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Guardiani della Galassia. Volume III: profondo, tenero e sempre un po’ fuori dalle righe il racconto di questa squadra Marvel di eroi sui generis

Al cinema dal 3 maggio l’ultimo (forse) capitolo della saga di James Gunn, campione d’incassi ad una settimana dall’uscita

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Noemi Riccitelli – Diciamo la verità, la fase 5 del Marvel Cinematic Universe non è stata inaugurata in modo brillante: infatti, Ant Man and The Wasp – Quantumania (qui la recensione), pur ricevendo una calorosa accoglienza in sala, non ha lasciato il segno su pubblico e critica.
A tre mesi da quest’ultima uscita, arriva in sala dal 3 maggio il terzo capitolo di una saga che, sin dal suo esordio nel 2014, ha occupato un posto particolare nel cuore degli appassionati spettatori: Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy).
Infatti, il regista e sceneggiatore James Gunn con i primi due capitoli della serie, Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia. Volume II, è riuscito a rappresentare in modo avvincente e sì, anche irriverente, questa squadra di eroi sui generis, che ha conquistato tanti proprio per gli aspetti più semplici e umani dei protagonisti.
Ebbene, questa linea narrativa è confermata anche nel Volume III, cui si aggiunge un’irresistibile sensibilità che contribuisce a coinvolgere ulteriormente nella vicenda.
Il film, ad una settimana dall’uscita in sala, è primo al botteghino in Italia.

A Knowhere, loro pianeta e quartier generale, i Guardiani della Galassia sembrano aver perso smalto, soprattutto Peter Quill (Chris Pratt), che soffre per Gamora (Zoe Saldaña).
Tuttavia, improvvisamente, subiscono un attacco dal potente e un po’ strambo Adam Warlock (Will Poulter), che riduce in fin di vita Rocket (con la voce di Bradley Cooper).
La strenua e delicata corsa per salvarlo fa sì che i Guardiani conoscano finalmente la triste storia del loro amico procione, sottoposto in passato a numerosi e crudeli esperimenti insieme ad altri esseri viventi, per volontà dell’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji), ossessionato dall’idea di creare un pianeta e degli esseri perfetti.

La regia e la sceneggiatura di Gunn funzionano: trama, personaggi, sequenze, il film si delinea agile e convincente.
Il cuore della narrazione di questo terzo capitolo è certamente la storia di Rocket, la sua genesi di creatura intelligente e più umana di altre presunte menti superiori: la scoperta del suo passato permette allo spettatore di riflettere su temi cogenti quali la persistente insensibilità dell’uomo nei confronti del genere animale, l’utilizzo di questi ultimi come cavie senza anima e, più in profondità, il valore della stessa vita.

Insieme all’intima vicenda di Rocket, l’altro nucleo interessante è quello del personaggio dell’Alto Evoluzionario: la sua perversa ossessione per la creazione di una realtà senza difetti, senza brutture, ricorda le atmosfere distopiche di romanzi tipici del genere, tra cui Brave New World di Aldous Huxley, che aveva anticipato un tema delicato come l’eugenetica, un’altra delle implicazioni che il film delinea.
L’interpretazione di Chukwudi Iwuji, non particolarmente noto nel mondo del cinema, ma apprezzato attore di numerose opere teatrali (è, infatti, artista associato della Royal Shakespeare Company), è vivida ed efficace e si riflette tutta nello sguardo folle e distaccato dell’Alto Evoluzionario.

Tuttavia, il cast tutto offre performance di qualità, delineando con verve i profili di ciascun protagonista; non passano inosservati, inoltre, alcuni cameo iconici e personaggi secondari, tra cui quelli di Sylvester Stallone, Elizabeth Debicki, Nathan Fillion.
E, naturalmente, le voci di Bradley Cooper e Vin Diesel, rispettivamente, per Rocket e Groot.

Altra cifra caratterizzante dei Guardiani della Galassia, confermata in questo terzo filone, è il progetto musicale (John Murphy), che ha sempre incluso pezzi contemporanei noti e brillanti, contribuendo al brioso stile della pellicola: in particolare, in questo volume III ci sono i Radiohead con Creep, Bruce Springsteen con Badlands, Florence+The Machine con Dog Days Are Over e Alice Cooper con I’m Always Chasing Rainbows.

Guardiani della Galassia. Volume III, dunque, rimanendo fedele al suo ironico tratto originario, cui si aggiunge un’accurata dose di emotività, che non scade nel patetismo, e la giusta ispirazione dal genere sci-fi del passato, è un film del tutto piacevole, di certo uno dei migliori prodotti Marvel degli ultimi anni, che mette d’accordo un pubblico trasversale.
Certo, qualche sequenza ridondante in meno avrebbe utilmente snellito la durata, ma nel complesso il film corre e su un possibile ritorno della squadra di guardiani, James Gunn sembra deciso sul fronte dell’addio, ma chissà, “le vie della galassia sono infinite”.

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