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Israele blocca i permessi lavoro ai palestinesi, “sarà un disastro”, parla padre Ibrahim Faltas

Betlemme è completamente isolata. L'assenza di pellegrini e turisti costringe negozi, ristoranti, alberghi a chiudere e le famiglie dei lavoratori rischiano la povertà. Padre Ibrahim Faltas condanna la politica del governo israeliano

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In seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, “Israele ha revocato il permesso di lavoro ai palestinesi della Cisgiordania che lavoravano in Israele”. È quanto dichiarato al Sir da padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa che commenta così la decisione: “questa scelta non fa altro che aggravare le condizioni di vita dei palestinesi della Cisgiordania” dove le tensioni crescono quotidianamente. Il Ministero della salute palestinese, ha fatto sapere che in Cisgiordania, dal 7 al 26 ottobre, sono 104 i palestinesi uccisi dalla violenza dei coloni o a causa di scontri con l’esercito, fatta eccezione per la Striscia di Gaza. Inoltre muoversi nei Territori palestinesi è diventato ancora più difficile per le restrizioni imposte da Israele che ha chiuso molti checkpoint lungo le strade e lungo il muro di separazione israeliano. Recarsi a lavorare in Israele è diventato molto difficile.

Dopo lo scoppio della guerra, “perché di guerra si tratta” avverte il francescano, “Gerusalemme si è svuotata di pellegrini e turisti; negozi, hotel, ristoranti, sono vuoti se non addirittura chiusi. Peggio a Gerico e soprattutto Betlemme, diventata una città fantasma, dove è impossibile per un palestinese entrare o uscire. Israele ha chiuso i check point e messo blocchi di cemento a chiudere ogni varco. Le persone occupate nel comparto turistico – principale fonte di reddito per i betlemiti – moltissime sono di fede cristiana. Tutte hanno perso il lavoro e non sanno come vivere e sostenere le proprie famiglie”. “Intenzione di Israele – spiega padre Faltas – è sostituire i lavoratori palestinesi con altri stranieri, soprattutto indiani. Si parla di 600mila persone. Se questo dovesse accadere sarebbe un disastro per i palestinesi e quindi anche per i cristiani. Questi ultimi emigreranno all’estero e il rischio serio è che la Terra Santa non vedrà più la presenza cristiana. I luoghi santi senza cristiani locali così diventeranno dei musei. Mi stanno chiamando tanti palestinesi per esprimere preoccupazione per il loro futuro. Sono disperati senza lavoro. Sono responsabile della casa di ospitalità Casanova di Gerusalemme – aggiunge padre Faltas – e con questa guerra stanno arrivando già le prime disdette dei pellegrini. Prenotazioni che riguardano i prossimi mesi, già da febbraio. Preghiamo che si possa celebrare la Pasqua con i pellegrini, perché questo vorrà dire che sarà tutto finito. Questo inferno deve essere fermato. Basta morti, basta violenza”.

Fonte SIR

Betlemme deserta (Foto sr. F. Ayad)

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