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Da Alife ad Alatri per la festa di San Sisto: “i Santi testimoni di cura per gli altri, unità, vittoria sul nostro io” il Vescovo Mons. Spreafico

Presente nella città del Lazio una rappresentanza di Alife guidata dal parroco don Pasquale Rubino, da don Emilio Salvatore, dal sindaco Marialuisa Di Tommaso

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Foto Filippo Rondinara (www.diocesianagnialatri.it)

La festa di San Sisto ad  Alatri – nell’appuntamento consueto del Mercoledì in Albis – ha visto anche una rappresentanza della comunità di Alife che condivide con la quella laziale la devozione al Patrono, tra i primi Papi della Chiesa.

Diversi fedeli della Parrocchia Santa Maria Assunta, guidati dal parroco don Pasquale Rubino e da don Emilio Salvatore, con il sindaco Marialuisa Di Tommaso, hanno raggiunto la città del Lazio per prendere parte alla Messa presieduta dal S.E. Mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e di Anagni-Alatri. Una partecipazione, quella alifana che conferma il senso di unità che vivono nella fede le due comunità devote a San Sisto e che gli stessi alatrini esprimono in occasione della festa che si celebra ad Alife in agosto partecipando ai momenti celebrativi in Cattedrale e alla Cappella di San Sisto fuori le mura, lì dove secondo la tradizione nel 1131 (1132), giunsero da Roma le spoglie del Santo dopo che il conte di Alife, Rainulfo III Drengot, aveva chiesto al papa Anacleto le reliquie di un protettore che difendesse la città dalla peste.

Nel segno dell’unità della Chiesa le parole del Vescovo durante l’omelia, richiamando l’impegno di San Sisto “che cercò di mantenere l’unità della Chiesa d’occidente e di Oriente senza sminuirne le diversità” e quindi il richiamo all’oggi, alla necessità di vivere sul modello dei Santi la pace e la concordia nella vita di ogni giorno. “Eppure, noi viviamo in un mondo dove le divisioni e la violenza sono accettate come se fosse normale, come se fosse la vita, come se le guerre fossero una parte ineliminabile della storia, come se per vivere e affermarsi si debba ricorrere alla violenza e imporsi sugli altri”, da qui il richiamo all’episodio violento che ha scosso la città di Alatri a causa dell’omicidio di Thomas Bricca, diciannovenne che ha perso la vita lo scorso 30 marzo.

Foto Filippo Rondinara (www.diocesianagnialatri.it)

“I santi” ha proseguito il Vescovo Spreafico, “sono testimoni di un sogno che si realizza, il sogno di un Vangelo che si fa vita, cura degli altri, unità, fraternita, pace, vittoria sul nostro io, sulla violenza e sul male che affligge il mondo. Siamo qui per rendere onore alla sua testimonianza, ma soprattutto per impegnarci a seguirlo nell’ascolto della Parola di Dio e non di noi stessi, nell’impegno a prendersi cura degli altri, soprattutto dei sofferenti e dei poveri”. Ad orientare la vita dell’uomo sulla strada della santità è la Parola di Dio, la stessa che fece luce sulla vita dei discepoli di Emmaus, brano evangelico proclamato in questo mercoledì in Albis: “Quanto è preziosa questa Parola!” l’esclamazione del Pastore che ha poi richiamato diversi episodi evangelici in cui è la forza della Parola di Dio ad anticipare le azioni degli uomini. “(…) La sua parola ci smuove il cuore, fa nascere il desiderio di rimanere con lui, di continuare ad ascoltarlo. Così si siede con noi, come con quei due. Spezza il pane e lo dà loro. È l’Eucarestia, la santa Messa” (per il testo integrade dell’omelia clicca qui).

Mons. Spreafico ha chiuso così, con il richiamo all’Eucarestia, fondamento dell’unità tra i credenti capace di superare divisioni e paure, scoraggiamento e delusione.

Al termine della Messa il gruppo di Alife ha condiviso un momento di festa e di convivialità prima di rientrare in città.

Foto Filippo Rondinara (www.diocesianagnialatri.it)

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