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Don Franco Alfieri, poeta e profeta per Papa Francesco. A Mondragone nella festa della Madonna Incaldana la presentazione del suo ultimo libro

Morto a causa del Covid nel novembre 2020, don Franco Alfieri resta un modello di servizio ai poveri e ai giovani e alla cultura. In occasione dei festeggiamenti per Maria SS. Incaldana è stata presentata la sua ultima raccolta di poesie dedicate a Papa Francesco nella messa presieduta dal vescovo S.E. Mons. Giaocomo Cirulli

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Don Franco Alfieri è nella storia di Mondragone; dagli anziani ai bambini non c’è vita che non sia stata toccata negli ultimi quarant’anni dalla sua parola e dal suo impegno, e ancora dura questo legame dopo la sua morte a causa del Covid il 4 novembre 2020 avvenuta presso il Presidio Ospedaliero Nord “S. Maria Goretti” di Latina.

Questa mattina presso la Basilica minore di Maria SS. Incaldana, quella che era divenuta la sua parrocchia dal 2014, Mons. Giacomo Cirulli vescovo di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca ha presieduto la Santa Messa in occasione della festa della Patrona e ha ricordato la figura del caro sacerdote; in questa circostanza è stato presentato al pubblico il volume “Francesco, un Papa proprio così”, l’ultima delle tre raccolte poetiche dedicate da don Franco Alfieri a Papa Francesco, a cui ha dato seguito, dopo la morte del sacerdote, un Comitato nato con il desiderio di completare definitivamente il progetto letterario che egli aveva avviato e concluso poco prima di ammalarsi. A presentare l’opera, facendone dono al Vescovo, don Ferdinando Iannotta, amministratore parrocchiale di San Giovanni Battista e della Basilica dell’Incaldana. Presente il sindaco di Mondragone Francesco Lavanga e la sorella di don Franco. Alla raccolta di poesie in distribuzione presso la Parrocchia (il ricavato delle offerte ricevute servirà a ristrutturare il tetto della Basilica) oggi si aggiunge il preambolo del Vescovo emerito di Caserta Mons. Raffaele Nogaro e la prefazione dell’Arcivescovo di Napoli Mons. Domenico Battaglia quale segni della riconoscenza per l’opera pastorale e culturale condotta da mons. Alfieri, comunicata in versi poetici e approfondimenti letterari. “È un cantico di genuina umanità in cui fede e cultura coincidono nelle rivelazioni più emotive dello spirito. L’armonia ampia e solenne del verso, la forza di rappresentazione, la molteplicità di toni epici, elegiaci e didascalici, compongono un susseguirsi di esultanze poetiche, piene di fascino”, scrive di lui Padre Raffaele Nogaro.

Sono queste espressioni artistiche, frutto di sensibilità e cultura coltivate nel tempo, che il prete di Mondragone ha condiviso in vita con le sue comunità: ha coniugato così il fare operoso per una città assorta in emergenze sociali quali immigrazione, povertà, dispersione scolastica e spaccio alla capacità di innestare gentilezza e bellezza nelle prove della vita. La poesia (quello dedicato a Papa Francesco è solo l’ultimo lavoro) è stato lo strumento per tenere alto lo sguardo, per parlare di Cristo oltre i linguaggi comuni, per sorprendere con parole non scontate e banali senza però perdere la semplicità della narrazione. Eppure era solenne nei suoi versi don Franco Altieri, un’altezza a cui eleva facilmente il lettore o il curioso che si imbatte nei sentimenti che egli esprime con gran dimestichezza e confidenza (la biografia di don Franco Alfieri).

Uomo di profonda cultura con il dono di esserne anche animatore, dopo gli studi teologici e due dottorati (uno in Teologia dogmatica e un altro in Storia e Beni culturali della Chiesa) aveva tra i suoi titoli la laurea in Filosofia alla Federico II. Il suo livello di formazione si è tramutato in impegno impegno e servizio come insegnante nelle Scuole superiori e Università statali e in Facoltà teologiche; in quasi cinquant’anni di sacerdozio ha ricoperto numerosi incarichi pastorali fino alla nomina nel 2014 di Vicario generale della Diocesi di Sessa Aurunca, e oltre i confini locali come delegato italiano al Consiglio presbiterale Europeo (fino al 2019).

La quotidianità è stata la frontiera su cui ha lasciato un segno di speranza nella Mondragone, città di antica e gloriosa storia, crocevia di culture e incontri in cui ancora oggi si innestano storie di migranti, di turisti, di viaggatori e di cittadini accoglienti. A don Franco Alfieri si devono piccole coraggiose imprese e solo per citarne alcune l’aver portato in luoghi poco sicuri della città dediti allo spaccio momenti di preghiera e di ascolto dei giovani; l’aver sostenuto e incoraggiato le iniziative imprenditoriali locali soprattutto se create da giovani; l’aver reso il quartiere intorno alla parrocchia di San Rufino (lì dove è stato parroco dal 1978 al 2014) un riferimento per il nascente quartiere che su Viale Margherita, quindi verso il mare, diventata catalizzatore della vita cittadina; sempre a don Franco si deve la tradizione dello Sbarco dell’Assunta (pellegrinaggio nella seconda domenica di agosto che procede via mare da Baia Felice al molo di Mondragone) che egli introduceva nel 1980 pensando di restituire alla gente del luogo (che vive di mare) la certezza della protezione mariana sulle vite e il lavoro quotidiano; e ai turisti il ‘ritorno’ alla sacralità di una data – il ferragosto – tante volte scollato dalla Festa che la Chiesa celebra in nome della Vergine Assunta (la biografia di don Franco Alfieri).

Tante cose insieme, tante esperienze importanti quelle a firma di don Franco Alfieri, il prete dei giovani e della condivisione; eredità che oggi raccolgono in molti, e buon esempio che anima la vita di quei sacerdoti chiamati nella medesima comunità ad annunciare e testimoniare il Vangelo.

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