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Azione Cattolica Diocesana. Armida Barelli, testimone sconosciuta della storia d’Italia. L’incontro con Ernesto Preziosi

A Caiazzo il primo di tre incontri "Voce ai testimoni" organizzato dal Settore adulti di Azione Cattolica della Diocesi di Alife-Caiazzo. Prossimo appuntamento il 20 aprile a Piedimonte su Giorgio La Pira e quello successivo il 12 maggio dedicato al giudice Rosario Livatino

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Armida Barelli, testimone sconosciuta della storia d’Italia. L’Azione Cattolica della Diocesi di Alife-Caiazzo attraverso la programmazione del Settore adulti ha voluto accendere una luce su una delle figure femminili più rappresentative dell’associazionismo cattolico impegnate per la conquista – a vantaggio delle donne – di diritti sociali e politici, espressione di intelligente autorevolezza nel mondo ecclesiale e culturale. Non portando battaglie, ma con determinazione, affermando il principio della libertà di pensiero e il coraggio di creare opinione.

Se ne è discusso a Caiazzo, il 7 marzo, nel salone Mons. Nicola Maria Di Girolamo nell’ex seminario vescovile con il prof. Ernesto Preziosi, storico e politico, vice postulatore della causa di beatificazione di Armida Barelli e già vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica Italia; attualmente con incarichi di responsabilità all’Università Cattolica del Sacro Cuore oltre che impegnato in tutta Italia per testimoniare questa figura di santità, ma soprattutto per animare momenti di scuola socio-politica e dibattiti sull’impegno dei cattolici in Politica. La vicenda di Armida Barelli, non al di fuori dal periodo in cui è vissuta è stata questa la cornice in cui Preziosi ha racchiuso la narrazione biografica della donna amica di tre papi, amica delle donne di tutta Italia da Nord a Sud, vivace provocatrice del dibattito interno alla Chiesa preconciliare sul ruolo e l’impegno del laicato, sentinella dei cambiamenti socio-politici di un paese a cavallo tra ‘800 e ‘900 e quindi protagonista indiscussa di traguardi divenuti “normalità”.
C’è un’Italia che oggi deve riconoscerle il merito e il primato di aver guardato lontano, superando il costume di una borghesia distante e distinta dalla chiesa di impegno sociale all’inizio del XX secolo. La famiglia, gli studi, la totale conversione e la decisione di consacrarsi; e al contempo la vivacità della Gioventù femminile di Milano divenuta, per volontà di papa Benedetto XV, esperienza da estendere a tutte le donne cattoliche del Paese; l’incontro con Padre Agostino Gemelli, e quello con Giuseppe Toniolo di entrambi, che consacra definitivamente la scelta di fondare l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Fare, ma soprattutto essere è lo stile di Armida Barelli di chiara impronta francescana; la fierezza della fede manifestata e trasmessa in eredità diviene sintesi nel concetto che la liturgia è esperienza, è partecipazione collettiva; e la preghiera è il presupposto di ogni progetto. Del Prof. Preziosi, presentato nell’occasione il libro La zingara del buon Dio, con la prefazione di Papa Francesco, edito da San Paolo un anno fa alla vigilia della beatificazione di Barelli.

Con Preziosi, S.E. Mons. Giacomo Cirulli vescovo di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca; il Presidente diocesano di Azione Cattolica Cinzia Brandi, il delegato diocesano dell’Associazione Amici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Piero Rossi. Una sala gremita dove si sono ritrovati in tanti: il Vicario generale della Diocesi di Alife-Caiazzo Mons. Alfonso Caso; l’assistente di Azione Cattolica don Pasquale Rubino; i sacerdoti di Caiazzo e il parroco di Maria SS. Assunta don Antonio Di Lorenzo che ha ospitato l’evento; l’Azione Cattolica parrocchiale con il presidente Rosario Sangiovanni e i collaboratori parrocchiali; famiglie e catechisti; le religiose Povere Figlie della Visitazione e le Suore Salesie (queste con sede in Alvignano); il sindaco della città Stefano Giaquinto e alcuni rappresentanti del Consiglio Comunale; le associazioni storico-culturali della Città (Ass. Storica del Caiatino, Ass. Monte Carmignano per l’Europa; Ass. Giovanni Marcuccio; Pro Loco Caiazzo).
Presenze che hanno conosciuto (alcuni per la prima volta) il messaggio forte e controcorrente di una donna lontana nel tempo ma proiettata nel futuro; di una credente che prima di scegliere ha interrogato la propria coscienza, che ha suscitato conversioni, che non ha rinunciato ad assumersi impegni e responsabilità perché il Vangelo e il progetto di libertà incarnato nell’uomo-Cristo divenisse esperienza per ogni credente. Sorpresa e ammirazione da parte dell’uditorio, ma soprattutto una dose di riconquistata speranza in una Chiesa che fa i conti con meno presenze, con un cerchio sempre più ristretto di fratelli con cui condividere il Vangelo: la storia di Armida Barelli è quella di chi non si scoraggia.
“Dio dove mi vuoi? Dio come mi vuoi?”, le conclusioni affidate al Vescovo Mons. Giacomo Cirulli sono l’invito ad “essere disponibili alla chiamata di ogni laico alla santità” a mettersi in ascolto di una vocazione che in ognuno si esprime con originalità (è la storia di ogni credente) ma che trova un seguito solo nelle risposte generose, disponibili e creative.

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