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Comunicare con il cuore. La 57a Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali

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Comunicare cordialmente. È bellissimo l’invito di Papa Francesco in questa 57a Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali. Ci stimola ad interrogarci ogni giorno nel nostro lavoro di comunicatori quanto rispetto abbiamo per chi ci legge, quanta capacità di ascolto, e quale sapienza nei giudizi.

Il modello che il Santo Padre ci pone è ancora ancora una volta San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, umile, mite, docile… ma perseverante nell’impegno, sempre motivato a far prevalere notizie buone e la buona Notizia.

Siano i legami e la cura per essi il nostro primo impegno; siano le relazioni quotidiane, quelle che con un messaggio, una telefonata o chiacchierata accenniamo o approfondiamo con i collaboratori della nostra testata, con i Sacerdoti di questa Diocesi di Alife-Caiazzo e i loro collaboratori parrocchiali; con i Dirigenti, i docenti e gli studenti delle Scuole di ogni grado che sono sul nostro territorio; con i rappresentanti degli Enti e delle Associazioni; con le famiglie, i singoli, gli anziani, i lavoratori, i fuori sede che continuano a seguirci e sentirsi a casa passando attraverso la porta delle nostre pagine. Clarus c’è dal 1999: in tanti sono passati da qui assumendo impegni e onorando la responsabilità di portare tra la gente il valore della buona comunicazione, docile, attenta, vivace, profetica. I passi compiuti sono soprattutto merito delle risposte e delle reazioni dei lettori e di chi in maniera discreta ed intelligente, a volte audace, ci ha spinti a fare meglio.

“Comunicare cordialmente vuol dire che chi ci legge o ci ascolta viene portato a cogliere la nostra partecipazione alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo. Chi parla così vuole bene all’altro perché lo ha a cuore e ne custodisce la libertà, senza violarla”.

Oggi questa bella esperienza si apre anche ai contributi che giungono dalle Diocesi di Teano-Calvi e di Sessa Aurunca guidate dallo stesso Pastore il Vescovo Giacomo Cirulli: perché comunicare cordialmente è aprirsi all’incontro e alle novità recependone ogni ricchezza di contributo alla crescita collettiva in umanità, cultura, fede…

“Basta amare bene per dire bene”: non c’è dunque lavoro/impegno nella comunicazione che non sia subordinato alla carità. Noi continuiamo a provarci ogni giorno.

Grazia Biasi, direttore responsabile 

 

 

 

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