Massimiliano Domenico Piciocchi – È iniziata ufficialmente ieri, con la cerimonia di apertura allestita nel cuore di Lisbona, la 37esima Giornata Mondiale della Gioventù.
Nella suggestiva cornice del Parque Eduardo VII, si sono raccolti
circa 500.000 giovani. Il corteo di bandiere, di colori, di canti in
lingue diverse che ha animato il centro cittadino della capitale
lusitana, ha accolto oggi un emozionatissimo Papa Francesco. Un Papa certamente affaticato, segnato dal peso e dagli affanni dell’età, ma con il cuore sempre giovane e vitale ha incontrato, ascoltato, abbracciato i giovani dei diversi continenti.
“Esta es la juventud del Papa” hanno acclamato in coro a più riprese i convenuti: questa è la gioventù del Papa, questi sono i giovani di Francesco, pronti oggi a fargli ressa intorno e disponibili domani a cooperare con Lui nel testimoniare la gioia del Vangelo. Giovani che hanno affrontato giorni di viaggio, che trascorrono ore e ore in attesa per un kit o per un pasto, ma che non perdono la gioia. Giovani che si sono alzati “in fretta” come Maria, icona di quest’appuntamento di Lisbona 2023 per andare ad incontrare Gesù insieme ai loro coetanei del mondo con cui condividono i sogni e le speranze.
Di sogni e di speranze, appunto, ha parlato loro il Papa, nel primo
incontro tenutosi nella mattinata presso l’Università Cattolica, polo formativo di eccellenza per tutto il Portogallo. Ha parlato dritto a cuore di quei giovani non deludendo le loro attese. Ha parlato alle loro vite con la franchezza che da sempre contraddistingue il magistero del Papa e l’annuncio del Vangelo: “Il Signore chiama ciascuno per nome, ciascuno nella propria realtà e nella propria unicità. La Chiesa che il Signore sogna è una casa per tutti, dove ognuno possa sentirsi accolto com’è”. Il Papa ha voluto rafforzare nel cuore di ciascuno dei presenti la consapevolezza che il Signore ami ciascuno così com’è, senza trucchi, senza maschere. Aver fede e, quindi vivere nel rapporto di fiducia radicale con Dio, come a più riprese ha sottolineato, vuol dire riconoscersi non come “la comunità dei santi. Siamo tutti peccatori ma siamo chiamati come siamo, Gesù ci salva come siamo”.
Anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale, ha raccolto a nome dei Vescovi italiani l’appello ad allargare l’orizzonte ecclesiale ai “tutti”, in particolar modo ai lontani, categoria che il Papa ha sempre a cuore. La Chiesa italiana, ha riconosciuto sempre Zuppi, fa fatica a tenere il passo del Santo Padre: “si ha paura, talvolta, che essere di tutti significhi non essere di nessuno o di non essere più noi stessi; invece, siamo noi stessi quando siamo di tutti, quando abbiamo il coraggio di cercare tutti. Non dobbiamo avere paura di arrivare a tutti, ma su questo abbiamo ancora da lavorare” (guarda la nostra intervista completa).
Questa mattina Papa Francesco è a Citta della Gioia per ascoltare le confessioni di alcuni giovani presenti. Gmg è anche questo: misericordia, possibilità di essere ascoltati, occasione di profonda spiritualità. L’appuntamento prosegue nel pomeriggio con la Via Crucis che il Pontefice presiederà nella Colina de Encontro. Giovani raccolti intorno alla stessa croce pellegrina donata da San Giovanni Paolo II il 15 aprile 1984, partita allora da Roma e ancora in cammino per le strade del mondo.