Giovanna Corsale – Si chiude oggi, 20 febbraio, a Napoli un evento che ha per tema il fenomeno della violenza, nelle sue varie e deplorevoli sfaccettature. Promossa dall’Associazione Arteggiando e dalla Consulta delle Elette del Comune di Napoli, l’iniziativa, ospitata dal Palazzo delle Arti di Napoli, nasce con l’intento non solo di sensibilizzare, ma soprattutto di scongiurare ogni forma di violenza, da quella perpetrata ai danni delle donne o in famiglia, a quella sui minori e ai gesti di maltrattamento compiuti troppo spesso e in maniera sconsiderata a danno della natura. Si tratta di una manifestazione di ampio respiro, articolato in quattro giornate di dibattiti, riflessioni e approfondimenti guidati da docenti universitari, rappresentanti di associazioni e delle istituzioni, artisti e intellettuali impegnati nel contrastare ogni forma di violenza.
Contestualmente è stata inaugurata la Mostra collettiva “Bandiera Bianca – Stop alla Violenza”, nel cui ambito si inserisce la mini personale presentata dall’artista originario di Formicola Gennaro Di Giovannantonio, geometra di professione e nella vita marito, padre e nonno. Quella che da bambino si mostrava come curiosità spontanea, negli anni è diventata per Gennaro sensibilità marcata verso tutto ciò che la parola “ambiente” significa e stimolo per condurre uno studio autonomo sulle varie forme di inquinamento e di storpiatura dei paesaggi. Di fronte ai frequenti gesti di inciviltà e mancato rispetto verso la Madre Terra, quale risposta è possibile auspicare? La risposta a tale domanda non cade lontano dall’essere umano e dal suo agire, poiché è un richiamo alle coscienze di ogni “abitante” della Terra. La risposta risiede in una sorta di “nuovo umanesimo, una nuova cultura” improntata sul concetto di solidarietà e armonia tra uomo e natura.
Intervenendo nel dibattito tenutosi lo scorso 16 febbraio, Gennaro Di Giovannantonio ha posto l’accento sulla triste realtà che “oggi più di ieri, la terra, i fiumi e gli oceani sono sempre più sfruttati e inquinati da microplastiche, da prodotti chimici, dall’uso indiscriminato di combustibili fossili, col conseguente aumento delle temperature da CO2, provocando lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente rialzo del livello del mare su tutta la terra, l’incremento esponenziale di PM10 (l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria ambiente”. Le opere scultoree e fotografiche esposte dall’artista formicolano rappresentano, dunque, lo sforzo plastico di ridisegnare l'”equilibrio eco-sistemico”, che gli egoismi umani, l’avida sete di guadagno e la superficialità calpestano.
L’analisi di Di Giovannantonio parte dai nostri luoghi, essendo egli stesso “figlio” dell’Alto Casertano, una terra vittima, come tante altre, di indicibili scempi commessi dalla mano arrogante dell’uomo, che rischiano di cancellare la purezza di paesaggi dove ancora riverbera la fatica dei nostri solerti antenati.
Dove si coltivavano i migliori tuberi e ortaggi,
dove c’erano le migliori erbe ed i migliori frutti,
dove c’erano i capanni dei contadini per ripararsi dalle piogge, dal sole e rifocillarsi dalla fatica,
dove c’era l’acqua di sorgente ed i pozzi: per irrorare i campi per gli animali domestici e per gli uomini, dove si lavorava, si cantava, si giocava, si ballava,
si rideva e si scherzava …
Versi di Gennaro Di Giovannantonio