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Un Matese a due marce. Il difficile processo verso il Parco Nazionale

Mentre si aspetta la conclusione dell'iter che porta alla nascita del Parco Nazionale del Matese, si rincorrono voci sulla possibile nomina di un nuovo presidente, ma del "Parco Regionale". Sulla questione di stallo interviene l'attuale presidente Vincenzo Girfatti

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Lo vogliamo davvero il Parco Nazionale del Matese? Ne abbiamo compreso il valore e il potenziale? Per quali motivi la Regione Campania non “chiude” una partita aperta ormai da decenni? Diversamente sembrerebbe dal fronte molisano dove sindaci e politici locali si muovono in maniera più risoluta e attenta…

Nel mezzo, l’attuale e originario ente, il “Parco regionale del Matese”, in una posizione di stallo “che non soddisfa le esigenze del territorio” ha dichiarato in conferenza stampa il Presidente Avv. Vincenzo Girfatti, e “che non ha disponibilità economiche ed è completamente privo di dipendenti”.

Le ragioni dell’incontro avvenuto con sindaci, giornalisti ed associazioni che hanno risposto all’invito sono legate alle voci che circolano da giorni sulla presunta nomina di un nuovo presidente del Parco Regionale e non invece sulla possibile definizione del Parco Nazionale come ci si aspetterebbe. Lo scorso 17 luglio infatti alcuni primi cittadini del beneventano esprimendo parere positivo per il lavoro svolto da Girfatti negli ultimi anni, in una nota inoltrata al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, chiedevano maggior concretezza dell’iter procedurale e la possibilità che a traghettare il territorio verso questo nuovo passaggio fosse lo stesso Girfatti.

 “Per il bene del nostro territorio – le parole di Girfatti – dobbiamo andare spediti verso le ultime ed utili interlocuzione conclusive per definire perimetro e zonazione dell’Ente Nazionale, senza dilungarci a fare cose che non hanno più alcun senso”. Doveva infatti essere questo lavoro – i confini e le zone del futuro Parco – l’ultimo atto da parte dei venti Comuni attualmente nell’ente e di quelli che si aggiungerebbero all’ente nazionale dalle province di Caserta e Benevento: ha giocato nel tempo un ruolo di importante interlocuzione il Parco Regionale dialogando con sindaci e associazioni territoriali, rappresentanze di allevatori, agricoltori, cacciatori per entrare insieme nella ‘visione’ di Parco Nazionale e arrivare a definire l’ultima proposta, quella che la Regione Campania invierà al Ministero dell’Ambiente e ad Ispra. Incontri che non senza fatica hanno avvicinato all’idea di Parco non come ‘limite’ ma come possibilità di essere inseriti in proposte, dibattiti, studi, risorse di respiro nazionale. Al momento però resta da sciogliere il nodo per quei comuni coinvolti al 100% nel Parco toccati dal Disciplinare provvisorio di tutela perché, come ha spiegato lo stesso Girfatti, “essi abbiano condizioni di vantaggio su quei comuni che hanno nel Parco solo piccole porzioni di territorio”.

Se da un lato chi spinge verso il Parco Nazionale lo fa sulla scorta di studi e analisi che nel tempo si sono consolidati, aggiornati e confrontati con standard nazionali (dal basso, la Consulta delle Associazioni del Matese ha dato grande e ragionevole impulso a questo processo), dall’altro il freno o le contraddizioni sembrano venire dalla politica a più livelli: lo scarso coinvolgimento di alcune amministrazioni comunali nei dibattiti che negli anni non sono mancati e il rifiuto di visioni scientifiche sui vantaggi del Parco Nazionale; nel frattempo l’invito rivolto a Girfatti a proseguire “l’attività di utile interlocuzione istruttoria nei confronti degli Enti locali” per arrivare alla soglia del  Parco Nazionale da parte del vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola (prot. n. 090/26.04.2023) che ora si scontra con la possibilità della nomina ‘politica’ di un nuovo Presidente Regionale. Ancora tempi di attesa…

Dall’Ente Parco il giudizio espresso rimane severo ed è quello di una visione al ribasso sulle prospettive “nazionali” per il Matese che diversamente livellerebbero ad altre significative esperienze nazionali (e pertanto di maggior visibilità) il potenziale locale che mai come in questo momento necessita di un passo in avanti perché Parco Nazionale significherebbe solo per citarne alcune: risorse economiche per la gestione dell’ente (che oggi mancano); regolamenti a tutela di spazi, di flora e fauna e figure di qualificata professionalità a garantirne applicazione e controllo; figure dirigenziali a capo dell’Ente e dei suoi dipendenti; sguardo oltre i campanilismi per essere parte integrante di una comunità in rinnovato dialogo con il resto del Paese dove esperienze simili qualificano, non penalizzano.

Sul tema “Parco Nazionale del Matese” è intervenuta di recente la consigliera regionale del Partito Democratico del Molise Micaela Fanelli che ha seguito dal fronte molisano la situazione passando poi a sollecitare e pressare la Campania al fine di chiedere lumi sul come intende proseguire, essendo al momento inadempiente. Clicca per leggere. 

Dagli archivi di Clarus, una selezione di foto del Matese

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