Da Alvignano a Roma, e poi fino al Venezuela: è il viaggio degli alunni della Fondazione Asilo infantile “Principi di Piemonte”; esperienza missionaria iniziata in classe con la raccolta di piccole offerte inviate in America del Sud dove don Mauro Orrù, missionario fidei donum della Diocesi de L’Aquila, porta pane e speranza; quaderni, penne e istruzione; visite mediche e le prospettive di un domani migliore ai bambini della Rettoria Santa Lucia e San Mario con sede centrale in El Corozo, nel municipio di Torbes, poco distante dalla città di San Cristobal.
Martedì pomeriggio gli alunni e le insegnanti, coordinati dall’Ufficio missionario della Diocesi di Alife-Caiazzo hanno visitato la sede della Fondazione Missio, organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana, accolti dal Direttore generale don Giuseppe Pizzoli e dai suoi collaboratori e da lì il collegamento con la missione di don Mauro; si sono presentati al sacerdote lontano raccontando della loro Scuola e dei principi educativi fondati sull’istruzione e sull’accoglienza di tutti anche dei più poveri, e poi ascoltato dalla sua voce il racconto della missione in Venezuela che ha iniziato tredici anni fa. Stupore negli occhi dei ragazzi e tante domande per il sacerdote “Dove dormono i tuoi bambini?” e “comprendono il valore dell’istruzione?”: al termine di una giornata romana, fatta di incontro con la storia e l’arte della Città eterna con le visite al Colosseo e alla Basilica di San Pietro, simboli del martirio e della fede dei cristiani, il pomeriggio si è trasformato nella sintesi dal sapore fortemente attuale: donare la vita per i fratelli più piccoli come fa don Mauro richiede il sostegno e la vicinanza di tutti.
L’iniziativa
Il viaggio missionario della Scuola Principi di Piemonte di Alvignano è iniziato ad ottobre 2022 su iniziativa dell’Ufficio missionario della Diocesi di Alife-Caiazzo guidato dal direttore Annamaria Gregorio (Scuola e Diocesi da sempre vivono rapporti di collaborazione e ancor di più da quando la prima è divenuta Fondazione diocesana nel 2015) che ogni anno promuove un’iniziativa di solidarietà denominata “Ad gentes” dal titolo del Decreto sull’attività missionaria della Chiesa firmato da Paolo VI nel 1967. L’Ufficio diocesano attinge tra le proposte della Fondazione Missio che attraverso una serie di microprogetti punta alla sensibilizzazione comune (di parrocchie, gruppi, laici in genere…) verso le realtà più povere e dimenticate del mondo e all’attivazione di processi come quello concretizzato ad Alvignano: non solo riflettere sulla povertà ma impegnarsi concretamente per essa e per chi ne subisce il peso in un martirio quotidiano… Questa volta lo sguardo dell’Ufficio diocesano si è posato sull’iniziativa “Impariamo e leggere e scrivere” per l’alfabetizzazione di bambini e ragazzi di don Mauro Orrù. Se i destinatari del progetto sono i bambini, come non coinvolgere i loro coetanei? L’unica certezza, in partenza, era quella che il cuore dei più piccoli si sarebbe aperto con grande libertà e sensibilità. Da qui la proposta alla Dirigente scolastica della Scuola paritaria Principi di Piemonte Suor Francesca Bortoli e poi una serie di attività in classe: conoscere l’impegno e la proposta della Fondazione Missio (che oltre ad attivare progetti come questi sostiene le Pontificie Opere Missionarie (rete mondiale a servizio del Papa per sostenere la missione e le giovani Chiese con la preghiera e la carità); conoscere il Progetto “Impariamo a leggere e scrivere”; un concorso tra le cinque classi della Primaria per raccontare il valore della solidarietà… (vai all’articolo).
Domande e risposte “forti”
Prima del collegamento con don Mauro, Eleonora Borgia responsabile in Missio di microprogetti ha introdotto i ragazzi al loro originale viaggio in Venezuela: uno sguardo d’insieme sulla geografia e la politica del luogo, ma soprattutto sulle condizioni di vita di un Paese in cui l’87% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e nove famiglie su dieci non possono garantire un pasto ai loro figli, ragazzi quasi sempre sottratti alla spensieratezza dell’infanzia e alla dignità di bambini per essere mandati a lavorare. “Pronti a partire?”, la domanda; “l’unico bagaglio di cui avrete bisogno sarà il cuore…”. Un click e il viso sorridente di don Mauro è comparso davanti ai cinquanta bambini presenti in una delle sale di Missio. Saluti, applausi, domande e tanto silenzio di fronte al racconto di don Mario.
“Vedo le vostre scarpe, che belle! Sapete che i miei bambini non possono indossarle…? Rischiano di essere derubati e perfino ammazzati da chi potrebbe rubargliele. Le poggiano sulle spalle mentre fanno la strada per venire a scuola, le indossano per stare in aula e poi di nuovo a piedi scalzi fino a casa”, questo è una dei tanti racconti che don Mauro ha donato a i ragazzi di Alvignano. Ha parlato di gioie e di dolori ma per l’intera durata dell’incontro non ha smesso di sorridere ed esprimersi con grande dolcezza, recuperando in ogni aneddoto e fatto di vita sempre un segno di speranza. “Come si sta con i bambini?” è una delle domande più frequenti che vengono dall’uditorio: “Tornare bambino per stare con i bambini… Il missionario è un uomo che a volte deve fare cose che non ha mai fatto nella vita; a volte devo fare il pagliaccio, a volte l’architetto, l’ingegnere”. Suonano strani alcuni suoi racconti così come alcune foto mostrate: un gran calderone di alluminio, alimentato da fuoco a legna per cuocere zuppe, scene d’altri tempi per Paesi come i nostri; suscitano disagio le sue parole che descrivono i letti dei bambini “quasi sempre dormono a terra, su terra battuta”. Ma poi l’applauso spontaneo e fragoroso quando racconta di aver battezzato in una settimana ben 300 bambini “Qui c’è tanta partecipazione; è una vita di fede semplice quella della gente ma molto sentita”. Una stranezza di cui non si può essere che grati e lo dimostra l’entusiasmo del piccolo pubblico che davanti al grande monitor incassa sagge parole.
È la Chiesa che non smette di educare: don Mauro mentre lo fa a migliaia di chilometri da qui, riesce ad essere educatore anche di quest’altra fetta di mondo, la nostra.
Il cuore è toccato
“Sentir parlare da lontano di bambini in difficoltà e di missionari fa il suo effetto” spiega a Clarus il Direttore di Missio don Giuseppe Pizzoli, “ma parlare direttamente con un missionario e sapere dove vanno a finire i sacrifici che loro hanno fatto per raccogliere gli aiuti per quei bambini e parlare con quella persona che utilizza quegli aiuti, credo che lascerà il segno per tutta la vita. L’incontro di oggi porterà molti frutti tra qualche decina d’anni”.