Home Curiosità Buon Ramadan ai fratelli musulmani. Preghiera, carità e speranza del Paradiso

Buon Ramadan ai fratelli musulmani. Preghiera, carità e speranza del Paradiso

Ieri, 23 aprile, primo giorno di digiuno, è cominciato per i musulmani il mese del Ramadan, tempo di restrizioni e preghiera in attesa della "rinascita"

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La famiglia Berraho di Alvignano durante il Ramadan del 2020

Giovanna Corsale – “Al tramonto di mercoledì 22 marzo, avrà inizio il mese di Ramadan dell’anno del calendario islamico 1443, quindi giovedì 23 aprile sarà il primo giorno di digiuno del mese”. Ad annunciare l’inizio del mese sacro del Ramadan è l’Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii). Per i musulmani di tutto il mondo quello che ha avuto inizio ieri è un tempo fatto di restrizioni che sono indispensabili per la purificare se stessi e migliorarsi, seguendo quanto è scritto nel Corano: “Mangiate e bevete finché, all’alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera” (II, 187).

Sono più di 2,5 milioni i musulmani che vivono in Italia, perfettamente integrati nella società civile, onesti lavoratori e presenze attive in ogni contesto aggregativo messo a disposizione dalle loro comunità. Piuttosto significativa la presenza islamica anche in Alto Casertano, dove nel corso degli anni essa è andata consolidandosi sempre più, fino a raggiungere oggi la stabilità. Per i musulmani Ramadan vuol dire innanzitutto preghiera, un impegno da assolvere insieme oppure, se non ciò non fosse possibile, ognuno dove si trova.

Il mese del Ramadan (letteralmente “calore cocente”, ad indicare la rivelazione del Corano al profeta Maometto da parte dell’angelo Gabriele) per le comunità islamiche dischiude le porte del Paradiso, rappresenta, cioè, una rinascita dal peccato a vita nuova. Nel rivolgere il suo saluto alla comunità islamica, il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, invita i musulmani a far convogliare la preghiera e gli intenti nella “realizzazione di iniziative di soccorso alle popolazioni colpite dai disastri naturali e dalle guerre”, nel tentativo di alleggerire un’attualità gravosa in uno spirito di condivisione.

Ai nostri fratelli musulmani vanno i nostri auguri, perché possano vivere il loro “tempo forte” con la giusta consapevolezza, in attesa di una trasformazione dal profondo.

La storia della Famiglia Berraho, originaria del Marocco, residente ad Alvignano da trent’anni.
“Lo attendiamo con gioia, il Ramadan, perché in esso non vediamo un tempo di sole privazioni, ma la possibilità di crescere nello spirito, di pregare più intensamente, di assumere atteggiamenti che costruiscono buone relazioni fondate sul rispetto, sull’aiuto, sul sostegno verso chi è in difficoltà”.
Clicca qui per leggere il racconto di Nadia e Mohamed, madre e figlio.

 

 

 

 

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