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Scuola e Chiesa laboratori di legalità: nel Matese don Tonino Palmese, don Pasquale Incoronato e don Luigi Merola

In occasione delle giornate e celebrazioni dedicate al tema di legalità e giustizia, tre Istituti scolastici scelgono la testimonianza di sacerdoti impegnati in prima linea contro la criminalità organizza

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Legalità e Vangelo. A marzo è andata così per ben tre istituti scolastici del territorio matesino. Il Liceo Statale Galileo Galilei di Piedimonte Matese, l’Istituto Comprensivo di Alife e l’Istituto Comprensivo Vitale di Piedimonte Matese hanno programmato le giornate dedicate ai temi della legalità (19 e 21 marzo sono le date ufficiali nella Scuola a cui si aggiungono eventi collaterali e riflessioni di più lunga durata) accogliendo la testimonianza di tre sacerdoti impegnati a mettere insieme la Legge di Dio e la Legge dello Stato: l’amore per il prossimo e la giustizia; la carità e la dignità dell’uomo; l’impegno di credenti e i doveri di cittadini trovano sintesi nelle esperienze di cui si fanno portatori Don Tonino Palmese, don Pasquale Incoronato e don Luigi Merola impegnati nell’area metropolitana di Napoli in progetti di vera e propria ricostruzione del tessuto sociale perennemente ferito da criminalità a più livelli, abbandono scolastico, violenze, povertà. E al contempo impegnati a dare una nuova possibilità e migliori prospettive alla vita ferita di bambini, giovani e famiglie. A parlarne alle assemblee di alunni e docenti sono dei sacerdoti, perché su loro è ricaduta volutamente la scelta dei Dirigenti scolastici e dei docenti referenti delle attività programmate; sacerdoti in prima linea nelle loro terre infuocate da faide e paure, coraggiosi testimoni del Vangelo; non eroi ma uomini come tanti che hanno scelto non una corrente politica o l’ideologia di un leader, ma il Vangelo di Gesù Cristo. E come lui, ogni giorno, provano con la vita a cambiare la vita di altri, a convertirne alcuni, a proteggerne altri, a dimostrare che c’è un oltre di pace e di serenità oltre il compromesso della strada, del vicolo, del quartiere malfamato, della piazza di spaccio; che si può stare a testa alta nella vita e studiare, lavorare, vivere di normalità lì dove gli eccessi sembrano essere la regola di vita. Non si tratta di ‘relatori a convegno’ ma uomini che nella loro intensa giornata scandiscono preghiera e impegno, meditazione e azioni per amore del prossimo, per dare dignità a tanti ultimi di questa Terra. La loro testimonianza non è un cristallo da vetrina, ma una rete che chiama tutti, credenti a non a fare altrettanto.

Sembrano racconti lontani quelli di sparatorie, maltrattamenti o abbandoni scolastici giunti nelle Scuole del Matese; fanno riflettere su come paesi e comuni di quest’area matesina siano fuori da certe pratiche di violenza estrema ma non da silenti logiche di omertà, di indifferenza, di noncuranza, di violenza (psicologica) nei normali ambiti di vita.

 Liceo Galileo Galilei 
Giustizia, il nostro bene comune, evento che il 7 marzo ha chiuso il percorso di Educazione Civica delle classi VAS e VBS. Nell’occasione presenti in auditorium don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis della Regione Campania che si occupa di sostegno alle vittime innocenti della criminalità organizzata (e loro familiari) e riutilizzo di beni confiscati; e Raffaele Sardo, giornalista e scrittore, autore di diversi libri in cui ha dato voce alle vittime della camorra e ai loro familiari, una tra le tante don Peppe Diana, sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 a Casal di Principe, al quale Sardo era legato da profonda amicizia.

 IC Autonomo di Alife 
Don Pasquale Incoronato non è venuto da solo ad Alife. Nella palestra della Scuola Media in via Gramsci, lo scorso 17 marzo, c’erano con lui i giovanissimi di cui si prende cura presso La Locanda di Emmaus ad Ercolano, presidio di legalità da lui fondato dove vi era un pub confiscato alla camorra in cui ogni giorno accoglie circa venti tra bambini e giovani togliendoli dalla strada e da possibili azioni criminali. I giovani sono il suo impegno anche fori da quel luogo “diverso” perchè don Pasquale riveste anche l’incarico di Direttore della Pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Napoli.
L’iniziativa della Scuola alifana è stata organizzata con la Parrocchia Santa Maria Assunta in risposta al comune bisogno (quello di adulti-educatori) di guardare nella stessa direzione individuando modelli certi e forti da presentare ai più giovani (l’IC di Alife e le associazioni/enti locali hanno firmato ad Ottobre il Patto di Comunità): un prete e i suoi ragazzi, davanti alla piccola comunità di Alife hanno raccontato la bellezza della vita in comune presso La Locanda, il difficile equilibrio nelle relazioni, la capacità di accogliersi tra diversi (per cultura, etnie ed età) e l’urgenza di dare amore a chi palesemente manifesta disagio.
In assemblea hanno portato le storie di tutti i giorni; da giovani a giovani, hanno parlato i protagonisti, gli abitanti-animatori di quella Locanda che nel solo nome (Emmaus) rivela la svolta: un pane spezzato e condiviso tra fratelli, occhi che si aprono alla bellezza della vita, volontà che si aprono al cambio di rotta.

 Scuola Media Giacomo Vitale 
Il 23 marzo all’IC Giacomo Vitale arriva don Luigi Merola per l’evento intitolato “A scuola di legalità”. Sacerdote napoletano a cui si deve la nascita della fondazione A’ ‘Voce d’ ‘e Creature’ che si occupa di recupero minorile dei ragazzi che si sono allontanati dalla scuola, non è nuovo al territorio per i suoi interventi in cui il racconto dell’esperienza nei quartieri più difficili si unisce ad una incitazione precisa, chiara: formazione, scuola, cultura. Sono queste secondo il sacerdote le strade perché la legalità trovi posto e metta radici nella società; il suo impegno particolare per la tutela dei minori “vittime” del sistema sociale camorrisitico nasce in modo particolare nel 2004 quando nella sua Forcella, dove era parroco, in un agguato camorristico viene uccisa per sbaglio una quattordicenne. Don Luigi denuncia e non pone più alcun freno al suo impegno per la legalità e la giustizia tanto da costargli persino minacce di morte e di conseguenza una scorta per la sua sicurezza. Da allora la sua testimonianza è tra i più giovani per raccontare il coraggio di opporsi ad ogni ingiustizia, ad ogni violenza, ma di farlo insieme condividendo le ragioni di queste scelte attraverso il confronto, ogni dibattito…. Anche a Piedimonte Matese ha lanciato uno dei suoi appelli più forti: studiare, fare della cultura la forza che vince il male dell’arroganza e prevaricazioni criminali.

Nessuno dei tre appuntamenti è stato invano. Il silenzio di chi ha ascoltato è stata presa di coscienza e netta adesione al sogno di legalità ‘possibile’ nei luoghi di vita di ognuno.

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