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Giornata Mondiale della Gioventù, si replica sui monti del Matese. Cronaca di un weekend fatto di cammino, ascolto, preghiera, festa

La Pastorale Giovanile delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca ha riunito circa cento giovani tra coloro che hanno partecipato alla GMG di Lisbona e quelli che invece sono rimasti in Italia. Appuntamento lo scorso fine settimana sulle sponde del Lago Matese

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C’era da aspettarselo!
Quando metti insieme i giovani, il Vangelo e un luogo in disparte, accade il miracolo che trasforma il cuore, che ricarica la vita di motivazioni e di certezze o ancor più forte, pianta un seme nuovo.

Il merito, ancora una volta è tutto della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona e delle reazioni suscitate: è nato sulla scia dei suoi contenuti l’evento Rise Up-GMG tu be continued organizzato dalla Pastorale giovanile delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca, le Chiese dell’alto casertano guidate dal Vescovo Mons. Giacomo Cirulli. Appuntamento sui monti del Matese, in riva all’omonimo lago presso la casa di ospitalità “Scarponi del Matese” dove i ragazzi hanno trascorso la serata di sabato 2 settembre, la notte, e la giornata di domenica. Ai giovani che hanno partecipato alla GMG di Lisbona si son aggiunti i tanti che l’hanno seguita a distanza dalle loro case o parrocchie.

Alzarsi in fretta, come Maria che andò dalla cugina Elisabetta per condividere la gioia di un Vangelo già carne (il tema della GMG). Rialzarsi da se stessi, dal pantano delle proprie insicurezze e fragilità, risollevarsi da uno stile che soffoca o impedisce le relazioni; ridestarsi dal buio con la lampada del Vangelo tra le mani… Sentirsi guariti dall’incontro intimo con la Parola di Dio che parla personalmente a ciascuno e chiede ‘Vuoi guarire?’ come la domanda di Gesù allo storpio della piscina di Betzatà (Gv 5,1) e che impone al destinatario una risposta, una volontà: questi i contenuti proposti attraverso le attività di catechesi, di confronto, la preghiera e i tavoli sinodali. Questi ultimi, in linea con il cammino attuale della Chiesa, vere e proprie esperienze di ascolto e discussione da cui è emersa la bellezza e la gioia di sentirsi figli di questa Chiesa, che continua a farsi compagna di strada e che dai giovani stessi attinge proposte e vigore nell’annuncio del Vangelo. Un cammino di popolo…insieme.

Rise Up ha avuto inizio a San Gregorio Matese nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie; poi il gruppo ha raggiunto località Miralago e da lì a due a due i ragazzi hanno percorso a piedi la strada che conduce alla casa “Scarponi del Matese” baciati dall’ultimo sole del giorno che ancora trovava spazio fra gli alti alberi. È stato un cammino per parlarsi e conoscersi, per raccontarsi di sé innescando quell’esercizio interiore che apre il cuore e di cui molti (non solo i giovani) hanno bisogno. Poi presso la struttura, negli spazi all’aperto e in chiesa, la condivisione comunitaria, l’adorazione eucaristica con la partecipazione del Vescovo Giacomo; il sacramento della confessione, il falò, le chitarre e la libertà di essere felici con poco, con niente se non con Cristo presente.

“La pienezza che si respira in queste esperienze è indescrivibile. Ero desiderosa di partecipare, sapevo che sarebbe stata un’altra occasione per approfondire la mia relazione con il Signore. C’è stato spazio per tutti. Porto a casa ricordi unici: il primo incontro tra noi ragazzi, il cammino, la condivisione, la gioia dei giovani di ogni fascia d’età, i nostri sacerdoti, ma soprattutto la preghiera…” Sono le parole dei protagonisti a rendere vero il racconto, molto di più della cronaca. Maria Grazia Nassa, della parrocchia Santa Croce di Raviscanina, presidente parrocchiale di AC e parte integrante dell’équipe di Pastorale giovanile di Alife-Caiazzo non ha partecipato alla GMG, ma l’ha sentita nel cuore coltivando il desiderio di questo momento insieme agli altri amici: “Sono felice, perché in questo modo l’esperienza di Lisbona non sia stata solo un incontro per pochi, ma è stata un riflesso per molti di noi”.

Le parole del Vescovo nella Messa di domenica mattina, hanno cucito i pezzi di questi intensi due giorni riportando al centro le immagini più forti dell’esperienza evangelica che interpella ogni discepolo: la Croce e la Risurrezione proposte dalla liturgia del giorno (Mt 16,21-27). “Di quale croce sta parlando Gesù? Quale colpa ha commesso per essere crocifisso? Il peggior strumento di tortura per l’uomo che ha scelto di andare controcorrente, che aiutava coloro che erano nel bisogno, che ha scelto una vita senza compromissioni con i potenti. Allora la croce assume il significato più vero: la Croce “uguale” vita donata, la vita che non pensa più a se stessa…”. Nelle parole del Vescovo l’immediato riferimento alla Resurrezione, al senso che assume quell’atto di donazione che vince ogni paura del donarsi e che Mons. Cirulli ha rilanciato ai giovani come Cristo fa con Pietro nel Vangelo di questa domenica ‘chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà’. “Gesù Cristo – ha concluso il Pastore – non chiede qualcosina ma impegni a fare la sua volontà: questa è già resurrezione; quando sto con lui sono già un risorto…”.

E ancora non è finita: la GMG delle Diocesi dell’alto casertano, si sogna possa diventare esperienza costante, quotidiana ma soprattutto ‘condivisione’.

Speciale. I nostri giovani protagonisti alla GMG di Lisbona. Link

Foto Antonio Migliozzi, Rossano Orchitano, Pietro Rossi.

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