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INTERVISTA / Piedimonte Matese. Festival dell’Erranza: il “racconto” del viaggio umano, una questione di stile

L'undicesima edizione del Festival dell'Erranza si terrà il 15 e il 16 settembre nel Complesso Monumentale San Tommaso d'Aquino. Nell'attesa, l'intervista a Roberto Perrotti, direttore artistico dell'evento

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In attesa della prossima edizione del Festival dell’Erranza, l’appuntamento culturale ospitato, come da tradizione, dal Complesso di San Tommaso d’Aquino in Piedimonte Matese il 15 e il 16 settembre, riportiamo l’intervista a Roberto Perrotti, direttore artistico della Rassegna.

Grazia Biasi – Quest’anno il Festival ci propone la riflessione su “Donne e Uomini in cammino”, sottolineando già nella scelta del titolo una dualità di genere e di identità: c’è un modo diverso di viaggiare, di fuggire, di trasgredire tra uomo e donna? In cosa si caratterizza ogni genere?
I viaggi delle donne storicamente sono contrastati, resi invisibili, ridicolizzati. Partire “per l’avventura” è stato soprattutto un privilegio riservato agli uomini. Le donne di solito si mettevano in cammino in seguito a un lutto o per cause disperanti. Eppure, attraverso le storie di viaggiatrici strappate all’oblio, si coglie come i loro viaggi, benché necessari, si trasformino in un’esperienza possibile. Esiste, per la giornalista francese Lucie Azema, un itinerario di emancipazione, questa volta comune, attorno ad un rito decisivo e di passaggio, riguardante il viaggio come scoperta di sé e conquista della propria libertà.

Questa diversità (diamo per scontata la diversità?) in quale sentimento comune, passione, percorso comune invece si ritrova?
La donna e l’uomo in comune hanno di certo la spinta alla ricerca e l’anelito alla libertà, ed ancora, il confronto con la vastità, con la diversità, insomma con la conoscenza. Da entrambi il viaggio è considerato un punto di rottura. Si pensi all’esodo per fame e per guerra, al migrare, al nomadismo. Siamo di fronte ad un mito fondante dell’umanità, un punto di rottura e di separazione: la partenza. Non andrebbe tralasciato inoltre un riferimento alla flanerie, al camminare  e al perdersi nelle città della modernità. Ci fa notare Lauren Elkin, traduttrice statunitense, che non esiste solo il flaneur, figura leggendaria declinata al maschile e simbolo di libertà e di autodeterminazione, ma anche la flaneuse, ovvero una genealogia storica e culturale di donne che con le strade cittadine hanno un profondo legame. In altre parole, non c’è solo la libertà e il fascino di autori come Poe, Baudelaire e Benjamin che della loro flanerie fecero un’esperienza leggendaria. Esiste George Sand nella Parigi rivoluzionaria o Virginia Woolf che attraversa nervosamente le strade di Londra. Queste donne hanno fatto della loro indipendenza una battaglia gentile.

Il festival dell’Erranza ancora una volta porta nel Matese autorevoli rappresentanti del mondo della cultura in generale (poeti, filosofi, musicisti, giornalisti…) sui temi del viaggio. Quale criterio particolare ha spinto il Direttore del Festival alla scelta di nomi come Giorgio Agnisola, Lisa Ginzburg, Alessandra Beltrame, Marco Tarquinio: cosa vogliamo o dobbiamo attenderci da loro?Scegliamo i nostri autori attenti al loro stile, alle loro scelte culturali e artistiche e, se posso dirlo, alla loro onestà intellettuale. Ospitiamo quest’anno Lisa Ginzburg, scrittrice e traduttrice, che ha vissuto all’estero per anni e che affronta i temi dello sradicamento, dell’integrazione e dello spaesamento ricorrendo ad una scrittura felice che la colloca fra le più apprezzate interpreti nel panorama letterario italiano e internazionale. Poi, fra gli altri, Alessandra Beltrame che scrive libri di viaggio e di recente ha pubblicato un volume sul viaggio delle donne, un manifesto femminile sul cammino della vita. Marco Tarquinio, esperto di politica interna e internazionale, ci parlerà degli effetti nefasti causati dalla guerra in atto. Inoltre, Giorgio Agnisola, stimato critico d’arte, con il suo pregevole libro L’amore spezzato, dei distacchi e degli addii, arricchirà la nostra conoscenza del viaggio umano.

Clarus sostiene il Festival dell’Erranza fin dalla sua prima edizione; la nostra Redazione guarda avanti, al futuro di questa iniziativa. Del resto il futuro è un viaggio… Come immaginiamo il Festival del domani, se riusciamo a pronosticare e “sognare”?
Siamo all’undicesima edizione e serbiamo un’unica certezza: proseguire nella linea che ci siamo dati nel 2013. Intendiamo cioè mantenere la medesima modalità nella scelta dei temi e degli autori, lontani dai richiami della moda e delle tendenze. A noi interessa lo stile. La nostra originalità risiede nella difesa della nostra autonomia e creatività: ragione dell’esistenza stessa del Festival. Sappiamo che la prospettiva per noi non sarà facile in un generale clima culturale asfissiante e omologante. Ma a noi piace camminare e piace farlo in libertà.

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Piedimonte Matese. Festival dell’Erranza, edizione numero undici sul tema “Donne e Uomini in cammino”. Presente il chitarrista Pietro Condorelli

 

 

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