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Piedimonte Matese. La festa di San Marcellino, il suo martirio esorti i più giovani ad una vita “impegnata”

L'appello del Vescovo Giacomo Cirulli arriva a fine giornata, a conclusione delle tante celebrazioni, religiose e civili che Piedimonte Matese ha riservato al Patrono: "raccontiamo e testimoniano ai giovani la bellezza della vita con Gesù"

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Piedimonte Matese ha onorato il suo Patrono San Marcellino, prete e martire. Anche quest’anno il 2 giugno nella memoria dei Santi Marcellino e Pietro, la città ai piedi del Matese ha festeggiato fin dall’alba il santo protettore e lo ha fatto nelle consuete e consolidate forme della tradizione: le campane, la preghiera, i cibi, l’infiorata, la consegna delle chiavi della città al santo, la musica. Tradizione vuole che nel giorno della solenne Celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo diocesano, questi sia accolto presso la casa comunale dal Primo cittadino per poi proseguire in corteo verso la Basilica di Santa Maria Maggiore dove sono conservate le reliquie del santo e la memoria del legame tra la Città e il martire. In Basilica, anche la bandiera che ricorda il gemellaggio con la città tedesca di Selingenstadt che venera lo stesso patrono perseguitato e ucciso dall’imperatore Diocleziano nel 304.

Ancora una volta i riti, quelli che rendono sacro e diverso questo giorno e che ne esaltano il valore di festa, si sono ripetuti. La piana del Volturno ha sentito gli spari all’alba che hanno annunciato l’evento; la centralissima Piazza Roma ha accolto la musica del Gran Concerto bandistico Città di Conversano; il Sindaco Vittorio Civitillo e i Consiglieri comunali hanno aperto le porte di casa al Vescovo Mons. Giacomo Cirulli; da qui dopo un momento conviviale il corteo accompagnato dai cittadini ha raggiunto la chiesa per la Messa.

Riflessione del Pastore sull’identità del Santo Patrono “che accoglie le preghiere di questa comunità e le porta a Dio; ed è modello di vita cristiana… è il testimone del Vangelo”. Mons. Cirulli ha fatto riferimento alla scelta che ha investito totalmente il prete san Marcellino fino a donare la vita per il Vangelo: “Si è posto sulla scia di Cristo, non ha temuto di abbracciare il messaggio paradossale del Vangelo rispondendo con totale libertà”. La manifestazione di fede del Santo patrono è un segnale che scuote ancora oggi, che interroga i fedeli di Piedimonte: “E noi?” ha domandato il Vescovo, “di quale testimonianza siamo capaci? Nel mondo ci sono ancora oggi uomini e donne che non temono di annunciare Cristo e dare la vita in luoghi dove affermare la propria fede corrisponde al rischio di morire, ma noi qui abbiamo bisogno di scoterci cercando di vivere quello che abbiamo imparato fin da piccoli: amare Dio e il prossimo come noi stessi al massimo delle nostre capacità. Gesù Cristo ha bisogno di camminare in questo mondo attraverso di noi”. In ultimo la preghiera di cui il Vescovo si è fatto portavoce per tutti presso San Marcellino, “Caro Santo Patrono Marcellino aiutaci ad essere veri fedeli, leali discepoli di Gesù”.

Dopo l’omelia la celebrazione, animata dalla Corale parrocchiale Cantate Domino, è proseguita nei consueti riti; numerosi i sacerdoti concelebranti che si sono uniti al Vescovo e ai parroci di Piedimonte Matese, don Massimiliano Giannico di Santa Maria Maggiore, don Armando Visone di Ave Gratia Plena, don Emilio Meola di San Marcello e San Michele; presenti i diaconi e tra essi don Michele Zullo di Sant’Angelo d’Alife che il prossimo 29 giugno sarà ordinato sacerdote nella Cattedrale di Alife: per lui alla fine della Messa don Massimiliano Giannico ha chiesto di pregare affidandolo al modello di prete che è stato San Marcellino. Da parte del sacerdote parole di ringraziamento ai presenti in modo particolare all’Amministrazione Comunale e ai sindaci dei sobborghi che sono sotto il patronato di San Marcellino (San Potito Sannitico, Castello del Matese, San Gregorio Matese), alle Autorità Militari (il Capitano della Compagnia Carabinieri di Piedimonte Domenico Franceschini, il comandante di Stazione Pasquale Mariano, il  Comandante della Tenenza della Guardia Di Finanza Pasquale De Ruosi, il comandante dei Vigili Urbani della Città Giovanni Labriola); un ‘grazie’ ricolmo di affetto e riconoscenza al Comitato festeggiamenti legato alla tradizione di San Marcellino ormai da generazioni di padri e figli che continuano ad alternarsi nella responsabilità organizzativa della festa.

Come di consueto, i festeggiamenti religiosi hanno avuto il loro seguito con la processione del pomeriggio (posticipata di un’ora a causa della pioggia), che ha portato il busto reliquiario del Santo per le strade della Città adornate delle tradizioni infiorate; ad unirsi al corteo dei fedeli, ancora una volta, il Vescovo Giacomo Cirulli che tradizionalmente attende l’arrivo della processione nella parrocchia di Ave Gratia Plena, quartiere dove ha sede l’episcopio. In Piazza Roma, l’omaggio del Sindaco a San Marcellino con la consegna delle Chiavi della Città quale segno di affidamento dell’intera comunità alla protezione del Santo e di Dio “siano il segno per sugellare il legame tra la tua benevolenza” e il popolo di Piedimonte, le parole pronunciate dal Vicesindaco Bernarda De Girolamo nel discorso che in questo luogo civico comunemente viene pronunciato. Una preghiera in cui è stata chiesta protezione per i più deboli, in modo particolare per gli anziani e i giovani e perché questi ultimi siano resi sensibili al dialogo e alla relazione con i primi. “Difendi con amore la nostra terra ridente che si espande nel cuore del Matese”, poi l’appello a sostenere coloro che hanno responsabilità sociali e civili… Il riferimento ai giovani, ai tanti giovani anche assenti da questo intenso momento di tradizione e fede, ha voluto riprenderlo il Vescovo esortando i presenti a testimoniare e raccontare la bellezza della vita con Gesù: “la storia di San Marcellino, la sua vita donata per amore del Vangelo, non spaventi i più giovani ad impegnarsi per un ideale forte”, per  quei valori che spingono ogni giorno a donare tempo, risorse, capacità per gli altri e per la crescita umana del mondo: il concetto che Mons. Cirulli nel suo ultimo intervento della giornata ha affidato ai presenti. Il corteo è proseguito verso la Basilica di Santa Maria Maggiore per la celebrazione della Messa.

In Piazza Roma le note de La Traviata di Giuseppe Verdi, nell’esecuzione dello Storico Premiato Gran Concerto Bandistico Città di Conversano diretto dal M° Susanna Pescetti, hanno dato seguito alla festa fino a tarda serata.

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