Sant’Antonio Abate, la storia, la tradizione, la relazione con il popolo, l’iconografia… Sono i temi del libro a firma di Geppino Buonomo, ispettore onorario dei Beni Culturali e Anna Delle Foglie docente presso l’Université libre de Bruxelles, nato sulla lettura e ricostruzione degli affreschi della chiesa di Sant’Antonio Abate in Teano, che qui verrà presentato il 21 luglio alle 19.00.
Ancora una volta simile ricerca sull’arte del territorio e sulla promozione di un bene culturale – in questo caso del patrimonio presente in Alto Casertano – è motivo di riflessioni che superano la novità storico-artistica che gli autori aggiungono alle conoscenze della collettività, per caricarsi di positiva provocazione: avviene nella presentazione al volume a firma di Mons. Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo, e di Sessa Aurunca; avviene nell’introduzione della dottt.ssa Laura Fenelli, storica dell’arte, docente presso la Kent State University.
Nel primo intervento prevale la mano del Pastore che invita, come già accaduto in simili circostanze, ad agire in rete, tra istituzioni collaboranti e di territori vicini, affinché si coltivi l’interesse per storia e radici comuni e cresca la passione per le “perle” di bellezza che racchiudono i territori: “Sono convinto che solo agendo in rete territoriale, con tutte le istituzioni collaboranti fra di loro, l’Alto casertano potrà mostrare tutta la sua bellezza e ricchezza, ritornando ad essere una vera terra di lavoro, popolata anche da giovani che rimangono, e non più terra di partenze e nostalgie”. Il secondo contributo, quello di Fenelli, ha il taglio del ricercatore aperto alla revisione storica che secoli di storia impongono ma non rinnega l’identità del Santo che il popolo per fede (e talvolta per convenienza) ha costruito di lui: il bene che vince il demonio, la misericordia che risana
gli uomini, l’esperienza di preghiera che avvicina a Dio: “nonostante tutte le trasformazioni, Antonio è rimasto lo stesso, campione invincibile delle lotte contro il demonio, compagno misericordioso del primo eremita Paolo, poi capo suo malgrado di un ordine religioso e infine patrono degli animali, signore e padrone del fuoco”.
Una sfida aperta la definiscono gli autori, la ricerca condotta sugli affreschi di Teano: capitolo ancora aperto di un lavoro di ricerca in crescita man mano che l’attenzione degli atorici dell’arte bussa alle porte di nuove chiese, cappelle, o incrocia angoli di strade su cui compare un tratto di pittura risalente al XV secolo di cui è riccamente adorno l’Alto casertano. Buonomo e Delle Foglie citano infatti gli affreschi della Cappella di Sant’Antonio Abate in Sant’Angelo d’Alife oggetto di studio e di pubblicazione già nel 2005, non solo a testimoniare il culto per il monaco eremita così capillarmente diffuso, ma l’uniformità di stili artistici e la comune radice di scuola marchigiana; riflessione che si apre al più alto capolavoro pittorico custodito nella Cappella di San Biagio a Piedimonte Matese, ma anche ad un più ristretto quadro presente nella sagrestia della Cattedrale di Alife. Approfonditamente gli autori, nei quattro capitoli che completano il libro permettono al lettore di entrare a Teano, nella sua storia di arte, fede e mecenatismo senza distogliere lo sguardo da ciò che avviene nei territori limitrofi; grazie al percorso editoriale che individuano per questo volume prossimo alla presentazione, ci consentono di conoscere Teano, il suo legame con il Santo, il culto e le tradizioni a lui legati tra passato e presente, fino a giungere di fronte all’abside che ne racconta la vita, nella sequenza di scene e registri dove ricerca e fede, verità storica e racconto parlano a l’uomo capace di ascolto.