Noemi Riccitelli – “Volevo solo fare il DJ”: così afferma in una battuta mesto, ma con aria sognante Enrico Frattasio, nato e cresciuto insieme ai fratelli Angelo e Peppe in una modesta famiglia di uno dei quartieri più difficili di Napoli, Forcella.
Un contesto delicato che ha certamente influenzato il percorso di vita dei tre fratelli, che a partire dalla passione e abilità di Enrico nel creare compilation in audiocassette, sono passati a gestire un business da capogiro, fondando un’etichetta, la “Mixed by Erry” appunto, che raggiunse in vendite le storiche Sony e RCA, violando tuttavia le norme che regolavano il copyright e i diritti d’autore: quello che poi fu definito come “pirateria”.
Mixed by Erry, tratto dal libro di Simona Frasca, Mixed by Erry – La storia dei fratelli Frattasio, prodotto da Groenlandia con Rai Cinema e la collaborazione di Netflix, è diretto da Sydney Sibilia: al cinema dal 2 marzo, ha fatto riemergere quello che è stato un fenomeno culturale per un’intera generazione.
Napoli, anni ’80/’90. Enrico Frattasio (Luigi D’Oriano) è impiegato presso un negozio di elettrodomestici del suo quartiere dove sin da bambino trascorreva il suo tempo ad ascoltare la radio, accrescendo la sua passione e il suo sogno di lavorare per la musica.
È proprio qui che il giovane Enrico inizia, per gioco, a creare compilation in audiocassetta, finendo per coinvolgere anche i due fratelli Peppe (Giuseppe Arena) e Angelo (Emanuele Palumbo) in quella che diventa un’occupazione vera e propria, vendendo quelle cassette sotto l’etichetta Mixed by Erry.
Un’operazione al di là della norma, che con l’accrescere smisurato delle vendite, attira l’attenzione dell’integerrimo finanziere Ricciardi (Francesco Di Leva).
È difficile discernere l’entusiasmo per un film dalla narrazione avvincente, sinuosa e di indubbio fascino nostalgico per un tempo passato, dalla spinosa e delicata vicenda etica con cui la storia dei Frattasio mette a confronto lo spettatore, specie il pubblico non partenopeo.
Perché sì, questo è un racconto di vita vera, diventato poi vicenda giudiziaria, in cui l’illegalità si presenta come la declinazione più naturale, perché l’unica conosciuta: tuttavia, il caso Frattasio si distingue certamente dalle famigerate forme di criminalità, perché nelle intenzioni dei fratelli non c’è mai stata volontà di arrecare mali irreparabili ad altri.
Così Sibilia, che firma anche la sceneggiatura insieme ad Armando Festa, confeziona Mixed by Erry animando la vicenda con quella linea tragicomica che sembra caratterizzare Napoli: l’inesauribile inventiva, le originali soluzioni ai problemi più disparati che i personaggi partenopei hanno dovuto da sempre affrontare, con quel piglio unico di genio, in questo caso la dettagliata conoscenza musicale di Enrico, e sregolatezza, la linea illegale intrapresa dal progetto.
Ironia e ritmo dettano la marcia del film, grazie anche ad un brillante cast di interpreti: i giovani D’Oriano, Arena e Palumbo colpiscono nelle loro interpretazioni dei tre fratelli, con una verve naturale e disincantata, riuscendo a conquistare le inquadrature; accanto a loro, i più rodati Adriano Pantaleo, nel ruolo del padre Pasquale, e Francesco Di Leva nelle vesti del finanziere Ricciardi, i cui profili definiscono con abile humour.
Altra conferma, qui in una parte sopra le righe rispetto ai soliti ruoli, Fabrizio Gifuni, nei panni del dirigente milanese Arturo Maria Barambani, tipico yuppie della grande città.
Mixed by Erry restituisce in modo convincente anche il contesto degli anni ’80 e ’90: i dettagli “pop” del tempo, rimasti nell’immaginario collettivo, sono rappresentati in modo accurato tra le scenografie di Tonino Zera, i costumi di Valentina Taviani e, soprattutto, la musica di Michele Braga, che riunisce i pezzi più noti del periodo.
A questo, tuttavia, si aggiunge la collaborazione con il famoso cantautore Liberato che ha partecipato alla realizzazione della colonna sonora del film con il pezzo O Dj – Don’t give up, il cui sound si amalgama perfettamente alle atmosfere musicali evocate nella pellicola, stuzzicando così alla visione anche le più giovani generazioni fan dell’artista.
Mixed by Erry è una visione interessante che non cerca la morale, ma il puro e genuino racconto di una storia tutta umana, a suo modo incredibile.