Un intenso itinerario di fede accompagnati dalla Parola di Dio, è stato questo il novenario in preparazione alla Festa di San Sisto I, papa e martire, patrono di Alife e della Diocesi di Alife-Caiazzo. Il Libro dell’Apocalisse, la traccia biblica e la proposta di vita “nuova” fatta al popolo alifano, la strada verso un rinnovamento interiore e radicale e soprattutto la coscienza – come ha ricordato il Vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli nei giorni della festa – “che Gesù Cristo è presente nella storia e in essa si manifesta per amare gli uomini e parlare ad essi, per indicare la via, la verità, la vita…”
Il 10 e l’11 agosto sono stati due giorni vissuti con la trepidazione che puntualmente accompagna la festa cittadina del santo patrono: generazioni diverse continuano a ritrovare il comune senso di appartenenza ad un luogo, ad una storia, e in particolare alla comune devozione per il Santo papa che liberò Alife dal flagello della peste: dagli antichi racconti, dalle tradizioni che hanno attraversato i secoli, dalla fede degli alifani che ha incrociato eventi lieti e tristi, in cui si salda il legame tra essi e San Sisto, protettore e intercessore, si arriva ad oggi. È il presente, la quotidianità e le scelte di ogni credente di questa città, e in maniera più larga dei fedeli dell’intera diocesi di Alife-Caiazzo, a ricevere la provocazione che viene dalla parola di Dio: ‘Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca’ (Ap 3,15). La Lettera alla Chiesa di Laodicea del Libro dell’Apocalisse è stato il messaggio con cui il Pastore della Diocesi ha esortato la sua comunità, nel giorno della Festa, a recuperare lo stile, il vigore, la vista del cuore “per vedere con gli occhi di Cristo (…) per guardare la vita alla luce del Vangelo senza farsi prendere da falsi giudizi”, imitando il martire San Sisto, la cui fede lo identifica tra coloro che non tiepidi ma apertamente e visibilmente schierati per Cristo, diventano modelli da imitare, diventano esperienza di Vangelo nella Storia e tra gli uomini.
“Le prove e il peccato dell’umanità, il continuo richiamo alla vera fede, la visione della gloria di Dio con cui il Libro dell’Apocalisse gradualmente si rivela a noi, svela al contempo il cammino d purificazione e santificazione del popolo che sceglie di ritornare a Dio e in lui trova misericordia”. Storia di speranza, di vicinanza e di appartenenza degli uomini a un Dio vicino, accanto, alla porta del cuore…
“Ma San Sisto, il papa – così il Vescovo alla Cappella di San Sisto fuori le mura durante uno dei momenti celebrativi – è richiamo ad un’altra esperienza: la comunità che vive la Chiesa, come esperienza di incontro, di fede, di dialogo e ascolto, di cammino insieme, di salvezza per ogni uomo”.
La festa di San Sisto, nell’alternarsi dei festeggiamenti religiosi e civili, ha registrato un gran numero di presenze; strade e piazze di Alife si sono riempite di volti, di suoni, di partecipazione con positivo bilancio anche per le attività commerciali locali. Da Porta Napoli a Porta Piedimonte seguendo la strada che taglia in due la città, durante le serate di festa la città è stato un flusso ininterrotto di gente che ha incrociato eventi, spettacoli, gastronomia, e fuori dai programmi di calendario non ha mai smesso di accedere alla Cattedrale, in Piazza Vescovado, per una preghiera al caro Patrono.
In foto alcuni momenti della festa nei giorni 10 e 11 agosto; in entrambi i giorni sono stati presenti ad Alife rappresentanti della comunità di Alatri (FR) che venera anch’essa San Sisto I, papa e martire come patrono. Presente il 10 il parroco di Alatri; S.E. Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo emerito di Alife-Caiazzo che ha preso parte alla Messa e alla processione alla Cappella di San Sisto fuori le mura. L’11 sera, in occasione del solenne Pontificale, presente in Cattedrale il sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca. A tutti gli eventi religiosi non è mancata la presenza dei seminaristi delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca.