“Ci stanno un americano, un inglese, uno spagnolo e due italiani…”.
Diversamente da quel che sembra (e molti lo staranno pensando) non è l’incipit di una barzelletta, ma l’inizio di un racconto che parla di musica, feste vip, lusso esagerato, creatività e migliaia di chilometri da un capo all’altro del mondo. Logicamente in aereo.
I Knights Club sono una novità nel panorama musicale, un nuovo concept per intendere l’animazione di una festa – che sia un matrimonio affollato o un evento tra pochi intimi – secondo uno stile nato in Costa Azzurra che richiama pur vagamente l’antica posteggia napoletana vestendosi di totalmente nuovo e avveniristico: repertori in continuo aggiornamento, forte senso dell’empatia rispetto all’ascoltatore, e proposte in continua evoluzione rispetto al mercato artistico, musicale e imprenditoriale.
A raccontarci questa singolare storia che per sua natura sembra distante dalla vita semplice delle terre matesine è proprio uno di noi, uno dei protagonisti della band: Alberto Laurella, di Alife, musicista da sempre e noto “sperimentatore” di nuovi generi. Parla a nome degli altri quattro cavalieri (Knights) Miguel Bosch (USA), George Britcher (UK), Juan Fran Rey Toro (ES), Paolo Celoria (IT) con cui dal 2020 condivide questa esperienza artistica.
Le loro performance musicali avvengono in lussuose ville e resort dove attori, cantanti, imprenditori, uomini e donne della finanza, politici e rappresentanti di governo decidono di trascorrere un momento di festa “ma soprattutto di normalità”, spiega Alberto nel nostro incontro incastrato tra un viaggio e l’altro.
Ritmi serrati quelli dei nostri cavalieri per essere da una parte all’altra del mondo nel giro di poche ore ed essere efficienti animatori di feste esclusive: cantano e suonano interpretando i gusti canori degli ospiti: “Ci concediamo un primo tempo per studiare le attese dei presenti, interloquiamo con loro chiedendo quale musica desiderano, poi tocca a noi dare il meglio”. Ogni serata vip prevede infatti un “anteprima” per conoscersi e altri due momenti musicali, di cui l’ultimo, il più movimentato, immette gli invitati in un ulteriore momento di musica da discoteca.
“Le nostre performance sono frutto di intesa, creatività e improvvisazione per poter rispondere al meglio alle richieste del pubblico. Abbiamo un repertorio di circa 300 brani ma se dagli ospiti viene una richiesta fuori scaletta bisogna saper improvvisare senza sbavature… Bisogna saper stare al gioco della serata”, spiega Alberto spiegandoci lo spirito del gruppo.
I Knights Club nel giro di poco tempo hanno visto crescere i loro contatti e le richieste di esibizioni tanto da essersi resa necessaria l’integrazione nel gruppo di nuovi artisti (per un totale di 10 persone) in modo da coprire anche due eventi contemporaneamente: contrabbasso, sassofono, chitarra, percussioni, tutto è raddoppiato nel gruppo, e all’offerta si aggiungono anche altri schieramenti di soli fiati (i Brassers by Knights Club) e terzetti per chi fa richiesta di un pacchetto più economico.
“Chi si candida ad essere uno dei nostri non è selezionato con un provino in studio, ma direttamente nell’evento. Un rischio? Anche, ma è la prova per renderci conto di come andrà….”. Poi aggiunge: “Con noi hanno suonato musicisti usciti dalle migliori accademie e conservatori ma che non tenevano la scena, e quindi poco inclini a rendersi partecipi della festa insieme agli ospiti”.
Non sono solo gli animatori, ma sono essi stessi la festa, sono i generatori di divertimento, svago e leggerezza di una serata; sono il motore di un gruppo di persone che non attende altro che stare bene e sentirsi coinvolte in un momento fuori dagli schemi in cui volentieri si mette da parte il rigore del ruolo societario. I Knights si sono trovati così, familiarmente, con Elton John, Bono Vox, Beyoncé e un intero parterre di grandi nomi che per motivi di privacy teniamo riservati, “un’esperienza che ci onora, ci fa crescere professionalmente, ma attesta anche il valore che hanno assunto le nostre esecuzioni artistiche”.
“La musica italiana è tra le più richieste”, continua Alberto. “Toto Cutugno, i Ricchi e Poveri, Adriano Celentano, Tony Renis, Zucchero sono i più gettonati e i più conosciuti anche fuori confine”. Perciò pur migrando da un continente all’altro nel giro di poche ore, il filo rosso della musica italiana unisce generazioni e diverse società, sia che si tratti di una villa in Toscana, in Sardegna, sulla Costiera Amalfitana o di un cottage in Svizzera; o anche che sia alle Maldive, negli Emirati Arabi, Brasile, o nell’Est Europa. “Quando arriva il momento di cantare Sarà perché ti amo allora capisci come la musica e l’amore accorcino le distanze tra le culture”.
A breve – tra le tappe europee – si inseriranno un viaggio in India e uno in Thailandia, prima di ritornare a fare Natale nelle calde Maldive. Ancora una volta, loro ci scommettono, sarà la musica a far sentire ogni “festeggiato” e ciascuno dei cavalieri, come tra vecchi amici, in ottima compagnia.
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