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Alife. Quando piove e la città è sommersa. L’importanza di un sistema di drenaggio che tuteli cittadini e ambiente

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Riceviamo e pubblichiamo un articolo a firma dell’Ing. Paolo Del Toro, con esperienze in cambo di urbanistica: ci offre una lettura esaustiva su una delle criticità che puntualmente in caso di piogge abbondanti colpisce la città di Alife. Troppi allagamenti nelle strade e nei terreni a fronte di un sistema di drenaggio di acque bianche e nere non più rispondenti alle esigenze del territorio. 
Il caso di Alife non è solo ed isolato: l’aggiornamento del sistema di scolo riguarda paesi e città, piccoli borghi e ogni angolo abitato che ha visto negli ultimi trent’anni modificare l’assetto urbanistico dei nostri centri con un crescente numero di abitazioni e l’occlusione di alcuni naturali canali di scolo. L’articolo non è solo un’analisi dei fatti ma anche l’invito implicito agli Enti preposti (noi citiamo il Comune e il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano) ad avere cura dell’ambiente e dei cittadini. 

Paolo Del Toro – Quando piove in Alife vaste distese di terreni, specie intorno al centro storico, vengono allagate insieme a vie, piazze e parcheggi per la fuoriuscita di acqua e altro materiale dai tombini della rete fognaria. È necessario sapere che nel territorio di Alife ,era ed è in parte presente, un fitta rete di canali chiamati “Fossi Regi” di proprietà demaniale che servivano per drenare i terreni dalle acque delle risorgive, convogliare i corsi d’acqua naturali e alla bisogna irrigare le culture. Presenza necessaria per la scarsa pendenza e la natura argillosa del terreno che favoriscono il ristagno dell’acqua. Oggi il servizio di drenaggio dei terreni è affidato, dietro pagamento dei relativi oneri, al Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano. Per un serie di motivi, tra cui costruzioni di nuove
infrastrutture, di nuove abitazioni ecc., la maggior parte della rete dei “Fossi Regi” risulta “tombata” o abolita. Un esempio, quando fu costruito l’adduttore principale per l’irrigazione a monte di Alife, furono tranciati tutti i fossi di scolo e delle risorgive a monte
del canale stesso con ovvie conseguenze di ristagno. Un altro problema riguarda la rete
fognaria, depuratore compreso, essa fu progettata e dimensionata per la popolazione e per il bacino d’utenza degli anni 70 ed è di tipo “misto”, cioè le acque bianche e quelle nere sono convogliate nella medesima rete. Il progettista dell’epoca, posizionò in punti
strategici degli “sfioratori” la cui funzione era di scaricare l’acqua in eccesso, in caso di
forti piagge, nei canali adiacenti la rete.
Negli ultimi anni, il bacino di utenza si è dilatato a dismisura per la costruzione di nuovi
quartieri, di parcheggi e di strade; i nuovi rami di fognature furono progettate e
costruite da tecnici diversi, senza la funzione di coordinamento dell’ Ufficio Tecnico
comunale di Alife. La mancanza di un supervisore ha fatto commettere degli errori come
l’abolizione degli sfioratori , impropriamente giustificato dal fatto che le nuove norme
impongono la separazione delle acque nere da quelle bianche, regole non valide per le
opere già costruite.
Altro errore è stato, in alcuni tratti, convogliare le acque dei Fossi Regi nella rete fognaria, con ovvie conseguenze di far “saltare” i tombini come tappi di spumante in caso di temporali; si capisce inoltre che qualora fosse possibile convogliare tutte le acque al depuratore sarebbe inutile per due motivi: il primo è che le acque bianche non hanno
bisogno di essere trattate, il secondo motivo è che il depuratore è dimensionato per trattare le acque reflue e ciò a prescindere dal suo funzionamento.

È necessario pertanto convocare una commissione con gli organi tecnici del Comune di
Alife e i rappresentanti del Consorzio di Bonifica per la redazione di un unico piano
integrato delle acque con la supervisione degli stessi.

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