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Giornata Pro Episcopo in Cattedrale: il Vescovo Giacomo porta se stesso “peccatore, bisognoso della vostra preghiera”

Dall'esperienza personale del Pastore, l'invito rivolto a tutti ad una profonda revisione di vita: perdono e misericordia il senso della quaresima. In Cattedrale, ad Alife, sacerdoti, diaconi, religiosi e una rappresentanza di fedeli dalle parrocchie

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Messa Pro Episcopo nella Cattedrale di Alife, ieri sera, con la partecipazione del Clero diocesano e una rappresentanza di fedeli dalle parrocchie della Diocesi di Alife-Caiazzo. La Giornata dedicata alla preghiera per il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli, è stata fissata nel giorno che ne ricorda l’arrivo in Diocesi nel 2021 per l’inizio del Ministero episcopale.

Celebrazione che si colloca al centro del cammino quaresimale e che vede le comunità immerse nella proposta che la Sacra Scrittura e la liturgia rivolge ai credenti: la conversione, il ritorno al cuore di Dio rinunciando al peccato che separa l’uomo da Lui: specchiarsi nei testi sacri per rileggersi come credenti di oggi, è questa l’esperienza di chiesta a ciascuno. Il Vangelo del giorno, dedicato al perdono e a quante volte bisogna perdonare torna come proposta di Gesù che sovverte lo schema quotidiano del credente che sceglie secondo misure personali, commisurate alla quantità, se e come perdonare il nemico, il fratello, il vicino… “Settanta volte sette” per Cristo vuol dire ‘per sempre’ richiamando l’eterna misericordia di Dio verso il popolo, anche quando il popolo, e gli uomini da lui scelti, hanno tradito.

“Misericordia e peccato sono le parole che ritornano in questa Quaresima”, le parole del Vescovo; “però c’è un rischio grande, che questi termini, filtrati attraverso la nostra esperienza, la nostra consuetudine, assumono – secondo il nostro costume – un valore diverso. Cosa significa veramente misericordia. Cosa intende veramente la Sacra Scrittura? E il Magistero della Chiesa, fondato su di essa?” (…)  C’è il Vangelo che come al solito ci aiuta a comprendere e a far nostro l’essenziale di queste due parole che sono frequentissime nella nostra vita di preghiera e vita liturgica. (…) Il modello e la misura di ogni termine è Gesù stesso che ne rivela il senso, spesso in parabole come quella che ci descrive un padrone accogliente nei confronti del debitore supplichevole, fragile ma capace di chiedere scusa e chiedere perdono”. Dalle parole di Mons. Giacomo Cirulli emerge come tratto distintivo la personale formazione biblica che pesa le parole fin dalla loro origine, ne indaga il senso recondito ma soprattutto il valore del legame tra Dio e il popolo, fatto di incontri, promesse, delusioni, incontro, dialogo, fratture e sempre perdono da parte di Lui nel mentre che la storia dell’Umanità procede e attraversa il tempo. In questo fluire di esperienze l’invito del Pastore è quello di trovare il tempo e il desiderio di riflessioni: “Se volessimo essere un po’ più sinceri e capissimo veramente cosa significa per noi ‘misericordia’, ci dovremmo chiedere ‘ma io fino a questo punto della vita quante volte ho perdonato, secondo la misura che intende Gesù’?”. Solo dalla consapevolezza del proprio limite, scaturisce la richiesta di perdono a Dio.

La revisione di vita a cui Mons. Cirulli ha invitato i presenti è prima di tutto la sua, personale. Nella Giornata Pro Episcopo, momento per guardarsi indietro passando in rassegna i due anni alla guida della Chiesa di Alife-Caiazzo, il Pastore ha voluto esprimere gratitudine a Dio ma anche richieste di perdono: “In questa giornata in cui ringrazio Dio per il dono che mi ha fatto di voi, per il secondo anno, ho pensato a lungo a me e al compito che mi è stato affidato a favore vostro ed io per primo devo dire: Signore io per primo devo chiedere per

dono perché non riesco a star dietro al Vangelo (…) talvolta senza accorgermene e proprio per questo sento forte il bisogno di essere illuminato dalla Tua parola”. Poi il proposito di chi guarda oltre se stesso e la propria vita di relazioni: “io, per primo, non devo avere niente nei confronti di nessuno, questo mi chiede il Signore di essere misericordioso come Lui lo è stato; e devo annunciarlo con la parola ma con la vita soprattutto”. Al termine l’omelia del Vescovo è divenuta condivisione di una dimensione interiore, strettamente personale, conclusa con una richiesta: “Ho bisogno delle vostre preghiere perché il Signore mi aiuti a esercitare il mio Ministero servendo voi e tutti coloro che mi ha affidato”.

Al termine della Messa, nel salone parrocchiale “Don Antonino Leggio” i presenti hanno condiviso con il Vescovo un piccolo momento di festa e convivialità.

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