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Nuovo Olimpo: Ferzan Ozpetek su Netflix con un film dolce e romantico, anche se non brillante

Presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma, è sulla piattaforma dal 1 novembre

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Noemi Riccitelli – “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”: così una celebre canzone di Antonello Venditti, e si cita non a caso il cantautore romano, in un film in cui Roma, la sua arte, le sue bellezze, la sua naturale poesia fanno da perno.
Amori che durano una vita sì, infatti, Nuovo Olimpo del regista Ferzan Ozpetek non solo racconta di un sentimento che, nonostante le personali vicende, attraversa il tempo senza mai scalfirsi, ma anche di un’altra grande passione, quella per il cinema.
Presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma, nella sezione Grand Public, Nuovo Olimpo è su Netflix dal 1 novembre, con protagonisti i giovani Damiano Gavino, Andrea Di Luigi, Aurora Giovinazzo e la sempre brava Luisa Ranieri.

Roma, anni ‘70. Enea (Damiano Gavino), giovane ed eclettico regista in erba, e Pietro (Andrea Di Luigi), timido studente di medicina, si incontrano per caso e tra loro scocca subito un’intesa particolare. I due si incrociano nuovamente al cinema Nuovo Olimpo, una sala cinematografica di culto che è anche segreto luogo di incontro per coppie omosessuali: da lì, Enea e Pietro intraprendono una frequentazione intensa che si trasforma in un sentimento vivo, ma il loro rapporto si interrompe in modo inaspettato e improvviso. Le loro vite prendono, così, indirizzi diversi, ma la memoria di quel tempo vissuto insieme rimane vivida in entrambi.

Ferzan Ozpetek riesce sempre a creare un’atmosfera unica nelle sue pellicole: un’allure poetica che avvolge scenografie, personaggi, dialoghi.
Nuovo Olimpo rispetta questa caratteristica e, infatti, il regista pone allo spettatore un filtro che rappresenta in modo sognante una Roma incantevole ma, soprattutto, traspare tutto l’amore per il cinema che il regista omaggia sin dal titolo e poi con puntuali riferimenti all’interno della trama stessa. Tuttavia, è proprio questa allure che, se in altre pellicole dello stesso regista, enfatizza e non stona con il racconto del film, qui appare un po’ troppo costruita, con una patina che diventa quasi irrealistica: la sceneggiatura, infatti, (scritta da Ozpetek stesso e da Gianni Romoli), per quanto la storia risulti anche interessante e genuina, pecca di un eccesso di sentimentalismo e i dialoghi sono belli sì, ma rendono l’intreccio una favola che sembra, appunto, lontana dalla realtà.

Reale e suggestivo è, invece, il sentimento per il cinema che traspare dallo schermo: quel Nuovo Olimpo che è un po’ il Nuovo Cinema Paradiso, porto sicuro di promesse e incontri fugaci, una sala di tempi andati con le locandine e gli orari fissi degli spettacoli, in cui si alternano Mamma Roma e Nella città l’inferno con l’iconica Anna Magnani. Nel cast, si distingue Damiano Gavino, più coinvolgente e convincente di Andrea Di Luigi che, se è pur vero che interpreta una personalità insicura e timida, non riesce in ogni caso a conferire il giusto spessore al profilo del suo Pietro, anche nei momenti di maggiore intensità. Luisa Ranieri, invece, è Titti, impiegata del Nuovo Olimpo, splendida nel suo piccolo-grande ruolo, una fata madrina dei due protagonisti, amante di Mina, dello spettacolo, della vita.

È di Mina, inoltre, uno dei brani della colonna sonora del film, Povero amore, la quale torna a collaborare con Özpetek dopo La dea fortuna e Le fate ignoranti – La serie.
Della stessa cantante sono presenti anche i brani E se domani e Vorrei che fosse amore. Nel complesso, Nuovo Olimpo è un film godibile, ricco di suggestioni sentimentali, di cui quelle relative la storia d’amore al centro del film meno riuscite, ma che restituisce in modo prezioso il magico impatto che il cinema ha avuto sul regista, permettendo al pubblico di avvertire la bellezza di modi e tempi che non ci sono più.

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