La ricorrenza della Dedicazione della Cattedrale si riveste di preghiera e ricordo per le popolazioni di Terra Santa ferite dai terribili scontri tra Israele e Hamas: il pensiero corre al popolo scelto, amato, condotto da Dio per mano nel corso di lunghi secoli, una storia in cui non sono mancate morte e distruzione ma pur sempre il Suo intervento che ha aperto una nuova strada nel deserto della vita…
“Eliminerà la morte per sempre/Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto”, sono i versi del Profeta Isaia proclamati durante la Messa (XXVIII domenica del Tempo ordinario) che dicono l’attualità della Sacra Scrittura trasportando i fedeli nel presente, di fronte alle immagini che giungono dalla striscia di Gaza e dai centri israeliani presi d’assalto, di madri in lacrime, di giovani soldatesse sul fronte di guerra, di padri mandati a combattere, di bambini feriti, di religiosi e religiosi che aprono le porte a chiunque…
Nella Cattedrale di Alife, il vescovo Mons. Giacomo Cirulli, meditando la Parola è tornato ad unire passato e presente, profeti di ieri e di oggi che a nome di Dio si fanno suoi messaggeri di Pace, “la storia di ieri e quella di oggi si incontrano nelle tristi vicende umane e nelle parole che in ogni tempo Dio ci rivolge”, così il Vescovo. “È nella Parola la risposta, sempre; è nell’ascolto di ciò che Lui dice e di quello che Lui ci chiede: partecipare al suo progetto, prendere parte al banchetto, che è per tutti, senza esclusioni di razza, rango sociale, popolo…”, così il Pastore leggendo l’attualità ma soprattutto lo stile di abitarla da parte dei credenti.
La memoria della Dedicazione della Cattedrale si colloca tra i principali momenti della vita diocesana per ricordare la centralità di “Cristo Maestro che da questo luogo insegna, e qui ci convoca al suo banchetto” ha ricordato il Vescovo ai presenti. Ed è proprio il banchetto – nella esperienza della partecipazione all’Eucaristia e in uscita alla edificazione del Regno – che la Sacra Scrittura di domenica scorsa ha proposto ai credenti come esperienza di cui rendersi protagonisti.
“Conta lo stile – l’abito della festa – l’atteggiamento con cui partecipiamo al progetto di Dio che è la realizzazione di un mondo di pace, di fraternità, di restituzione della dignità. Ne siamo pienamente coinvolti? Sentiamo nostra la chiamata a partecipare?” ha chiesto il Pastore. “Si può stare alla festa pieni di sé senza incontrare veramente Lui; si può stare qui e non fare nulla per realizzare quello che Egli ci dice”.
Al limite dell’azione umana, delle continue mancanze del popolo di Dio, il Vescovo – sottolineando il valore di questa ricorrenza diocesana “in cui Dio si rivolge in modo particolare a questo popolo chiedendo di essere ascoltato” – ha aggiunto – “possiamo dirgli ‘grazie’ ma anche chiedergli di avere misericordia nei nostri confronti e di continuare ad accordarci il suo perdono; di non stancarsi di noi e di aiutarci a non venir meno al patto di alleanza”, ha poi concluso, “Possiamo chiedergli di aiutarci ad ascoltare la Sua parola noi per primi e a testimoniarla”.
Prima della benedizione finale il ringraziamento di Mons. Cirulli ai fedeli, ai sacerdoti presenti, ai numerosi seminaristi provenienti dalle Diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca che hanno curato il servizio liturgico.
Al termine della Messa, a cura della Parrocchia Santa Maria Assunta della Cattedrale un lungo momento di animazione e di riflessione, dentro e fuori la chiesa, durato l’intera serata: gli stand gastronomici a cura dei gruppi parrocchiali, i canti degli alunni dell’Istituto Comprensivo di Alife, l’incendio del campanile e una rappresentazione storica che ha ripercorso la vitadi fede della comunità locale legata a San Sisto I, papa e martire e al significato pastorale e simbolico della Chiesa Cattedrale.