“La mia amicizia con Flavia Franzoni e Romano Prodi risale a decenni fa, agli anni Ottanta e sin dal primo momento li ho sempre percepiti non come una semplice coppia ma come una comunione di affetti e di idee che, nel farsi progetto di vita, non ha mai disgiunto la cura per la famiglia, l’attenzione per i figli e poi per i nipoti, da quella per la più vasta comunità sociale, affinché a ogni essere umano fosse riconosciuto nella sua dignità e nei suoi diritti e, nel segno di una libertà responsabile, potesse contribuire al bene comune”. Lo dichiara don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, in una nota diffusa dopo la scomparsa di Flavia Franzoni, moglie di Prodi. “Romano non ha mai nascosto il suo ‘debito’ nei riguardi di Flavia sottolineando quanto il confronto con lei sia stato determinante nell’indirizzare e sostenere il suo impegno pubblico e politico”, evidenzia il sacerdote.
“Per parte sua Flavia, con la riservatezza e l’umiltà delle persone davvero grandi, ha sempre preferito stare un po’ in disparte, mettendo il suo sapere e le sue competenze anche al servizio del progetto umano e sociale di Romano. Ma che lei fosse una mente acuta e una persona di straordinaria sensibilità posso, anzi sento il dovere di testimoniarlo con forza, in questo momento di dolore – afferma don Ciotti -. Flavia è stata una preziosa collaboratrice di tanti progetti del Gruppo Abele e poi di Libera, mai ci ha fatto mancare la sua attenzione, le sue intuizioni, il suo impegno”.
Il presidente di Libera e del Gruppo Abele conclude: “Sono fraternamente accanto a Romano e ai suoi figli Giorgio e Antonio in questo momento che so durissimo e che apre in me un vuoto difficilmente colmabile. Grazie, Flavia, per la tua umanità, per la tua cultura, per la tua infinita generosità”.
Fonte SIR