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Speciale Terra Santa. L’opera della Salesian Sisters’ School Nazareth con i fondi 8xMille

Un gruppo di giornalisti di testate e tv diocesane aderenti a Fisc e al circuito Corallo sono in Terra Santa per documentare i progetti realizzati dalla CEI con i fondi dell'8xmille

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Una terra dove incarnare equivale a stare dalla parte degli ultimi continuamente. Accade a Nazareth, qui dove Dio si è incarnato oltre duemila anni fa, e oggi la generosità di molti italiani si immerge nella vita locale per darle dignità, per aiutarla in un processo di pace sempre da rifare che non consente di rimandare a domani ma esserne operatori oggi. Parliamo di 8xmille, di quella firma generosa grazie alla quale la Chiesa Cattolica Italiana concretizza centinaia di progetti, piccoli e grandi miracoli culturali, pastorali, caritatevoli…

Un gruppo di giornalisti di testate e tv diocesane (aderenti alla FISC e al circuito Corallo) vincitori del premio “8xmille senza frontiere” sono in Terra Santa dal 10 al 15 settembre per raccontare alcuni di questi miracoli.

Il primo dei progetti visionati, è quello di ampliamento della Salesian Sisters’ School Nazareth.
1340 alunni dai tre a diciotto anni; 102 insegnanti; 3 suore di Figlie di Maria Ausiliatrice impegnate ogni giorno direttamente con i ragazzi, mentre altre sorelle vivono la vita in comunità e contribuiscono al servizio pastorale nelle parrocchie della città.
Anche a Nazareth dove la presenza dei cristiani è sempre stata un segno identitario e oggi non è più così, vengono meno le strade facili del dialogo e dell’incontro: nel luogo dell’Incarnazione, della generosità estrema di Dio aperto a tutta l’umanità, si costruisce non senza difficoltà la via della pace e della convivenza.
Suor Anna Nava, missionaria in questa città da quasi quarant’anni, alterna entusiasmo – “Sono una missionaria felice” – a seria preoccupazione – “i più piccoli giocano insieme, ma gli alunni del Liceo spesso si aggrediscono e siamo costretti a dividerli; il nostro impegno è spiegare loro che in questa scuola si viene per formarsi, per stare insieme ed imparare la possibile convivenza”.

Un incubatore di sogni questa scuola, un vivaio di speranze delicate, ma soprattutto un luogo di formazione alla vita e al lavoro, come anche spiega mons. Rafic Nahara, vicario patriarcale latino in Israele: “è un momento di forti tensioni sociali anche nella stessa comunità musulmana prostrata da povertà e mancanza di lavoro, estrema conseguenza di mancata formazione ed educazione scolastica”.

C’è tutto l’impegno da parte della Chiesa Cattolica locale “ma non da soli” ci chiedono. Fanno appello alla fraternità, all’essere unica Chiesa: Mons. Nahara lo sottolinea: “la vostra presenza ci aiuta a sentirci meno soli, ci incoraggia a non arrenderci”.

Il progetto della Scuola, presentato alla CEI nel 2015 per un importo di 630mila euro, prevedeva la realizzazione di 8 nuove aule di sicurezza che il governo locale impone in caso di calamità naturali o di guerre e la realizzazione di un ascensore per gli studenti disabili; è infatti la disabilità uno dei temi ricorrenti in queste giornate di permanenza in Terra Santa, soprattutto nelle comunità più povere prive di sistemi sociali che garantiscono assistenza e cure: le scuole cattoliche di Nazareth, come Betlemme, accolgono un’alta percentuale di ragazzi con handicap fisici e mentali (in questa scuola sono addirittura il 15%), frutto delle unioni coniugali tra parenti, frequenti soprattutto nella comunità musulmana.

Aprire le porte a tutti, è la missione delle Figlie di Maria Ausiliatrice e sull’esempio di don Bosco che chiedeva la trasformazione dei ragazzi in buoni cristiani e onesti cittadini, le religiose di Maria Ausiiatrice, nel totale rispetto delle radici di ognuno hanno aggiornato e adattato le parole del loro Santo: “Buoni giovani e onesti cittadini”: il messaggio che condivide con noi tutti suor Souad Khalir, coordinatrice del plesso scolastico.

C’è aria di normalità tra i corridoi, e dalle aule si avverte il suono vivace dell’età dei ragazzi… Gli ambienti sono curati nei dettagli con scenografie a tema, ampie aule, un auditorium capace di contenere centinaia di presenze; un cortile esterno per la ricreazione; spazi per l’educazione musicale e altre per l’informatica.

“Oggi abbiamo visto i bambini che camminano sulle strade di Nazareth. Guardando i bambini che ci aspettavano sotto il sole, ci è venuto in mente che sotto quello stesso sole c’era Gesù che magari aspettava che Giuseppe tornasse a casa”, ha dichiarato Mauro Ungaro, presidente della Fisc, che ha ringraziato Hanana Nimry, preside scuola secondaria, Rita Haddad, preside scuola primaria, Susha Khoury, coordinatrici insegnanti di inglese, suor Souad Khalir. “Girando tra quei corridoi – ha concluso – ci siamo resi conto di cosa significhi costruire la pace qui a Nazareth”.

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