Domenico Bencivenga – Pochi giorni fa ho accompagnato il mio gruppo di catechismo al Sacramento dell’Eucarestia. Momenti emozionanti per i bambini, le loro famiglie, per tutta la comunità parrocchiale di Piana di Monte Verna. Molto spesso si pensa che il catechismo sia imparare le preghiere a memoria, oppure andare a messa la domenica; ecco io voglio raccontarvi che è ben altro. Il catechismo è un’esperienza di amore, felicità; è condivisione, è sentirsi famiglia.
Le famiglie dei miei bambini, mi hanno affidato i loro figli, dandomi tanta fiducia e rispetto: bello anche questo ma più di tutto conta ciò che io imparo da loro. Il catechismo è un percorso di vita nella fede, è un’amicizia fraterna da vivere tutti insieme, seguendo sempre la Parola di Dio. Per essere cristiani autentici non serve solo andare tutte le domeniche messa, serve essere buoni d’animo con il prossimo, essere rispettosi, essere uniti nel bene e nel male, appunto come una famiglia. Un cristiano oltre che credente, deve essere credibile: perché la nostra fede non è fata di teatrini ma di un Uomo che è morto e risorto per noi, un Uomo con le braccia aperte che ci accoglie tutti indistintamente.
Ai catechisti che come me vivono questa esperienza dico non stancatevi mai di essere catechisti. Non di “fare la lezione” ma un’esperienza viva di quella fede che ognuno di noi sente il desiderio di trasmettere alle nuove generazioni. Certo, dobbiamo trovare le modalità migliori perché la comunicazione della fede sia adeguata all’età e alla preparazione delle persone che ci ascoltano; eppure, è decisivo l’incontro personale che abbiamo con ciascuno di loro. Solo l’incontro interpersonale apre il cuore a ricevere il primo annuncio di crescere nella vita cristiana con il dinamismo proprio che la catechesi permette di attuare.
Non dimenticate mai che lo scopo della catechesi, che è una tappa privilegiata dell’evangelizzazione, è quello di giungere a incontrare Gesù Cristo e permettere che Lui cresca in noi. C’è un passaggio del Catechismo che mi sembra importante consegnarvi in merito al vostro essere “Testimoni della vita nuova”. Dice così: «Quando crediamo in Gesù Cristo, comunichiamo ai suoi misteri e osserviamo i suoi comandamenti, il Salvatore stesso viene ad amare in noi il Padre suo e i suoi fratelli, Padre nostro e nostri fratelli. La sua Persona diventa, grazie allo Spirito, la regola vivente e interiore della nostra condotta». Il vero amore è quello che proviene da Dio e che Gesù ha rivelato con il mistero della sua presenza in mezzo a noi, con la sua predicazione, i suoi miracoli e soprattutto con la sua morte e risurrezione. L’amore di Cristo rimane come il vero e unico comandamento della vita nuova, che il cristiano, con l’aiuto dello Spirito Santo, fa proprio giorno per giorno in un cammino che non conosce sosta. Noi catechisti e catechiste, siamo chiamati a rendere visibile e tangibile la persona di Gesù Cristo, che ama ciascuno di noi e per questo diventa regola della nostra vita e criterio di giudizio del nostro agire morale. Non allontaniamoci mai da questa sorgente di amore, perché è la condizione per essere felici e pieni di gioia sempre e nonostante tutto. Questa è la vita nuova che è scaturita in noi nel giorno del Battesimo e che abbiamo la responsabilità di condividere con tutti, così che possa crescere in ciascuno e portare frutto.
In ultimo mando un grandissimo abbraccio ai bambini del mio gruppo di catechismo, con l’augurio che la vita, alla luce della parola di Dio, possa sempre riservarvi sorprese meravigliose; ed un abbraccio e un grazie di vero cuore anche alle loro famiglie. Grazie di cuore al nostro parroco Don Salvatore Di Chello, nostra guida spirituale che è per me un faro nella Fede. Lo Spirito Santo possa sempre illuminarlo nella fede e nell’amore della Tua Parola Signore.