e della fede.