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Nuoto / Antonella Crispino medaglia d’oro in Cina: il mio risultato è anche merito del tifo che arriva dal Matese

Il 7 agosto a Chengd in Cina ha conquistato l'oro nei 200 metri "farfalla" nella edizione 2023 delle Universiadi

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Antonella Crispino continua ad andare forte, la sua corsa non si arresta anche dopo il successo appena ottenuto alle Universiadi di Chengd in Cina che le è valso un oro nei 200 metri farfalla con il tempo di 2:09.10. Le sue parole si rincorrono, si affrettano a dire quanto sia felice, quanto siano valsi i sacrifici compiuti per anni, quanto sia importante avere una famiglia, gli amici e una comunità che la supportano e la incoraggiano. Le abbiamo chiesto di Chengd e delle prossime Olimpiadi a Parigi quest’ultimo obiettivo sognato e sperato ma ancora da valutare e sottoporre ai tempi “perché nel nuoto il tuo confronto quotidiano è con il tempo sempre pronto a sbatterti la realtà in faccia, a farti sorridere o piangere e scoraggiarti”.

La giovane nuotatrice oggi in forze alla squadra sportiva dell’Esercito Italiano nuota da sempre, da quando aveva tre anni; “ma a cinque – spiega lei – è iniziato quel lungo percorso che non si è più fermato ma rafforzato e orientato verso sempre nuovi traguardi”. A quindici anni inizia la sua avventura di gare, trascorre sempre più tempo in acqua, ed è un crescendo di risultati, fino agli ultimi come la qualificazione agli Europei e le Universiadi di pochi giorni fa. Entusiasmo nelle sue parole ma anche tanta determinazione e la convinzione che “il nuoto oltre a farti vivere in stretto contatto con il cronometro, ti confronta con i tempi della vita, quando ad un certo punto il fisico e la mente non potranno più compiere le imprese di oggi”. Questa consapevolezza la accompagna da sempre tanto da permetterle una serena visione del futuro: “lo studio – prima al Liceo e oggi all’Università – è anch’esso parte della mia vita e su esso sicuramente fonderò il mio percorso successivo”. Si allena con la Società ’Assonuoto Club Caserta attualmente seguita dall’allenatore Ileano Cerroni, e al contempo frequenta la facoltà di Giurisprudenza all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli riuscendo a conciliare i due impegni, “il nostro è un lavoro mentale prima che fisico, l’importante è trovare il giusto equilibrio nella propria giornata. Con lo studio, fare poco ma fare bene e con costanza mi ha sempre aiutato a stare al passo e a raggiungere comunque i risultati sperati”.

È tornata dalla Cina con una medaglia d’oro al collo dopo aver vissuto l’emozione di una suggestiva cerimonia di apertura e il bel clima di amicizia nella delegazione dei 180 atleti partiti dall’Italia; ottimo l’afflato nella squadra del nuoto composta da 36 atleti e 6 tecnici, ma il percorso che l’ha preparata a questi momenti non è stato semplice, tanti momenti di incertezza e di suspence per capire se sei dentro all’evento oppure no, tensione continua nella corsa contro il tempo che ti rifila anche dei ‘no’, continue pressioni e la mancata possibilità – per gli atleti del nuoto – di misurarsi spesso con competizioni internazionali che un po’ riduce per molti di loro la possibilità di confrontarsi e fare risultati. Eppure quella di Antonella è una settimana ‘in vasca’ inclusa la domenica, per gareggiare. Nove volte a settimana si allena in acqua alternando le vasche della Piscina comunale di Piedimonte Matese a quelle di Caserta dove può percorrere la distanza dei cinquanta metri a cui si aggiungono tre sessioni di palestra.

 Grazie al Matese per il tifo e la spinta che continua a donarmi 
Le piace stare in compagnia e non rinunciare al piacere dei momenti con amici e con la famiglia anche se riconosce di aver rinunciato per lunghi anni alla quotidianità dei suoi coetanei “Non si tratta di un sacrificio perché il nuoto è la mia vita, la mia routine, ciò che spontaneamente vivo con disinvoltura, ma riconosco che non è stata una passeggiata”. Cosa rappresenti nella vita di una ventenne tutto questo, continua a spiegarcelo con grande entusiasmo: “lo sport, nel mio caso il nuoto, ti insegna che nei momenti di difficoltà non si molla, non si getta la spugna; ti insegna che quando il risultato non arriva è allora che devi insistere e puntare in alto: la mia medaglia di oggi è frutto sicuramente di tanto allenamento ma anche di questo percorso”. Chiama spesso in causa la famiglia che da sempre la supporta accogliendo e sostenendo i suoi momenti più difficili, ma poi il “grazie” si rivolge alla sua comunità matesina, quella di Piedimonte Matese dove ha vissuto fino a poco fa e quella di San Potito dove risiede attualmente. Alla domanda “che effetto ti fa balzare dal Matese alla Cina e tornare con una medaglia d’oro?” risponde come chi non desideri altra domanda che questa: “questi luoghi sono la mia forza, questa gente è la mia forza mentre mi alleno e mentre gareggio. Non così purtroppo per molte colleghe che provengono da paesi e città ben più conosciuti dove però manca il legame che contraddistingue gli abitanti dei piccoli paesi in cui difficilmente si è anonimi: nel nostro caso prevale il senso di comunità, la vicinanza alla mia storia personale; sento il tifo sempre carico e la festa per i risultati. Tutto questo è bellissimo, mi ricorda il valore di casa, dei luoghi in cui cresco e rappresenta il supporto di cui ogni atleta avrebbe bisogno perché l’esito una gara è anche il frutto della positività di cui si è circondati. Ringrazio tutti per la forza che mi date… ”.

E allora, sul senso di comunità e di appartenenza ci lasciamo: la nostra chiacchierata ha toccato le corde del cuore, di chi parla e di chi legge: le conclusioni sono presto fatte. Dietro il bel risultato professionale o sportivo di un giovane c’è senza dubbio la famiglia ma ì si può essere in tanti; dietro ai loro dolori anche. E allora grazie ad Antonella ci apriamo a considerare il valore di salvezza che in un piccolo e medio contesto ognuno può portare.

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