Sono tanti, centinaia, migliaia i nostri italiani nel Mondo e domani, mercoledì 8 novembre a Roma, la pubblicazione del Rapporto a cura della Fondazione Migrantes confermerà i dati in crescendo: finchè l’estero rimane un desiderio e un’esperienza temporanea, allora i numeri non destano alcuna preoccupazione, ma la mobilità italiana sta diventando un fenomeno strutturale e protagonisti delle nuove partenze restano i giovani. Non preoccupa il sogno di un’esperienza formativa e professionale fuori casa, ma preoccupa l’assenza da questo Paese di risorse, intelligenze, progetti che più facilmente i nostri giovani realizzano fuori dai confini permettendo loro la pianificazione di progetti di vita ancor più duraturi e sereni. A Roma, presso l’Hotel Carpegna ne parlerà il presidente della CEI, il Card. Matteo Zuppi; interverranno tra gli altri il Commissario Ue per gli Affari Economici e Monetari Paolo Gentiloni e di Antonio Tajani, vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Dopo il racconto di Maria Rosaria Francomacaro originaria di Piedimonte Matese (leggi), Lettrice di di Lingua e Cultura Italiana all’Università del Western Australia di Perth, restiamo nel continente europeo. Da Londra, ci scrive Chiara Fiorillo, giornalista, originaria di Piana di Monte Verna, dove la vita di paese scorre lenta fra una storia cha ha il forte sapore della religiosità popolare, della tradizione agricola e contadina e della brillante esperienza della storica Aziende Cirio oggi trasformata dall’avvento del mercato globale ma pur sempre un gran polo di eccellente produzione; delle antiche radici romane custodite in alcuni luoghi-simbolo… Una comunità che palesa il desiderio di crescere attraverso momenti sociali, culturali, aggregativi…
Autrice di un libro “Matricola 422945” sintesi di tutto questo patrimonio, in cui Chiara nel 2017 raccoglie la storia dello zio materno, Enrico, prigioniero durante la Seconda guerra mondiale.
di Chiara Fiorillo
Fin da piccola ho sognato l’Inghilterra, l’ho ammirata attraverso foto e video, immaginata attraverso canzoni, studiata a scuola e approfondita a casa, e finalmente da adolescente ho avuto l’opportunità di visitarla per la prima volta. Camminare per le vaste strade di Londra, restare a bocca aperta davanti alla sua magnifica architettura e parlare con tante persone del posto mi hanno incoraggiato a tornare diverse volte per poter esplorare ancora di più. Poi, a soli 18 anni, appena finito il Liceo Classico Pietro Giannone di Caserta, mi sono trasferita per studiare giornalismo alla City University di Londra. Ho sempre saputo, fin da piccola, di voler diventare una giornalista e sono stata fortunata ad aver avuto la possibilità di realizzare il mio sogno, grazie al sostegno della mia famiglia. Trasferirsi in una metropoli con milioni di abitanti è stato senza dubbio emozionante, ma allo stesso tempo ho dovuto adattarmi molto e cambiare tanti aspetti del mio stile di vita.
Non esisteva più uscire di casa e salutare tutte le persone che incontravo, come facevo nel mio paese d’origine, Piana di Monte Verna. Non esisteva l’andare in giardino a raccogliere frutta e verdura fresca, per poi mangiarla subito dopo. Non esistevano gli appuntamenti con gli amici organizzati il giorno stesso o i caffè spontanei presi al bar. Ma nonostante i cambiamenti e le difficoltà iniziali, che si sono trasformate poi in vere e proprie sfide, ho avuto la fortuna di incontrare tante altre persone, da molti paesi diversi, che si trovavano in una situazione simile e che poi sono diventati i miei più cari amici in Inghilterra.
Una delle cose che mi ha da subito colpito, e che tutt’oggi, quasi nove anni dopo, resta uno degli aspetti di Londra che preferisco, è il multiculturalismo. La convivenza di persone da tanti paesi diversi, la condivisione di tante culture, lingue e religioni, è una ricchezza per ogni singolo abitante e turista. Ma anche se la mia vita di ora è completamente diversa da quella della Chiara di molti anni fa, mi ritengo fortunata ad essere cresciuta in Italia, e ogni giorno porto con me i valori e tante abitudini che mi hanno reso la persona che sono ora. E ovviamente, quando posso, mi piace sempre tornare nei luoghi in cui sono cresciuta, per staccare un po’ dalla vita frenetica della metropoli, e rivedere i miei amici e parenti.
Leggi anche qui