Corpus Domini, quel pane che unisce, che fa la comunione nella Chiesa, che è offerto ad ogni credente “in memoria di me”. Un pezzo di pane, povera cosa, immagine di quello che Cristo ha portato e ha lasciato: il segno di una vita semplice, donata, distribuita, divenuta essenza ed essenziale nella vita dei credenti; il segno fragile e potente dell’Uomo che ha vissuto l’amore gratuito, il perdono senza condizionamenti, l’accoglienza senza pregiudizi, la condivisione senza misure, la morte senza badare a se stesso. Così com’è nella natura del pane: essere nutrimento e dono per qualcuno, generare il senso della condivisione, della tavola che unisce, della festa insieme, dell’essere tutti uguali e pari perché quell’ostia è per tutti, e nel cuore di ciascuno richiamo ad essere come Cristo.
Celebrato solennemente in tutte le parrocchie domenica scorsa, ma prima ancora il giovedì precedente nel giorno in cui la Chiesa ne stabilisce la ricorrenza, il Corpus Domini del Vescovo Mons. Giacomo Cirulli, celebrato nelle tre Diocesi da lui guidate ha costantemente richiamato questo messaggio: essere come Cristo e portatori di Cristo nella vita. Le processioni che hanno percorso le strade di paesi e città anche quest’anno hanno espresso simbolicamente il passaggio vero di Cristo attraverso il quotidiano degli uomini dove essi soffrono e gioiscono: vicoli abitualmente silenti o piazze affollate di voci e clacson hanno incrociato lo sguardo della mite ostia che rompe lo schema di un mondo sempre più barocco. “Viene a dirci che l’esteriorità non conta; che gli aspetti accessori della vita troppe volte interferiscono nella relazione tra Dio e l’uomo che invece chiede un cuore libero da condizionamenti, capace di ricordare e riconoscere il suo legame originario con Lui che ne ha guidato la storia verso la Salvezza”. Sono le parole con cui il Vescovo delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca ha aperto la lunga riflessione sul Corpus Domini, dilatata nelle celebrazioni che ha presieduto nelle tre Cattedrali diocesane. La prima ad Alife giovedì 8 giugno nell’evento diocesano della Chiesa di Alife-Caiazzo che tradizionalmente riunisce sacerdoti e fedeli di tutte le parrocchie; sabato 10 giugno a Sessa Aurunca dove la celebrazione coinvolge la forania; domenica 11 a Teano dove le funzioni religiose sono organizzate a livello cittadino.
“Siamo noi l’ostensorio, quelli che entrano nella vita di tutti i giorni e di ciascuno percorrendo le strade del mondo”, così Mons. Cirulli al termine della processione che dalla Cattedrale si è diretta in Piazza Santa Caterina per la benedizione eucaristica, “senza dimenticare che abbiamo una grande responsabilità che il Signore ci affida: portare Lui perché è attraverso di noi che Lui vuole vivere e raggiungere soprattutto chi ha più bisogno della sua Parola, del suo Corpo, della sua misericordia”. Con queste parole, richiamo al senso dell’Incarnazione, il Pastore ha parlato anche alle comunità di Sessa Aurunca e di Teano. L’attualità del Corpo e Sangue di Cristo è nel messaggio che in ogni epoca e in ogni tempo sa proporre e rispondere agli uomini di ieri e di oggi attraverso quel pane “che parla e nutre; che è vita eterna che ci conduce verso la pienezza della vita eterna (…) che accorcia le distanze tra noi e Lui perché è un segno vicino alla nostra umanità”, per poi tornare a suggerire l’impegno responsabile della testimonianza che offre la voce a quel pane e a quel vino.
E l’attualità in cui quel pane chiede di essere portato, segno di unità e di comunione, è anche il mondo lacerato dalla guerra, dalla fame, dal dolore per il quale Mons. Cirulli ha chiesto di pregare “così come Papa Francesco ci sta chiedendo di fare con insistenza”.
Il passaggio dell’Eucaristia per le strade di Alife, Sessa Aurunca e Teano è stato accompagnato dalla preghiera, dal raccoglimento, dagli addobbi floreali che tradizionalmente omaggiano l’Eucaristia e diventano, nelle azioni semplici del lavoro e della cura, anch’esse esperienza di comunione.