Noemi Riccitelli – Cosa succede se l’immaginario collettivo fiabesco si capovolge e quelli che credevamo essere dei punti fermi, temi ricorrenti, i cosiddetti “topos”, per una volta vengono messi da parte? Nasce una nuova storia, certo: un racconto in cui la protagonista non è la classica principessa, ma a dirigere la fiaba è una teen-ager dalle fattezze di un kraken, una creatura marina con tentacoli luminescenti e poteri incredibili che la rendono unica.
Questo il soggetto di Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli (Ruby Gillman, Teenage Kraken), nuovo titolo della produzione DreamWorks Animation per la regia di Kirk DeMicco e Faryn Pearl.
Al cinema dal 5 luglio, il film segue l’ispirazione delle altre animazioni di casa DreamWorks, tra tutte Shrek, racconto antesignano nel rovesciare luoghi comuni e ruoli nelle fiabe; tuttavia, Ruby Gillman, per quanto semplice e piacevole, risulta nel complesso meno brillante e originale.
La famiglia Gillman vive ad Oceanside, dove Agatha Gillman (Toni Colette) ha deciso di reinventare la propria vita e proteggere la sua famiglia di kraken dai pericoli degli abissi: infatti, essi appartengono alla dinastia dei custodi degli oceani, di cui la madre (Jane Fonda) è Regina guerriera.
In casa, così, vige il divieto assoluto di avvicinarsi all’acqua e, bensì, continuare a vivere un’esistenza da normali esseri umani, mimetizzandosi ed omettendo il più possibile, come ama ripetere Agatha.
Tuttavia, per la giovanissima Ruby (Lana Condor), è difficile rispettare le dure regole imposte dalla madre, specie se quest’ultime vanno contro il suo naturale sviluppo da adolescente: in particolare, il ballo della scuola organizzato su un’imbarcazione in mezzo al mare, al quale Ruby vuole partecipare insieme a Connor (Jaboukie Young-White), il ragazzo cui dà ripetizioni di matematica e di cui è innamorata.
Una narrazione lineare, senza particolari colpi di scena o spunti di grande innovazione, Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli non punta a diventare di certo un titolo di stagione, ma la storia si lascia guardare e la caratteristica più interessante è, senza dubbio, la decisione di sovvertire all’interno della trama il tradizionale rapporto tra la figura delle sirene e quelle delle altre creature marine, sbilanciato solitamente a favore delle prime, grazie anche all’iconica immagine che Disney ha contribuito a definire attraverso il suo La sirenetta.
Non a caso probabilmente, questa storia arriva al cinema proprio qualche mese dopo l’omonimo live-action Disney, quasi a voler stuzzicare il pubblico con una versione diversa del profilo della canonica sirena.
Ruby, al contrario, è una kraken, un essere particolare, all’apparenza goffo e spaventoso, ma dalla forza straordinaria, che lo rende non a caso protettore dei mari: Ruby non conosce la sua natura e quando vi si trova a confronto in modo improvviso, si sente inadeguata, tradita, incompresa.
La rivelazione della sua vera identità di kraken riflette quello stesso delicato processo di scoperta di sé, di cambiamento, che si verifica nell’adolescenza, due fasi che, non a caso, in Ruby collimano.
Il film, inoltre, vede come protagoniste attive tre figure femminili, tre diverse generazioni che si confrontano sui temi della fiducia, del rispetto, del dialogo, ponendosi così anche nel filone delle pellicole cosiddette female-driven (seppur in modo decisamente dimensionato), orientate cioè alla rappresentazione di personalità femminili forti e interessanti.
L’animazione, invece, si presenta vivace, colorata, con personaggi e scenografie ricche di dettagli e suggestioni non convenzionali, che catturano lo sguardo, anche se l’intreccio non risulta particolarmente avvincente.
Da segnalare, al doppiaggio originale, le voci di due grandi interpreti candidate Oscar quali Toni Colette e Jane Fonda.
Nel complesso, Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli è un intrattenimento piacevole, certo non memorabile, senza pretese; adatto alle famiglie per un pomeriggio o una serata al cinema da condividere.