Voleva “portare un po’ di gioia” alla popolazione romagnola colpita dall’alluvione e c’è riuscito a meraviglia, Vasco Rossi, grazie alla forza della sua musica e alla bellezza dei suoi testi. Alla vigilia della sua esibizione sul palco dello Stadio “Romeo Neri” di Rimini dello scorso 2 giugno, il rocker riceve una lettera aperta e a firmarla è il Vescovo della diocesi di Rimini, mons. Nicolò Anselmi. Una lettera che suona come invito ad incoraggiare i giovani a “continuare ad essere generosi sempre”, proprio come si stanno dimostrando in questo momento difficile per la Romagna, spalando fango, distribuendo pasti, faticando nell’aiutare chi si trova in difficoltà. Dalle righe della lettera trapela l’immediatezza di un linguaggio capace di arrivare dritto al cuore del destinatario, proprio come le canzoni che Blasco continua a regalare ai suoi fans e che a ognuno di noi capita di canticchiare per quanto sono avvincenti. C’è un elemento che unisce mons. Anselmi e Vasco Rossi, e cioè la capacità di comunicare in maniera semplice ma efficace, superando preconcetti ed etichette.
Di seguito pubblichiamo la lettera integrale di mons. Nicolò Anselmi
Caro Vasco,
mi permetto di darti del “tu” perché, pur senza averti mai incontrato personalmente, ti sento quasi come uno di famiglia.
Sono anni che, con amici e ragazzi, cantiamo le tue canzoni intorno al fuoco, sulla spiaggia, sotto la luna, fra le tende.
Mi chiamo Nicolò, e sono il Vescovo di Rimini.
Sono nato a Genova, ho vissuto nel centro storico, e insieme alle tue canzoni spesso le chitarre intonavano le note del concittadino Fabrizio De André.
Volevo darti anch’io il benvenuto nella nostra città. Hai scelto di iniziare a Rimini il tuo tour. Migliaia di giovani e adulti ti attendono, alcuni accampati da giorni fuori dallo stadio.
Su molti di loro tu eserciti un’influenza potente.
In questi giorni tanti ragazzi e giovani si sono generosamente coinvolti nell’aiutare le popolazioni alluvionate della tua, nostra regione.
Sono venuti da tutt’Italia, tanti anche da Rimini: molti di loro li conosco personalmente.
Hanno spalato fango, lavato mobili, distribuito pasti, spostato rottami e detriti.
Alla sera erano esausti ma felici; hanno servito, faticato, aiutato, amato chi si trovava in situazioni di grande difficoltà e di lutto. Tutto il mondo ha visto la loro bellezza interiore. Permettimi ora di dire una “cosa da prete”: questi ragazzi e giovani hanno manifestato la forza e la capacità di amore di Gesù che è dentro di loro, che è dentro tutti, credenti e non credenti, di ogni religione.
Se puoi, incoraggiali – magari anche dal fronte del palco del ‘R. Neri’ – a continuare così, ad essere generosi sempre, attenti verso chi soffre, verso i malati, verso chi è straniero e fatica ad inserirsi, disponibili a tenere compagnia ad un anziano, ad aiutare un bambino in difficoltà con lo studio, a stare vicino a chi si sente solo e vuoto. Se vuoi, invitali a non spegnere mai quel desiderio d’infinito che si trova nel cuore di ogni uomo, lo stesso che abita sulle “Dannate nuvole”.
Se puoi, suggerisci loro a non aver paura di una “vita spericolata” e ad “andare al massimo” nell’amore verso gli altri, gli esclusi, i fragili, verso tutti. Chi vuol “trovare un senso a questa vita” lo può trovare nel rendere felici gli altri. Perché chi dona la sua vita la trova, e c’è più gioia nel dare che nel ricevere.
Grazie di cuore.
Ti accompagno con la preghiera,
+ Nicolò Anselmi
Vescovo di Rimini
Non si fa attendere la risposta del cantautore alle parole del Vescovo di Rimini: “Io non sono un gran parlatore, mi esprimo con le canzoni. La mia combriccola è diventata un popolo sì, ma sempre tutta di gente a posto con dei valori, hanno dei sogni.” E riferendosi ai giovani che amano le sue canzoni Vasco afferma: “Io mi limito raccontare loro quello che ho imparato, che le stelle stanno in cielo, i sogni non lo so, so solo che son pochi quelli che s’avverano. A me credono perché sanno che sono sincero e dico solo la verità. Che la realtà è meno dura di quello che uno immagina, meglio affrontarla, guardarla in faccia”.