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Prima dell’aborto c’è “Un Cuore che batte”. Una raccolta firme in tutti i comuni italiani fino al 7 novembre

L'iniziativa popolare "Un Cuore che batte" prevede la raccolta di 50mila firme per inviare in Parlamento una richiesta di modifica alla Legge 194: prima dell'aborto il medico abbia l'obbligo di far ascoltare alla madre il battito del cuore del proprio bambino

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Angela Zoccolillo* – Il 16 Maggio 2023 è stata depositata alla Corte Suprema di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare denominata “Un Cuore che batte” promossa e sostenuta da tantissime associazioni presenti su tutto il territorio nazionale, che introduce nell’art.14 della Legge 194 del 22 maggio 1978 il comma 1-bis: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso». 

Presso quasi tutti i comuni italiani è possibile firmare per sostenere la proposta fino al 7 novembre (qualora la raccolta non sia stata attivata, l’invito è quello di chiedere al comune di controllare la mail PEC ricevuta dall’indirizzo oraetlabora33@pec.it, ndr); da lunedì 23 ottobre il servizio di raccolta firme è attivo anche presso il Comune di Piedimonte Matese (specificare la richiesta del modulo “Un cuore che batte” per non confondersi con altre iniziative contemporaneamente in essere, che magari fanno proposte opposte alla tutela della vita nascente).

Il medico che effettua la visita pre-aborto, ha l’obbligo di dare un’informazione cruciale, che né per legge divina né per il diritto naturale, può sottacere alla donna.
Poiché i medici non obiettori sono coloro che faranno la visita che precede l’aborto, sarà un obbligo che, se non ottemperato, li renderà responsabili nei termini previsti dalla legge sul mancato o incompleto consenso informato.
La donna ha il diritto di essere resa consapevole della vita che porta nel grembo, una vita con un cuore che pulsa. Solo in tal modo può essere realmente libera e responsabile delle sue azioni.
Secondo l’esperienza di tutti i volontari che lavorano per la tutela della vita, sono tante le mamme e i papà che, seppure decisi a procedere con l’interruzione di gravidanza, se viene data loro la possibilità di ascoltare il battito del cuoricino del bimbo ci ripensano e decidono per la vita.
Si tratta di una proposta di legge, che per la sua chiarezza e importanza, non può lasciare indifferenti; il nascituro nel grembo ci parla con il battito del suo cuore.
Noi con una firma possiamo rispondere al suo grido di aiuto!

Sono necessarie almeno 50.000 sottoscrizioni affinché la proposta di legge possa raggiungere il Parlamento Italiano: invitiamo pertanto tutti coloro che ne abbiano la possibilità ad ascoltare il grido di aiuto silenzioso dei più piccoli ed indifesi aderendo all’iniziativa “Un Cuore Che Batte”.

Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
(…) mi hai fatto come un prodigio; (….)
Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto,
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. (Sal 138, 13-16)

* Presidente del Movimento e Centro per la Vita “Santa Gianna Beretta Molla” Piedimonte Matese (CE)

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