Essere come San Francesco, “senza armarsi di scuse” è stata la proposta che ha accompagnato tutta la riflessione del Vescovo Mons. Giacomo Cirulli nel giorno della festa del Patrono d’Italia che la Diocesi di Alife-Caiazzo celebra in modo particolare presso il Complesso francescano di Santa Maria Occorrevole su Monte Muto a Piedimonte Matese.
Numerosi i fedeli delle tre Parrocchie cittadine (Santa Maria Maggiore, Ave Gratia Plena, San Marcello e San Michele), gli assessori comunali Luigi Ferritto, Annarita Capone, il consigliere Gianfrancesco D’Andrea, ma anche persone dai paesi limitrofi: si torna sempre lì dove il cuore e lo spirito sanno di trovare la pace, il silenzio e la preghiera. Santa Maria Occorrevole si conferma meta di pellegrinaggi e rifugio per chi è in cerca e scorge nella presenza francescana la porta di quella dimensione che ha il sapore del divino pur rivestita di semplicità, di essenziale, di mitezza come volle Francesco.
L’ultima luce del sole al tramonto ha accolto quanti sono saliti a Monte Muto e percorrendo la lunga scala di accesso al Convento si sono ritrovati in chiesa per la Celebrazione, a pochi metri dal bosco della solitudine e del Conventino, tra le mura di un edificio presidio di storia, cultura, devozione.
All’inizio della celebrazione i saluti al Vescovo, ai sacerdoti e ai fedeli da parte di padre Gerardo Ciufo, guardiano del Convento che condivide l’esperienza della fraternità già dallo scorso anno con padre Antonio Garofano e fra Salvatore Di Maio; a settembre si sono uniti a loro padre Nicola Gildi e padre Luigi Santullo.
Richiamando le parole della Liturgia che in questa festa ricordano Francesco quale “immagine viva di Cristo povero e umile” da seguire e imitare, Mons. Giacomo Cirulli ha proposto il Poverello di Assisi come il modello spirituale “quel fratello universale a cui guarda tutto il mondo” a cui uniformarsi. Di lui, indicando povertà ed umiltà il Vescovo ha sottolineato il vuoto interiore da lui perseguito, coltivato, cercato per lasciare solo posto a Dio, “riempito da Gesù Cristo, sempre” per essere uniformato a Lui, per “essere l’altro Cristo, forgiato giorno dopo giorno dalla sua Parola che leggeva e rileggeva e intanto lo Spirito Santo lo plasmava e ne faceva il capolavoro che oggi è qui davanti ai nostri occhi”.
Poi la domanda di Mons. Cirulli, ad interrogare la fede di ciascuno, perché San Francesco non sia soltanto un’icona lontana: “Davanti a questo che sentiamo ripetere, quale forma assumono dentro di noi le parole povero ed umile?”.
Al termine della Messa, prima di benedire i fedeli, il Pastore ha chiesto a tutti di pregare per il Sinodo della Chiesa che Papa Francesco ha aperto proprio il 4 ottobre sostenendo spiritualmente il cammino che lui insieme a Cardinali, Vescovi, laici compiranno per offrire agli uomini e alle donne della Chiesa un rinnovato stile di essere: in ascolto reciproco, in cammino insieme, in direzione ‘esterna’ con atteggiamento dialogante. A questo anche la richiesta di non soccombere all’imperversare di uno stile (mediatico) che tende a ferire, infangare, dividere la Chiesa stessa di cui il Papa ne è la guida.
Dal sagrato della Chiesa di Santa Maria Occorrevole, terrazza naturale sulla vale alifana, il Vescovo con la reliquia di San Francesco ha benedetto le terre su cui affaccia il Convento a sugellare il legame antico tra luoghi e comunità ma soprattutto a segnare con la mano di Dio, che nei testimoni come San Francesco, raggiunge ogni uomo.